Saxifraga vandellii

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Saxifraga vandelli
Saxifraga vandellii
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
Ordine Saxifragales
Famiglia Saxifragaceae
Genere Saxifraga
Specie S. vandellii
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Rosales
Famiglia Saxifragaceae
Genere Saxifraga
Specie S. vandellii
Nomenclatura binomiale
Saxifraga vandellii
Sternb., 1810
Sinonimi

Chondrosea vandellii
Haw.
Evaiezoa pungens
Raf.
Saxifraga pungens
Clairv.

Nomi comuni

Sassifraga di Vandelli

Saxifraga vandellii (Sternb., 1810), comunemente nota come sassifraga di Vandelli, è una pianta appartenente alla famiglia delle Saxifragaceae, endemica delle Alpi Orobie[1].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il termine saxifraga proviene dal latino saxum = sasso, e fragus, del verbo frangere = rompere; il significato del binomio è quindi: erba che rompe i sassi.[2]

L'epiteto specifico vandelli è un dovuto riconoscimento[3] al naturalista e botanico italiano Domenico Agostino Vandelli[4] che per primo[5][6][7] la descrisse[8], e la catalogò[9] nel 1763.[10]

Nel 1831 il botanico Kaspar Maria von Sternberg pubblica un disegno di Saxifraga Vandellii[11] su Revisio Saxifragarum.[12]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una pianta erbacea camefita pulvinata, annuale perenne, ghiandolosa, con un'altezza di 10–20 cm (Foto 1), formante cuscinetti compatti e rigidi sovente emisferici ghiandolosi e fogliosi. Il fusto legnoso è eretto, gracile, di solito forcato in alto (Foto 2).
Le foglie sono cuneate-spatolate, a 3-5 lobi o con denti divergenti (Foto 4).
I fiori sono pentameri, su cime formate da pochi fiori. La corolla è formata da 5 petali bianchi lunghi 2–3 mm. Generalmente gli stami sono presenti nel numero di 10 con calice più o meno globoso. Fiorisce da Marzo a Maggio e talvolta sino a Luglio. Il frutto si presenta con una capsula obovoide (Foto 3).[13]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La Saxifraga Vandellii[14] è un endemismo insubrico che cresce sulle rupi calcaree delle Alpi Orobie, tra le Giudicarie, le Grigne e il Bormiense, ad una altitudine compresa tra 1.100 e 2.600 m[15][16]. Nel lago di Como è stata segnalata nei massicci Corni di Canzo, Resegone, Artavaggio e Grigne, ed anche sulla Cima Presolana ed al Passo Croce.[17] Presente nel Parco dell'Adamello.[18]

La Saxifraga Vandellii è presente anche nel nord Europa sino alle latitudini della Scozia e della Scandinavia.

