Silvana Sciarra

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Silvana Sciarra
Sciarra nel 2023

Presidente della Corte costituzionale
Durata mandato20 settembre 2022 –
11 novembre 2023
PredecessoreGiuliano Amato
SuccessoreAugusto Barbera

Vicepresidente della Corte costituzionale
Durata mandato29 gennaio 2022 –
20 settembre 2022
PresidenteGiuliano Amato

Giudice della Corte costituzionale della Repubblica Italiana
Durata mandato11 novembre 2014 –
11 novembre 2023
Tipo nominaElezione da parte del Parlamento in seduta comune

Dati generali
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità di Bari
ProfessioneDocente universitaria

Silvana Sciarra (Trani, 24 luglio 1948) è una giurista italiana, giudice della Corte costituzionale della Repubblica Italiana dal 2014 al 2023 e Presidente della stessa dal 20 settembre 2022 alla scadenza del mandato, la seconda donna a ricoprire tale carica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si è laureata in giurisprudenza all'Università di Bari con il massimo dei voti, discutendo la tesi in diritto del lavoro con Gino Giugni, dove nello stesso ateneo ha iniziato la carriera accademica,[1] proseguita poi presso l'Università di Siena, l'Istituto universitario europeo di Fiesole (dove ha insegnato European Labor and Social Law dal 1994 al 2003, diretto il Dipartimento di diritto tra il 1995 e il 1996 e il Gender Studies Programme nel 2002-2003) e conclusa all'Università di Firenze, dove è professore emerito di diritto del lavoro e diritto sociale europeo.[2]

A partire dagli anni '70 ha avuto numerose occasioni di ricerca e insegnamento nelle università estere, negli Stati Uniti (Harvard Law School, Università della California a Los Angeles e Columbia Law School), nel Regno Unito (UCL, Cambridge e Warwick) e in Svezia (università di Stoccolma e di Lund).

Ha ricevuto il dottorato in giurisprudenza honoris causa dall'Università di Stoccolma nel 2006 e nel 2012 dall'Università di Hasselt.[3]

Ha collaborato con la Commissione europea in numerosi progetti di diritto comparato del lavoro, coordinando gruppi di esperti provenienti dagli Stati membri.[1]

Le sue pubblicazioni sono apparse, oltre che sotto forma di monografie, in numerose riviste italiane e straniere. È stata co-direttore del "Giornale di Diritto del Lavoro e di Relazioni Industriali"[2] e membro dei comitati scientifici di numerose altre riviste scientifiche, tra le quali European Law Journal, Comparative Labor Law and Policy Journal, European Journal of Social Law, Sociologia del diritto ed European Papers.

Giudice costituzionale[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 novembre 2014 è stata eletta giudice della Corte costituzionale al 21º scrutinio dal Parlamento in seduta comune, con 630 voti su 748 votanti, superando dunque di sessanta voti il quorum dei 3/5 dell'assemblea (ossia 570 voti su 950 aventi diritto).

Il suo nome, in quota PD, era stato proposto dall'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e sostenuto da un vasto schieramento di forze politiche comprendente anche Forza Italia e il Movimento 5 Stelle.[4]

Con l'elezione di Sciarra, ritenuta un profilo tecnico, giungeva così al termine una lunga paralisi del Parlamento in seduta comune, dopo che nei mesi precedenti i veti incrociati fra le forze politiche e i franchi tiratori in occasione dei voti segreti avevano affossato le candidature alla Corte costituzionale di profili più marcatamente politici come quelli di Luciano Violante per il centro-sinistra e Antonio Catricalà, Donato Bruno e Francesco Ignazio Caramazza proposti dal centro-destra.[5]

L'11 novembre 2014, con il giuramento al Quirinale nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Silvana Sciarra è entrata nella piena funzione del suo ufficio, quinta donna componente della Corte costituzionale, dopo Fernanda Contri, Maria Rita Saulle, Marta Cartabia e Daria de Pretis, ma prima ad essere eletta dal Parlamento in seduta comune.[2]

Il 29 gennaio 2022, è stata nominata vicepresidente della Corte, insieme a Daria de Pretis e Nicolò Zanon, dal neoeletto presidente Giuliano Amato.[6]

Presidente della Corte Costituzionale[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 settembre 2022 viene eletta Presidente della Corte costituzionale, succedendo a Giuliano Amato e diventando così la seconda donna a ricoprire la quinta carica più alta dello Stato, dopo Marta Cartabia. L'11 novembre 2023 è cessata dalla carica di giudice costituzionale e quindi anche di presidente della Corte.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Giudice di Corte. Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 31 maggio 2017[7]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Contratto collettivo e contrattazione in azienda, Roma, Franco Angeli Editore, 1985.
  • The Evolution of Labor Law, Lussemburgo, Office for Official Publication of the European Communities, 2005.
  • Evolución de la legislación laboral, Madrid, Paralelo Edición, 2005.
  • Solidarietà, mercato e concorrenza nel welfare italiano, Bologna, Il Mulino, 2007. ISBN 9788815121332.
  • Il lavoro subordinato, curatela con Bruno Caruso, Torino, Giappichelli Editore, 2009. ISBN 978-88-3488371-6.
  • Manuale di diritto sociale europeo, curatela, Torino, Giappichelli Editore, 2010. ISBN 978-88-3480613-5.
  • L'Europa e il lavoro. Solidarietà e conflitto in tempi di crisi, Roma-Bari, Editori Laterza, 2013. ISBN 978-88-5810550-4.
  • Laws Against Strikes, The South African Experience in an International and Comparative Perspective (a cura di), Bob Hepple, Rochelle Le Roux, Silvana Sciarra, Milano, FrancoAngeli, 2015.
  • Solidarity and conflict. European social law in the crisis, Cambridge, 2018.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Silvana Sciarra, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 20 gennaio 2022.
  2. ^ a b c Silvana Sciarra, su Corte Costituzionale. URL consultato il 20 gennaio 2022.
  3. ^ Profilo biografico, su Lavoro Diritti Europa - Rivista nuova di diritto del lavoro. URL consultato il 20 gennaio 2022.
  4. ^ Per la Corte costituzionale, insieme alla candidatura di Silvana Sciarra Renzi propose quella di Maria Alessandra Sandulli, suggerita da Forza Italia, nell'ambito di un accordo che prevedeva l'elezione al Consiglio superiore della magistratura di Alessio Zaccaria, vicino al M5S. La professoressa Sandulli, tuttavia, ritirò la propria candidatura prima del voto dopo essere stata fatta bersaglio di critiche provenienti dagli stessi gruppi parlamentari di Forza Italia. Il capogruppo forzista Renato Brunetta propose quindi, in sostituzione, una terna costituita da tre tecnici (Stefania Bariatti, Maria Pia Baccari e Marzia Ferraioli). L'accordo fu trovato sul nome di Stefania Bariatti, che tuttavia in sede di voto non superò il quorum e non venne quindi eletta.
  5. ^ Consulta, Sciarra ce la fa , Bariatti no Al Csm va Zaccaria, candidato M5S, in Corriera della Sera, 6 novembre 2014. URL consultato il 22 gennaio 2022.
  6. ^ Giuliano Amato eletto presidente della Corte costituzionale.
  7. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

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Controllo di autoritàVIAF (EN12475875 · ISNI (EN0000 0001 1038 7868 · SBN CFIV005348 · LCCN (ENn79035485 · GND (DE121303942 · BNF (FRcb13592546g (data) · J9U (ENHE987007449363005171 · NSK (HR000534736 · WorldCat Identities (ENlccn-n79035485