Serafino Brancone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Serafino Brancone, O.S.B.Coel.
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato21 giugno 1710 a Napoli
Ordinato presbitero30 maggio 1733
Nominato vescovo10 aprile 1747 da papa Benedetto XIV
Consacrato vescovo16 aprile 1747 dal cardinale Joaquín Fernández de Portocarrero
Elevato arcivescovo12 febbraio 1759 da papa Clemente XIII
Deceduto15 agosto 1774 (64 anni) a Gallipoli
 

Serafino Brancone (Napoli, 21 giugno 1710Gallipoli, 15 agosto 1774) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Biografia e ministero nella diocesi di Gallipoli[modifica | modifica wikitesto]

Nacque in una nobile famiglia di origine salernitana: il fratello infatti rivestì una delle più importanti cariche nel Regno delle due Sicilie. Fu battezzato con il nome di Giacomo Antonio. Divenne abate dell'Abbazia di San Benedetto di Salerno. Fu nominato vescovo di Gallipoli e consacrato nella chiesa di Santa Cecilia a Roma dal cardinale Joaquín Fernández de Portocarrero. Profondamente convinto che l'istituzione di un seminario vescovile fosse di vitale importanza per formare un clero dotto e ben esperto della materia cattolica, fece costruire accanto alla Cattedrale di Gallipoli un seminario in stile barocco, con il proprio denaro. Durante il suo ministero episcopale (uno dei più importanti e proficui della storia millenaria della diocesi) ospitò nel proprio palazzo altissime personalità politiche e religiose.

Indisse una visita pastorale nel 1748, visitando le numerose chiese e cappelle della città e del territorio diocesano. È ricordato inoltre per aver donato la ricca statua argentea della protettrice Sant'Agata (fusa a Napoli da un artista non noto) e numerosi arredi per la Basilica Cattedrale. Dopo la morte del fratello inviò le dimissioni al Sommo Pontefice; questo non curandosi delle sue espresse volontà lo promosse arcivescovo titolare di Tebe di Tebaide, pur mantenendo vivo e intenso il rapporto con l'amato popolo gallipolino. A causa di una malattia, ritornò nuovamente nel Palazzo vescovile di Gallipoli, così come fu prescritto dai suoi medici (molto probabilmente per i benefici dell'aria marina): qui morì e fu sepolto nel Sepolcro dei Vescovi, ai piedi dell'altare del Santissimo Sacramento.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Gallipoli Successore
Antonio Maria Pescatori, O.F.M.Cap. 10 aprile 1747 – 27 gennaio 1759 Ignazio Savastano
Predecessore Vescovo titolare di Tebe di Tebaide
(titolo personale di arcivescovo)
Successore
- 12 febbraio 1759 – 15 agosto 1774 Venanzio Mobili