Marcella di Roma

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Marcella (... – Roma, 410) fu una matrona romana che, rimasta vedova, si dedicò alla vita ascetica seguendo i consigli spirituali di Girolamo.

È considerata santa dalla Chiesa, che la ricorda il 31 gennaio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La sua vita è nota principalmente grazie alle lettere di Girolamo, che corrispose con lei[1] e che ne parlò con altri corrispondenti.[2]

Era di nobile famiglia, e tra i suoi antenati aveva sia consoli sia prefetti del pretorio.[3] Sua madre era Albina[4][5] e Pammachio suo cugino;[6] è possibile che Asella fosse sua sorella.[7] Aveva una casa sull'Aventino.[8]

Si sposò, ma rimase vedova dopo solo sette mesi, nello stesso periodo in cui suo padre morì.[5][9][10] La madre le organizzò un matrimonio con il prefetto Nerazio Cereale, che però Marcella rifiutò:[5] fu la prima matrona romana ad adottare una vita ascetica[11] e dimostrò interesse negli studi biblici.[12]

Era a Roma durante il sacco del 410 a opera di Alarico, e morì qualche mese dopo.[13] Dopo la sua morte, Girolamo compose la lettera ad Principiam virginem de vita sanctae Marcellae.[14]

È la destinataria della Exhortatio ad Marcellam, che è stata erroneamente attribuita a Girolamo e in cui si fa riferimento alla possibilità, poi non realizzatasi, che la sua famiglia stringesse legami con la famiglia imperiale.[15]

Agiografia[modifica | modifica wikitesto]

Santa Marcella di Roma
S.Marcella a Roma (Q. Ostiense), interno
 

vedova

 
Nascita330 circa
Morte410
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza31 gennaio

Apparteneva a una ricca e nobile famiglia romana, andò sposata ad un certo Albino, ma rimase vedova dopo soli sette mesi di matrimonio. Ebbe l'opportunità di conoscere Atanasio, esule a Roma da Alessandria d'Egitto durante la crisi ariana, che le fece conoscere il movimento monastico orientale e le figure di eremiti di Antonio e Pacomio. Marcella decise così di rinunciare a ogni altro legame nuziale e iniziò un periodo di isolamento dal mondo pur vivendo nel centro dell'Urbe: nel suo palazzo dell'Aventino si costituì presto una comunità femminile che aveva scelto una vita di preghiera e penitenza.

Girolamo, giunto a Roma come segretario di papa Damaso I, si prese cura di queste pie donne e per diversi anni le assistette e dispensò loro consigli spirituali. Nel 384 Girolamo si recò in Terrasanta, e alcune donne del gruppo di Marcella lo seguirono; Marcella rimase a Roma e qui, ormai anziana, fu testimone del saccheggio dei goti di Alarico del 410, durante il quale verosimilmente perse la vita.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Santa Marcella di Roma si ricorda il 31 gennaio.

Martirologio Romano: «A Roma, commemorazione di santa Marcella, vedova, che, come attesta san Girolamo, dopo avere disprezzato ricchezze e nobiltà, divenne ancor più nobile per povertà e umiltà».

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ricevette le lettere 23-29, 32, 34, 37-38, 40-44, 46, 59, 97.
  2. ^ È citata nelle lettere 22.41, 30.14, 45, 47, 48, 54, 65, 107.
  3. ^ Girolamo, Epistulae 127.1.
  4. ^ Girolamo, Epistulae 32.2.
  5. ^ a b c Girolamo, Epistulae 127.2.
  6. ^ Girolamo, Epistulae 48.4.
  7. ^ Girolamo, Epistulae 45.7, che però potrebbe far riferimento a un rapporto spirituale e non di sangue.
  8. ^ Girolamo, Epistulae 47.3.
  9. ^ Girolamo, Epistulae 54.18.
  10. ^ È possibile che suo padre fosse Claudio Marcello, praefectus urbi del 292-293 («Cl. Marcellus 10», PLRE 1).
  11. ^ Girolamo, Epistulae 127.5.
  12. ^ Girolamo risponde ai suoi quesiti nelle lettere 23, 25-26, 28-29, 30.14, 34, 37, 41-43, 59, 127.5.
  13. ^ Girolamo, Epistulae 127.13-14.
  14. ^ Girolamo, Epistulae 127.
  15. ^ PLRE.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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