Schwabengau

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L'Ostfalia intorno all'anno 1000. Lo schwabegau è in basso a destra, indicato come Suavia.

Lo Schwabengau, chiamato anche Suebengau o Suavia, era un Gau medievale nell'attuale Sassonia-Anhalt. Si estendeva ad est di Quedlinburg fino al fiume Saale, ed era quindi separato dal ducato di Svevia della Germania sudoccidentale. Nella Germania di Tacito (capitolo 38), il nome Suebi si riferiva a tutte le tribù dell'Elba e della Germania orientale a sud del Mare Suebicum (= Mar Baltico).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel successivo Schwabengau, nel 569, sotto il re Sigeberto I, si insediarono i Suebi e Franchi del Nord. Secondo altri studiosi, molti rimasero nell'area di insediamento originale sulla riva destra della Saale e fuggirono dagli slavi verso il confine nord-orientale dell'Harz nel VI secolo. Essi tennero testa ai Sassoni, che tornarono in patria nel 573 dalla campagna per la conquista d'Italia intrapresa insieme ai Longobardi di Alboino[1].

Lo studio di Eike von Repgow sulla Svevia sull'Harz spiega l'origine dei signori di Sassonia come segue: i signori di Anhalt, di Brandeburgo, di Orlamünde, il margravio di Meißen, il conte di Brehna, Hakeborn, di Gneiz di Müchlen, di Dröbel, di Elsdorf, di Schneidlingen, i Vogt Alberto di Spandau, Schrapen di Gersleben, Anno di Jerdingsdorf, Ermanno di Mehringen, Winningens e Seedorf erano tutti di etnia sveva. Seguono altri Svevi e Franchi, ma tutti i liberi signori e giudici laici residenti in Sassonia erano di etnia sassone[1].

Nel 927, il re Enrico I approfittò di una lunga faida tra la nobiltà di Schwabengau e, insieme al vescovo di Halberstadt, intervenne a favore dei primi Ascanidi (dal nome di Aschersleben). Il suo consigliere e comandante dell'esercito Tietmaro assediò e distrusse il castello di Salfurt in modo tale che il luogo (oggi Bernburg an der Saale) fu successivamente chiamato "Brandanburg" (il castello bruciato). Tietmaro probabilmente ricevette in seguito l'ufficio di conte nello Schwabengau, perché suo figlio Sigfrido ne era già in possesso nel 934. Teitmaro morì il 1º giugno 932.

Conti[modifica | modifica wikitesto]

I conti (Grafen) di Schwabengau erano:

La Schwabengau fu il nucleo centrale delle terre degli Ascanidi da Esiko e, insieme al vicino Gau Serimunt, situato tra la Saale, Elba e Mulde, divenne il nucleo del successivo principato di Anhalt.

Insediamenti[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'Atlas des Saale- und mittleren Elbegebietes (in italiano Atlante della regione della Saale e dell'Elba centrale)[5], nello Schwabengau si trovavano i seguenti insediamenti:

Saale[modifica | modifica wikitesto]

Sulla frontiera del fiume Saale (tra gli Svevi e gli Slavi) si trovavano i villaggi (da sud):

Saale-Hinterland[modifica | modifica wikitesto]

Nell'entroterra della Saale c'erano i villaggi:

Bode[modifica | modifica wikitesto]

Al confine del Bode con il Nordthüringgau c'erano (a partire dalla foce del Bod in direzione di Bodeknie):

Al confine inferiore con l'Harzgau c'erano (dal Bodeknie in direzione sud):

Wipper[modifica | modifica wikitesto]

Nella zona del Wipper vi furono i seguenti insediamenti:

Eine[modifica | modifica wikitesto]

A nord del Wipper e lungo l'Eine c'erano gli insediamenti (a monte):

Selke[modifica | modifica wikitesto]

Sul Selke c'erano (a monte):

Tra il Bode e Selke[modifica | modifica wikitesto]

Tra Bode e Selke c'erano (da ovest):