L'habitat comune è principalmente su rocce, ma oggi la distribuzione della specie la vede presente anche sul terreno smosso, e talvolta sulle sabbie compatte, sui pendii, ed anche sui muri ed i tetti delle abitazioni del Nord Europa.[19]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Saxifraga vandellii Sternb., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 30 gennaio 2021.
  2. ^ Saxifraga, in Dizionario Etimologico Online. URL consultato il 1º dicembre 2016.
  3. ^ Purtroppo la relazione del viaggio di Vandelli, corredata da 25 tavole di disegni realizzate dal giardiniere Giulio Mattiazzi, rimase manoscritta fino alla fine del 1900, anche se ne furono fatte numerose copie. L’originale o forse una di queste è conservata presso la biblioteca universitaria di Pavia ed alcune sono state inviate a Vienna dal conte Firmian. La scoperta di Vandelli venne consegnata alla scienza dal conte Kaspar Von Sternberg (1761-1838) nella sua magnifica Revisio Saxifragarum iconibus illustratae, pubblicata a Ratisbona solo nel 1810. Spigolature su Domenico Agostino Vandelli, su academia.edu.
  4. ^ Cfr.: "I floristi, non solo lombardi, che sentono nominare la Saxifraga vandellii sono abituati a collocare questa stupenda pianta sulle rupi calcaree insubriche, dove la sua fioritura precoce è ammirata come una perla sulle rupi verticali. Molti però non sanno che la storia della scoperta di questa specie è davvero singolare ed è dovuta ad un medico dal carattere estroverso; un vero genio della botanica. Non è questa la sede per dare informazioni biografiche su Vandelli anche se alcune precisazioni vanno fatte in quanto molte inesattezze sono state scritte. Perfino Andrea Saccardo nel suo testo sulla "Botanica in Italia" edito a Venezia nel 1895 introduce elementi di confusione. Nel suo repertorio biografico dei botanici, a pagina 169 dichiara che Domenico Vandelli è nato a Levizzano di Modena nel 1732, correggendosi nell’aggiunta successiva e attribuendogli i natali in Padova nel 1735. Ad incrementare la confusione interviene anche l’omonimia tra il nostro botanico e lo scienziato abate gesuita e matematico Domenico Vandelli (1691-1754), nato per davvero a Levizzano di Modena, e conosciuto principalmente per essere stato l’ideatore dell’antica strada sull’Appennino che collegava Modena con Massa, opera di grande valore ingegneristico voluta dall’arciduca Francesco III d’Este per motivi sia militari che commerciali. Elementi di confusione dunque che possono essere colmati con certezza dalla lettura del capitolo scritto dal professor Marco Meriggi, pubblicato sul libro: Domenico Vandelli, Saggio d’istoria naturale del lago di Como (Jaka Book, 1989). In questo contributo viene tracciata una puntuale ed esaustiva descrizione della vita avventurosa e delle opere del botanico Vandelli nipote dell’omonimo abate." Spigolature su Domenico Agostino Vandelli, su academia.edu.
  5. ^ Per concludere annotiamo che ulteriori informazioni possono essere trovate nel volume Saxifrages of Europe pubblicato a Londra da Webb e Gornall nel 1989, ma per chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento dal punto di vista storico, consigliamo la lettura dell’articolo pubblicato sul n° 59 (1992) del notiziario della Banca Popolare di Sondrio. In questa sede il botanico svizzero Hans Peter Fuchs-Eckert, scomparso nel 1999, descrive dettagliatamente le vicende che portarono alla scoperta di questo stupendo endemita, attribuendo però la primogenitura del binomio Saxifraga Vandellii a Laurentius Chrysanthus de Vest (1805). Spigolature su Domenico Agostino Vandelli, su academia.edu.
  6. ^ Anche se possiamo individuare il protologo nel lavoro di Sternberg del 1810, viene quasi sempre ignorato che il binomio S. vandelli[i] fu usato qualche anno prima a Klagenfurt (1805) su un manuale di botanica a cura di Laurentius Chrysanthus de Vest (1776-1840) con una appropriata descrizione: "foliis compactis plicatis carinatis canaliculatis pungentibus, caule calycequae viscido paucifloro, paucifolio. Petala alba. In alpibus, rara" [= foglie appressate ripiegate carenate pungenti, fusto e calice viscido con pochi fiori e poche foglie. Petali bianchi. Nelle alpi, rara]. Spigolature su Domenico Agostino Vandelli, su academia.edu.
  7. ^ Purtroppo la tassonomia non è così univoca come dovrebbe, esistendo differenti interpretazioni adottate da differenti botanici quali quella adottata nella Flora d'Italia (S.Pignatti, 1982) o quella utilizzata da Ehrendorfer nella sua "Lista delle Piante dell'Europa Centrale". Per evitare il più possibile ambiguità tassonomiche, ogni nome specifico deve essere seguito dal nome dello studioso che per primo lo ha proposto. Si può anche verificare che un autore abbia utilizzato L'epiteto specifico in combinazione con un differente nome generico; in questo caso il nome dell'autore viene indicato tra parentesi. Il nome dello studioso spesso compare abbreviato in accordo con le norme internazionali (L. = Carl Linnaeus, All. = Allioni, ecc.). Sui vari libri che potete consultare, vi potrà quindi capitare di riscontrare delle differenze. Da parte nostra, cercheremo di dare un'informazione completa indicando, dove conosciute, tutte la varie interpretazioni. Note sulla Nomenclatura, su fioridimontagna.it.
