Convento di Santa Maria delle Grazie (Montechiarugolo)

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Convento di Santa Maria delle Grazie
Santuario di Santa Maria Ausiliatrice
Facciata del santuario
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàMontechiarugolo
Indirizzovia Parma 4
Coordinate44°41′55.68″N 10°25′05.2″E / 44.6988°N 10.41811°E44.6988; 10.41811
Religionecattolica di rito romano
Titolaresanta Maria delle Grazie, santa Maria Ausiliatrice
Ordinefrancescani, salesiani
Diocesi Parma
Fondatoreconte Marsilio Torelli
Stile architettonicorinascimentale, neoclassico e razionalista
Inizio costruzione1500
Completamento1964

Il convento di Santa Maria delle Grazie è un ex monastero salesiano rinascimentale, con annesso santuario neoclassico intitolato a santa Maria Ausiliatrice, situato in via Parma 4 a Montechiarugolo, in provincia e diocesi di Parma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1489 il conte di Montechiarugolo Marsilio Torelli ordinò la costruzione di un convento all'esterno delle mura del borgo.[1] Nel 1500, alcuni anni dopo la sua morte, la nuora Damigella Trivulzio, moglie del conte Francesco, avviò il cantiere per l'edificazione del complesso, intitolato inizialmente a san Nicola da Tolentino; in seguito alla scomparsa del marito nel 1518, la vedova, reggente la contea in nome del figlio Paolo, continuò i lavori del monastero, che nel 1519 decise di affidare ai frati francescani dopo averne ottenuto il consenso da parte del papa Leone X;[2] la struttura fu completata tra il 1522[3] e il 1523, con la solenne consacrazione della chiesa a santa Maria delle Grazie.[2]

Nel 1530 la contessa donò ai frati anche l'oratorio del Romito, edificato nei pressi del guado sul torrente Enza nel XII secolo dai monaci dell'abbazia di Santa Felicola.[4]

I francescani furono costretti ad abbandonare il convento e l'oratorio nel 1811, a causa dei decreti napoleonici relativi alla soppressione degli ordini religiosi; mentre il piccolo luogo di culto fu alienato a privati,[4] il monastero fu adibito inizialmente a caserma militare e successivamente a fabbrica di polvere da sparo. Dopo l'Unità d'Italia, nel 1870 il Demanio mise all'asta la struttura, che fu acquistata dapprima dalla famiglia Giovanardi, poi dalla famiglia Bocchi e infine dai conti Politi;[1] nel 1914[2] l'ultima erede della stirpe la assegnò nel testamento alla Società Salesiana di San Giovanni Bosco,[1] che ne prese possesso nel 1919;[5] dopo alcuni lavori di sistemazione e la quasi completa ricostruzione della chiesa in stile neoclassico,[6] i religiosi vi aprirono nel 1922 la "Scuola pratica di agricoltura", succursale dell'istituto San Benedetto di Parma.[5]

Tra il 1933 e il 1947, durante la direzione di don Giuseppe Lazzero, il complesso fu notevolmente modificato e ampliato, per adeguarlo alle esigenze del sempre crescente numero di iscritti.[5]

Nel 1962 la chiesa fu elevata a santuario diocesano, dedicato a santa Maria Ausiliatrice.[5]

Nel 1964, in seguito alla soppressione degli istituti di avviamento agrario, il convento divenne sede di una scuola media gestita dai salesiani, che fu in seguito intitolata a don Giuseppe Lazzero; dopo il 1994 il numero di iscritti calò drasticamente, tanto da indurre i religiosi a chiudere l'istituto nel 2002 e ad abbandonare il complesso; la struttura fu acquistata da una società immobiliare costituita da un gruppo di ex allievi, che riaprì la scuola affidandone la gestione alla "Cooperativa Scuola don Lazzero".[5]

Ciò nonostante, dopo pochissimi anni, a causa degli ingenti debiti l'istituto fu costretto a chiudere definitivamente i battenti e la società fu dichiarata fallita dal tribunale nel 2014.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso si sviluppa a lato della strada provinciale, articolandosi attorno a un chiostro centrale; sul fianco orientale si allunga la chiesa, con facciata a nord su via Parma.