A Bodeknie[modifica | modifica wikitesto]

Nella zona di Bodeknick c'erano (da sud):

Località sconosciuta[modifica | modifica wikitesto]

Inoltre, ci sono almeno i seguenti insediamenti non ancora identificati:

Altri[modifica | modifica wikitesto]

L'atlante non include:

  • Lepenitz, deserta, a nord di Bernburg (Saale)
    • Lepenitz era un antico insediamento sorabo e una capitale di questo popolo situata ad ovest del fiume Saale vicino a Bernburg, verso Altenburg. Intorno al 1450, i residenti sorabi di Lepenitz furono costretti a lasciare il loro villaggio. Si stabilirono fuori dalle mura della città di Bernburg sul lato opposto, orientale rispetto al Saale, sotto la collina del castello nella cosiddetta Freiheit (libertà). In questo caso, Freiheit significava che i residenti della erano esenti da tasse e servizi che di solito dovevano essere forniti dai residenti dell'area riservata del castello. D'altra parte, i sorbi erano tenuti a pagare le tasse al Consiglio di Bernburg. Dal punto di vista della popolazione soraba, Freiheit significava "libertà dalla terra", che ora era distribuita tra i cittadini tedeschi di Bernburg. Gli archivi della chiesa di Lepenitz entrarono a far parte dell'archivio del castello di Bernburg.

Proprietari[modifica | modifica wikitesto]

Il canonico Liudgero di Magdeburgo possedeva i seguenti luoghi intorno al 1050:

  • Queinstete = Quenstedt s. Aschersleben
  • Zobikeri = Zöbiker, wüst nö. Quenstedt
  • Smalenbicke = unbekannt, im Gebiet nö. des Harzes
  • Hartuuigeroht = Wüstung im Ostteil von Bräunrode sw. Aschersleben
  • Hamecenroht = unbekannt, im Gebiet nö. des Harzes
  • Hillimeroht = unbekannt, im n. Harzvorland
  • Gerenroht = Gernrode s. Quedlinburg
  • Hansel = Haselndorf, wüst n. Königsaue nw. Aschersleben
  • Reterderoht = Ritterode w. Hettstedt/s. Aschersleben
  • Bruniroht = Bräunrode sw. Aschersleben
  • Poplize = Poplitz, wüst n. Sandersleben
  • Brundel = Bründel Gem. Plötzkau ö. Aschersleben an der Saale
  • Winninge = Winningen n. Aschersleben
  • Bornicar = Groß Börnecke nw. Staßfurt
  • Brunistorf = Brunsdorf, wüst n. Friedrichsaue nw. Aschersleben
  • Hiloua = unbekannt, im n. Harzvorland

