Sindrome di Marshall-Smith

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Sindrome di Marshall-Smith
Malattia rara
Classificazione e risorse esterne (EN)
OMIM602535 e 602535
MeSHC536026 e C536026
Sinonimi
Sindrome di Marshall-Smith-Weaver
...
Eponimi
Richard E. Marshall
David Weyhe Smith

...

La sindrome di Marshall-Smith è una malattia congenita molto rara che ha per caratteristiche principali un invecchiamento osseo accelerato, un ritardo globale dello sviluppo e alcune alterazioni facciali.[1]

Epidemiologia e storia[modifica | modifica wikitesto]

La sindrome deve il suo nome alla prima descrizione che ne fecero nel 1971 i pediatri americani Richard E. Marshall e David Weyhe Smith.[2][3] L'incidenza della sindrome è molto bassa ed è stimata essere inferiore a un caso su un milione di nati vivi.[1]

Eziologia[modifica | modifica wikitesto]

La malattia ha una trasmissione autosomica dominante; la mutazione genetica che ne è responsabile è a carico del gene NFIX, localizzato sul braccio corto del cromosoma 19, a livello del locus genico p13.1.[4]

Clinica[modifica | modifica wikitesto]

Segni e sintomi[modifica | modifica wikitesto]

I segni clinici principali sono:[1]

Esami strumentali e di laboratorio[modifica | modifica wikitesto]

La diagnosi è essenzialmente clinica; attraverso la radiografia è possibile osservare anormalità a carico delle ossa distali delle dita di mani e piedi (che risulteranno corte e dalla forma conica) e un invecchiamento osseo precoce.[1]

Diagnosi differenziale[modifica | modifica wikitesto]

La sindrome di Sotos e la sindrome di Weaver presentano alterazioni scheletriche simili a quelle della sindrome di Marshall-Smith, pertanto vanno considerate in sede di diagnosi differenziale.[1][5]

Trattamento[modifica | modifica wikitesto]

La terapia è esclusivamente sintomatica, volta a curare l'eventuale stato di malnutrizione e le frequenti polmoniti.

Prognosi[modifica | modifica wikitesto]

La prognosi è tendenzialmente severa, con morte che sopraggiunge durante l'infanzia per via delle gravi e ricorrenti infezioni alle basse vie aeree; alcuni casi meno gravi, invece, consentono una sopravvivenza più lunga.[1][6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Sindrome di Marshall-Smith su Orphanet, su orpha.net. URL consultato il 1º febbraio 2021.
  2. ^ (EN) R. E. Marshall, C. B. Graham, C. R. Scott e D. W. Smith, Syndrome of accelerated skeletal maturation and relative failure to thrive: a newly recognized clinical growth disorder, in The Journal of Paediatrics, vol. 78, n. 1, pp. 95-101, PMID 4321601.
  3. ^ Who named it? Marshall-Smith-syndrome, su whonamedit.com. URL consultato il 1º febbraio 2021.
  4. ^ OMIM 602535
  5. ^ (EN) V. Malan, D. Rajan, S. Thomas, A. C. Shaw, H. Louis Dit Picard, V. Layet, M. Till, A. van Haeringen, G. Mortier, S. Nampoothiri, S. Puseljić, L. Legeai-Mallet, N. P. Carter, M. Vekemans, A. Munnich, R. C. Hennekam, L. Colleaux, V. Cormier-Daire, Distinct effects of allelic NFIX mutations on nonsense-mediated mRNA decay engender either a Sotos-like or a Marshall-Smith syndrome, in American Journal of Human Genetics, vol. 87, n. 2, agosto 2010, pp. 189-198, DOI:10.1016/j.ajhg.2010.07.001, PMID 20673863.
  6. ^ (EN) D. Sperli, D. Concolino, C. Barbato, P. Strisciuglio, G. Andria, Long survival of a patient with Marshall-Smith syndrome without respiratory complications, in Journal of Medical Genetics, vol. 30, n. 10, ottobre 1993, pp. 877-879, DOI:10.1136/jmg.30.10.877, PMID 8230168.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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