Sant'Antonio abate scaccia il demonio

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Antonio abate scaccia il demonio
AutoreEnea Salmeggia
Data1605
Tecnicaolio su tela
Dimensioni350×225 cm
UbicazioneChiesa di Sant'Alessandro della Croce, Bergamo

Sant'Antonio abate scaccia il demonio conosciuto anche come Tentazioni di sant'Antonio Abate è un dipinto olio su tela di Enea Salmeggia conservato nella chiesa di Sant'Alessandro della Croce di Bergamo in via Pignolo.[1][2]

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto, posto sulla parete di sinistra del transetto sinistro della chiesa alessandrina di via Pignolo, presenta nella parte inferiore destra un cartiglio dove è posta la data e la firma dell'artista: AENEAS/ SALMETIA/ MDCV.: (Enea Salmeggia 1605).[1] La cappella ospita un ulteriore dipinto del Salmeggia Assunzione della Vergine ma realizzato un ventennio successivo e posto come pala d'altare.

Il dipinto raffigura uno dei fatti che più sono conosciuti del santo egiziano, le tentazioni nel deserto.[3] Il santo non è dipinto con i tradizionali attributi che lo rendo riconoscibile: canuto, con il porcellino e il bastone con i campanelli, ma in maniera insolita, come un giovane dalla fluente barba scura con indosso gli abiti da monaco. Solo la fiamme posta ai suoi piedi, vicino a una lucertola propone uno degli attributi, l'herpes che viene chiamato fuoco di sant'Antonio.[4] Sant'Antonio è posto nella parte sinistra della tela con il libro delle scritture stretto sul lato sinistro mentre con la mano destra benedicente, con le tre dita alzate, pare minacciare, proprio con la benedizione, il diavolo che si trova sul lato opposto, anche con il piede e con l'avanzare del corpo pare in posizione di minacciare e scacciare il demone. Questi è raffigurato nelle sembianze umane di un uomo di piccola statura, con la capigliatura ricciuta dove si nascondono due piccole corna. Indossa un drappo rosso e pare fuggire alla benedizione del santo.

La parte centrale della tela raffigura un teschio e la croce e una clessidra, simboli della morte per mezzo del martirio, unico mezzo per la salvezza, e il tempo che passa, e che l'uomo dimentica. Sono questi oggetti di meditazione dei santi eremiti. La scena è immersa in un paesaggio lussureggiante, un sentiero che avanza zigzagando, dando la sensazione di profondità, conduce verso un fiume, e verso una luce. Questo parte presenta assonanze lottesche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Talpino (1605), Tentazioni di Sant'Antonio Abate, su beweb.chiesacattolica.it, Beweb. URL consultato il 12 aprile 2021.
  2. ^ Franco-Loiri.
  3. ^ Le tentazioni nel deserto, su blogcamminarenellastoria.wordpress.com. URL consultato il 12 aprile 2021.
  4. ^ Herpes Zoster, su humanitas.it, Humanitas. URL consultato il 12 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andreina Franco-Loiri Locatelli, Borgo Pignolo in Bergamo Arte e storia nelle sue chiese, Litostampa Istituto Grafico, 1994.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]