Dopo la sua morte, questi luoghi passarono al re Enrico IV, che li diede il 21 giugno 1060[31] all'arcidiocesi di Magdeburgo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Kleine Geschichten aus Sachsen-Anhalt, Karl Hermann Weck
  2. ^ „Otto I. - RI II,1 n. 98 941 iuni 7, Rore schenkt dem von ihm aus der taufe gehobenen Sigifrid, dem sohn des markgrafen Gero, auf des letztem und anderer grafen bitte das neue schloss und was Gero ausserdem bisher in der mark der villen Egeln (Osteregulun) und Westeregeln im Schwabengau in der grafschaft desselben Gero als königliches lehen inne hatte, mit ausnahme des zu Hersfeld gehörigen gutes“ Regesta Imperii RI II,1 n. 98 (online; abgerufen am 2. November 2016).
  3. ^ „Otto I. - RI II,1 n. 192 950 dez. 6, Imanlevu schenkt dem vom markgrafen Gero zu ehren des h. Ciriacus erbauten kloster Frohse auf für sprache seines bruders Brun und des stifters seinen besitz zu Hebanthorp (unbekannt...) im Schwabengau in der grafschaft desselben Gero und 2 hörige familien“ Regesta Imperii RI II,1 n. 192 (online; abgerufen am 2. November 2016).
  4. ^ „Otto I. - RI II,1 n. 114 944 febr. 29, Kissenbruka gibt dem markgrafen Gero seinen besitz in der villa Turtlinga (unbekannt...) in dessen grafschaft Nordthüringau zu tausch gegen die halbe mark (dimidiam partem confinii id est marche) der villa Ritterode im Schwabengau in der grafschaft Thietmars.“ Regesta Imperii RI II,1 n. 114 (online; abgerufen am 2. November 2016).
  5. ^ Otto Schlüter, Oskar August (Hrsg.) unter Mitwirkung zahlreicher Fachwissenschaftler: Atlas des Saale- und mittleren Elbegebietes. Verlag Enzyklopädie, Leipzig 1958–1960, Karte 10.
  6. ^ Anfang April 1150 schenkte Kaiser Konrad II. Wischeribe und Uviuelinge (Weferlingen in Niedersachsen, Landkreis Wolfenbüttel) als Seelgerät für sich und seine Vorfahren an die Stiftskirche Simonis und Judäa in der Kaiserpfalz Goslar (vgl. RI IV,1,2 n. 666 In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1150-04-00_1_0_4_1_2_668_666 (Abgerufen am 27. Oktober 2017)). Nach Ansicht des Ortschronisten und Schriftstellers Harald Wieschke bezieht sich eine Urkunde im Dessauer Landesarchiv, in der zu 963 ein Dorf Wischleben im Burgward Plötzkau erwähnt wird, bereits auf Großwirschleben (vgl. Mitteldeutsche Zeitung vom 17. August 2007.) Damit wäre eine ostfränkische Ortschaft in der Zeit der Gaugrafschaften belegt, deren Gemarkung bis an die alte Kuhfurtsaale reicht (die Alte Saale bis 1164/1247, welche die alte Gaugrenze zu den Slawen bildete).
  7. ^ Ersterwähnung am 20. August 1063 als Adersted im pagus Sueuio [Schwabengau] des Grafen Adalbert. vgl. RI III,2,3 n. 302: "Heinrich IV. (1063 August 20, Erlangen) Heinrich schenkt der bischöflichen Kirche zu Halberstadt aufgrund der Intervention der Erzbischöfe Anno von Köln und Adalbert von Bremen sowie in Anbetracht der treuen Dienste Bischof Burchards den im Schwabengau in der Grafschaft des Grafen Adalbert gelegenen Hof Aderstedt nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche." In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1063-08-20_2_0_3_2_3_302_302 (Abgerufen am 24. Oktober 2017).
  8. ^ 782 als fränkischer Königshof ersterwähnt. Vgl. Otto Schlüter, Oskar August (Hrsg.) unter Mitwirkung zahlreicher Fachwissenschaftler: Atlas des Saale- und mittleren Elbegebietes. Verlag Enzyklopädie, Leipzig 1958–1960, Beiheft (Teil 2), S. 151: "Hier lag ein 782 genannter fränkischer Königshof."
  9. ^ 1020 (1021) Tanzwunder; 1035 Markt, Zoll und Bann
  10. ^ Am 21. Juni 1060 Ersterwähnung als Brundel in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt). In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017). Namensformen: Brundel, Brundele, Barundele und Brundal
  11. ^ (erstmals) 965 als Scakendal erwähnt
  12. ^ erstmals im 7. Juni 941 als „Osteregulon“ mit einem neuen Kastell durch König Otto I. beurkundet, an der Furt durch die Bode - vgl. RI II,1 n. 98 In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/0941-06-07_1_0_2_1_1_226_98 (Abgerufen am 2. November 2017).
  13. ^ erstmals im 7. Juni 941 durch König Otto I. beurkundet - vgl. RI II,1 n. 98 In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/0941-06-07_1_0_2_1_1_226_98 (Abgerufen am 2. November 2017).