Santuario di Santa Maria Ausiliatrice[modifica | modifica wikitesto]

Facciata del santuario
Navata del santuario

La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica, affiancata da cappelle laterali.[6]

La simmetrica facciata a salienti, interamente intonacata, è preceduta da sagrato; al centro è collocato l'ampio portale d'ingresso delimitato da cornice, protetto da un piccolo protiro a copertura piana sostenuto da due pilastri, coronati da capitelli a foglie; più in alto si apre una finestra ad arco ribassato incorniciata, mentre a coronamento si staglia il frontone triangolare. Sulla sinistra si innalza l'esile campanile, con cella campanaria affacciata sui quattro lati attraverso piccole bifore ad arco a tutto sesto.

Presbiterio del santuario
Controfacciata del santuario

All'interno la navata, preceduta da un atrio, è coperta da una serie di volte a crociera con costoloni dipinte; sui fianchi, ornati con affreschi novecenteschi, si aprono le arcate a tutto sesto delle cappelle laterali.[6]

Sul fondo del presbiterio si staglia all'interno di un'ancona neoclassica in marmo la statua lignea della Madonna col Bambino, realizzata da scultori della Val Gardena.[6].

Nella chiesa venne sepolto Andrea Rivasi, considerato il primo caduto risorgimentale dagli storici che individuano l'inizio del movimento finalizzato all'unità nazionale italiana nella prima campagna napoleonica[8]. Morì il 4 ottobre 1796 nella battaglia di Montechiarugolo[9].

Convento[modifica | modifica wikitesto]

Facciata del convento

Il convento si sviluppa attorno al chiostro porticato centrale rinascimentale.

La facciata intonacata su via Parma, sviluppata su due livelli fuori terra, è caratterizzata dalla presenza del portale d'ingresso ad arco a tutto sesto, delimitato da un'ampia cornice in bugnato liscio; le numerose finestre sono inquadrate da cornici in mattoni rossi, mentre a coronamento si allunga il cornicione in aggetto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Montechiarugolo, su digilander.libero.it. URL consultato il 4 maggio 2017.
  2. ^ a b c Storia di Montechiarugolo – notizie, su terredimontechiarugolo.it. URL consultato il 4 maggio 2017.
  3. ^ L'Arte di verificare le date, p. 457.
  4. ^ a b L'Oratorio del Romito, su villalavignazza.wixsite.com. URL consultato il 4 maggio 2017.
  5. ^ a b c d e Vittorio Gherri, Montechiarugolo. Qui ci pensano gli ex allievi, in bollettinosalesiano.it. URL consultato il 29 ottobre 2023.
  6. ^ a b c d Santuario Maria Ausiliatrice di Montechiarugolo – Montechiarugolo (Parma), su viaggispirituali.it. URL consultato il 5 maggio 2017.
  7. ^ Scuola di Don Bosco a Montechiarugolo in fallimento, in www.fallimenti.it, 13 maggio 2014. URL consultato il 4 maggio 2017.
  8. ^ Villa, p. 43.
  9. ^ Nota biografica su Andrea Rivasi, primo caduto per l'indipendenza italiana, morto a Montechiarugolo (4 ottobre 1796) (PDF), su comune.cavriago.re.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Arte di verificare le date dei fatti storici delle inscrizioni delle cronache e di altri antichi monumenti, Tomo XVII, Venezia, Tipografia Gattei, 1832.
  • Claudio Villa, I simboli della Repubblica: la bandiera tricolore, il canto degli italiani, l'emblema, Comune di Vanzago, 2010, SBN IT\ICCU\LO1\1355389.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]