Sergio Abate

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Sergio Abate
NascitaNapoli, 3 agosto 1909
MorteMonte Dunun, 19 maggio 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana
RepartoIX Battaglione arabo-somalo
GradoTenente di complemento
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Sergio Abate (Napoli, 3 agosto 1909Monte Dunun, 19 maggio 1936) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Napoli il 3 agosto 1909, figlio di Alberto e Clelia De Stefanis.[2] Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere a Bergamo, dove la famiglia si era trasferita, si arruolò nel Regio Esercito e frequentò il corso allievi ufficiali di complemento di Milano, uscendone nel giugno 1931 come sottotenente di complemento del corpo degli alpini, assegnato in servizio al battaglione alpini "Pieve di Teco" del 1º Reggimento.[3] Congedatosi nel gennaio 1932 ed iscrittosi nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale con il grado di capomanipolo,[3] prestò la sua opera presso reparti premilitari.[4] Fu tra i primi a pres,entare domanda per partire per l'Africa orientale, ottenendo di essere destinato al Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana.[4] Sbarcato a Mogadiscio il 24 aprile 1935, assegnato con il grado di sottotenente al IX Battaglione del 3º Raggruppamento arabo-somalo, prese parte da subito alle operazioni belliche nel corso della guerra d'Etiopia, ottenendo la promozione a tenente nel febbraio 1936.[4] Cadde in combattimento sul Monte Dunun (Neghelli) il 19 maggio 1936 e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una via di Napoli porta il suo nome.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Con decisione, arditezza e sprezzo del pericolo attaccava un forte nucleo di ribelli. Nel combattimento che ne seguiva, aspro per la preponderanza delle forze avversarie, non desisteva ed alla testa del suo plotone tentava rompere il cerchio. Colpito gravemente cadeva sul campo. Esempio di valore e di alto sentimento del dovere. M. Dunun (Neghelli), 19 maggio 1936 .[5]»
— Regio Decreto 29 novembre 1937.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 177.
  3. ^ a b Bianchi, Cattaneo 2012, p. 1.
  4. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2012, p. 2.
  5. ^ Medaglia d'oro al valor militare Abate, Sergio, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, Il Medagliere, Roma, Associazione Nazionale Alpini, 2012, pp. 1-2, ISBN 978-88-902153-2-2.
  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - II. La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori, 2009, ISBN 978-88-04-46947-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 177.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Abate, Sergio, su Combattenti liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.
  • Giuseppe Martelli, Abate, Sergio, su MìNoi Alpini. URL consultato l'11 gennaio 2022.