  14. ^ RI II,2 n. 768: erstmals als Hadisleba in einer Urkunde Ottos II. vom 10. Mai 978 erwähnt In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/0978-05-10_1_0_2_2_0_334_768 (Abgerufen am 2. November 2017)
  15. ^ Am 24. November 1050 schenkte Heinrich III. ihm vererbte Besitzungen in Adersleben (Hadeslib), Egeln und Etgersleben dem Stift St. Simon und Juda zu Goslar. In: [RIplus] Regg. Heinrich III. n. 256: In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/d6cced10-b5d7-4321-ad6d-7beea46f6ebb (Abgerufen am 2. November 2017); MGH DH III. n. 256
  16. ^ RI II,2 n. 768: erstmals als Rodisdorp in einer Urkunde Ottos II. vom 10. Mai 978 erwähnt In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/0978-05-10_1_0_2_2_0_334_768 (Abgerufen am 2. November 2017).
  17. ^ Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Poplize in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  18. ^ Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Zobikeri in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  19. ^ Der Ort wurde das erste Mal im Jahre 992 urkundlich als Quenstedi erwähnt. Der Ort gehörte damals dem Schwabengau an, wie auch das Kirchensiegel mit dem Schriftzug „Swaven Quenstedti“, was so viel wie Schwaben Quenstedt bedeutet, belegt. Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Queinstete in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  20. ^ Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Reterderoht in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  21. ^ Am 21. Juni 1060 Ersterwähnung als Bruniroht in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  22. ^ Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Hartuuigeroht in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  23. ^ 959 gründete Markgraf Gero in seiner Burg Geronisroth das Damen-Stift Gernrode (am 17. Juli 961 von König Otto I. bestätigt). vgl. Die Urkunden Konrad I., Heinrich I. und Otto I. Bearbeitet von Theodor Sickel. Monumenta Germaniae Historica. Die Urkunden der Deutschen Könige und Kaiser. 1. Hahn, Hannover 1879–1884, unveränderter Nachdruck München 1997, ISBN 3-921575-60-5, S. 313 f. Nr. 229. Online-Edition - hier wird erstmals neben dem Stift und der Burg Geronisroth der Rodungsort Geronrod genannt. Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Gerenroht in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  24. ^ 961 in einer Urkunde von König Otto II. als „Bedeburn“ erstmals erwähnt
  25. ^ 964 Ersterwähnung. Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Winninge = Winningen (n. Aschersleben) in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017). Um 1145 erster Kirchenbau.
  26. ^ Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Hansel = Haselndorf (wüst n. Königsaue nw. Aschersleben) in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  27. ^ Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Brunistorf = Brunsdorf (wüst n. Friedrichsaue nw. Aschersleben) in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  28. ^ Ersterwähnung am 1. April 1006 (Kaiser Heinrich II. schenkte zwei Hufen Acker in Burnacherum an seinen Kaplan Dietrich Rodensleben) Namensformen: Bornicar, Bornikere, Börneker und letztlich Börnecke. Am 21. Juni 1060 Erwähnung als Bornicar in RI III,2,3 n. 197: Heinrich schenkt der erzbischöflichen Kirche zu Magdeburg aufgrund der Intervention seiner Mutter, der Kaiserin Agnes, sowie auf Bitten Erzbischof Engelhards die durch Erbschaft an ihn gefallenen Güter aus dem Besitz des Magdeburger Domherren Liudger an sechzehn namentlich aufgeführten Orten des Hosgaues in der Grafschaft des Markgrafen Dedi nebst allem Zubehör und allen Einkünften mit dem Recht zu freier Verfügung zum Nutzen der Kirche. (irrtümlich Hosgau statt Schwabengau eingesetzt) In: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  29. ^ erstmals 941 urkundlich erwähnt
  30. ^ a b c d Am 21. Juni 1060 an das Erzbistum Magdeburg geschenkt. vgl. RI III,2,3 n. 197, in: Regesta Imperii Online, URI: http://www.regesta-imperii.de/id/1060-06-21_1_0_3_2_3_197_197 (Abgerufen am 30. Oktober 2017).
  31. ^ RI III, 2, 3 n. 197.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]