  8. ^ Il viaggio di Vandelli iniziò il 21 maggio del 1763 con il ben preciso scopo della descrizione e della raccolta sia di vegetali che di minerali. La conclusione venne documentata sotto forma di "diario" in una relazione finale stesa malvolentieri dallo stesso Vandelli che infatti esordisce scrivendo: "Se non fosse mio obbligo di presentare ora un saggio delle mie osservazioni spettanti all’Istoria Naturale del Milanese, non ardirei di esporre questo Giornale, perché mi si richiederebbe maggior tempo per ordinarlo, e per estenderlo in lingua più purgata, e con miglior ordine ….". Pochi giorni dopo l’inizio dell’esplorazione, il giorno 4 giugno, Vandelli lascia Asso e sale al "… Monte detto i Corni di Canzo …", passando dalla "… Bocca di Valcirina [Colletta dei Corni], che ha boschi di castagni, dove copiose fonti scaturiscono". Più in alto annota: "La sommità dei monti ha tre scogli nudi, con altri minori, che in distanza due soltanto appariscono, e Corni vengono chiamati. La pietra è calcarea con venature spatose bianche [calcite]". Dopo un elenco di piante interessanti quali: "Spartium radiatum [Genista radiata], Gentiana utriculosa, Valeriana celtica [Valeriana saxatilis], Melittis melissophyllum, Orchis alba bifolia minor, calcari oblongo [dallo sperone oblungo; si tratta di Platanthera bifolia], Bupleurum petraeum, Athamanta cretensis, Cistus canus [Helianthemum canum], Globularia cordifolia, Paeonia mascula [Paeonia officinalis]", si sofferma sulla descrizione di una pianta a lui insolita: "Saxifraga foliis aggregatis imbricatis subulatis laevibus, caule subnudo multifloro [Sassifraga dalle foglie strettamente unite subulate e lisce, fusto quasi senza foglie e con molti fiori]". È la prima descrizione per la scienza della nostra Saxifraga Vandellii, fino a quel giorno mai notata da alcun botanico. Vandelli chiosa inoltre: "Differt a Saxifraga Burseriana, L. Species Plantarum [pag.] 400 florum quantitate, nam Burseriana habet caulem uniflorum, nostra multiflorum, ut ab utriusque icone apparet" [Differisce da S.burseriana L. descritta a pagina 400 per la quantità di fiori, in quanto Burseriana ha un caule unifloro, la nostra multifloro, come appare dall’icona di entrambe]. A supporto della sua osservazione sulla diversità delle due specie acclude una tavola disegnata con precisione (Fig. 1) dove commenta: "fig. 1 Burseriana, fig. 2 nostra". Spigolature su Domenico Agostino Vandelli, su academia.edu.
  9. ^ La sua scoperta avvenne il 4 giugno del 1763 durante le esplorazioni dei territori circostanti il Lago di Como effettuate dal Vandelli su incarico del conte trentino Joseph Firmian, destinato da Maria Teresa d’Austria come ministro plenipotenziario e governatore generale della Lombardia austriaca. Karl Joseph von Firmian (1716-1782), formatosi nelle migliori università europee, fu un uomo coltissimo che alla sua morte, avvenuta in Milano nel 1782, lasciò una biblioteca di 40.000 volumi, smembrata e venduta insieme alle innumerevoli opere d’arte che aveva collezionato. Del fondo librario fortunatamente esiste un catalogo nella Biblioteca Braidense (Brera, MI; E. Banfi in litt.). Venne sepolto nella stessa città, nella chiesa di San Bartolomeo dove un monumento funebre tuttora lo ricorda. Non si è certi tuttavia che sia stato lo stesso Firmian ad incaricare Vandelli dell’esplorazione del Lario o sia stato solo l’intermediario della volontà imperiale in quanto Francesco I° di Lorena, marito di Maria Teresa, era conosciuto come amante delle scienze naturali. Spigolature su Domenico Agostino Vandelli, su academia.edu.
  10. ^ Saggio d'istoria naturale del Lago di Como e della Valsassina e altri luoghi lombardi (1763), Milano, Jaca Book, 1989
  11. ^ Vandellii: (Le specie Androsace, Angeja, Barbacenia, Bragantia, Chondrosea, Galvania, Justicia, Marcielia, Mayaca, Saxifraga, Urceola) sono tutte dedicate al naturalista e botanico italiano Domenico Agostino Vandelli (1735-1816), professore di Botanica a Lisbona (dove fondò il primo orto botanico portoghese) e successivamente a Coimbra, scopritore della Saxifraga e dell'Androsace che portano il suo nome. Acta Plantarum su Domenico Agostino Vandelli, su actaplantarum.org.
  12. ^ https://www.researchgate.net/figure/Disegno-di-Saxifraga-vandellii-pubblicato-da-Sternberg-su-Revisio-Saxifragarum-nel-1831_fig14_303289874
  13. ^ Copia archiviata (PDF), su cooksonia.it. URL consultato il 28 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2018).
  14. ^ Attualmente la nomenclatura binomiale Saxifraga Vandellii è stata ampiamente accettata dal mondo scientifico. Cfr.: Alpine Garden Society Nomenclatura in Enciclopedia, su encyclopaedia.alpinegardensociety.net.
  15. ^ Saxifraga vandellii Sternb., su homolaicus.com.
  16. ^ Sassifraga di Vandelli - Parco Nazionale dello Stelvio, su bormio3.it.
  17. ^ Copia archiviata, su saxifraga.org. URL consultato il 28 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2018).
  18. ^ Parco dell'Adamello, su parks.it.
  19. ^ The Saxifrage Society, su saxifraga.org. URL consultato il 28 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Domenico Vandelli, Saggio d'istoria naturale del lago di Como: della Valsasina e altri luoghi lombardi (1763); Editore Jaca Book, 1989 ISBN 88-16-28027-1, 978-88-16-28027-4
  • AA.VV. - Dizionario di Botanica - Rizzoli Editore - Milano 1984 ISBN 88-17-74802-1
  • Baroni E. - Guida botanica d'Italia - Cappelli Bologna - 1977
  • Pignatti S. - Flora d'Italia (3 voll.)- Edagricole - Bologna 1982
  • Zangheri P. - Flora Italica (2 voll.) - Cedam - Padova 1976

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