Sancia d'Aragona
Sancia d'Aragona (Sancha de Aragón y Gazel) | |
---|---|
![]() | |
Principessa di Squillace | |
![]() | |
In carica | 1494-1506 |
Predecessore | carica creata |
Successore | Maria Mila di Aragona y de Villahermosa |
Altri titoli | Contessa di Alvino |
Nascita | Gaeta, 1478 |
Morte | Napoli, 1506 |
Dinastia | Trastámara-Napoli |
Padre | Alfonso II di Napoli |
Madre | Trogia Gazzella |
Consorte di | Goffredo Borgia |
Sancia d'Aragona (Gaeta, 1478 – Napoli, 1506) è stata una nobile italiana, figlia illegittima del re Alfonso II di Napoli e della sua amante Trogia Gazzella. Sposò Goffredo Borgia, ultimo figlio naturale di papa Alessandro VI e Vannozza Cattanei, divenendo principessa di Squillace e contessa d'Alvito.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Giovinezza e matrimonio[modifica | modifica wikitesto]

Sancia nacque a Gaeta, una piazzaforte marittima dell'Alta Terra di Lavoro, al secolo parte del Regno di Napoli (attualmente in provincia di Latina), nel 1478, due anni prima del fratello Alfonso d'Aragona.
Nel 1487, a soli nove anni, Sancia venne maritata al nobile napoletano Onorato Gaetani, nipote dell'omonimo nonno, fedelissimo di Ferrante I, ma il matrimonio venne sciolto nel 1493, sebbene già consumato[1], per una questione politica. Temendo infatti l'investitura di Carlo VIII di Francia a prossimo sovrano del Regno di Napoli da parte di papa Alessandro VI, Federico d'Aragona le fece annullare il matrimonio per riproporla appunto in moglie al figlio minore del pontefice, Goffredo Borgia, di poco più piccolo di lei.[2] Il 17 agosto del 1493 furono celebrate le nozze per procura.[3]
Il 7 maggio del 1494, dopo che la delegazione pontificia ebbe incoronato il padre di Sancia come Alfonso II di Napoli, ci fu lo scambio dei doni fra gli sposi. Mentre il giovane Borgia riceveva i titoli di principe di Squillace e di conte di Cariati, Sancia ricevette pietre preziose, collane di perle, broccati di seta, d'oro e velluto.[4] L'11 maggio, il vescovo di Gravina in Puglia celebrò le nozze nella cappella di Castel Nuovo. Dopo il pranzo gli sposi furono messi a letto e vi fu la cerimonia dell'attestata consumazione del matrimonio, a cui parteciparono, come testimoni, il sovrano di Napoli e il cardinale Juan Borgia.[5]
Sancia, ritenuta una bella e sensuale ragazza dal temperemento ardente, ben presto sottomise il giovane marito a sé e così ebbe inizio la sua fama di donna dissoluta. Già nel giugno successivo le nozze, Antonio Guerra, maestro catalano che presiedeva la casa dei principi di Squillace, dovette formulare una dichiarazione giurata assieme a vari testimoni, per negare le voci riguardanti la corte dei principi di Squillace (e in particolare di Sancia e le sue dame giunte al pontefice), affermando che nella «casa dell'Illustrissimo Signor principe di Squillace la condotta delle donne è onesta e c'è tanto ordine, che meglio non si potrebbe e che nella camera della principessa non pratica nessun uomo».[6]
Vita nella Roma dei Borgia[modifica | modifica wikitesto]
L'arrivo a Roma[modifica | modifica wikitesto]
I principi di Squillace, stando al volere di papa Borgia, si sarebbero dovuti stabilire a Roma poco dopo le nozze, ma in seguito alla discesa in Italia di Carlo VIII, desideroso d'annettersi militarmente il regno napoletano, e le guerre che naturalmente ne seguirono, la coppia posticipò l'avvenimento. Durante questo periodo turbolento, i coniugi vissero infatti nel loro feudo di Squillace.[7]
Nel 1496 i principi poterono alfine lasciare il regno e trasferirsi nell'Urbe. Il 20 maggio 1496, la principessa Sancia e suo marito Goffredo entrarono nella Città Eterna dalla porta del Laterano, accompagnati dal corteo composto da dame, paggi e ambasciatori del Regno di Spagna, di Napoli, della Repubblica di Venezia, del Ducato di Milano e dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo. Secondo gli ordini del pontefice, la coppia fu accolta da Lucrezia Borgia, contessa di Pesaro, che baciò calorosamente sia il fratello sia la cognata.[8]
Sancia assieme alle dame del suo seguito colpirono favorevolmente per la loro bellezza e sensualità la corte vaticana e il popolo dell'Urbe:
«Ha etiam alcune donzelle che non degerano punto de la madonna sì che se dice publicamente che la sarà una bella scola... è de età de anni più 22, bruna naturalmente, ochii che tirano in gazolo, naso aquilino et molto ben fardata e che a mio iuidicio non me farà mentire» |
(Sancia descritta all'arrivo alla corte papale, da Giancarlo Scalona suo contemporaneo[9]) |
Alla corte dei Borgia[modifica | modifica wikitesto]
A Roma, Sancia divenne molto amica di Lucrezia e, tra l'autunno 1496 e la primavera 1497, divenne amante del cognato Cesare (la notizia sembrerebbe confermata da Marin Sanudo e Burcardo[10]), ed in seguito anche dall'altro fratello Borgia, Giovanni, duca di Gandia, tornato a Roma e che verrà in seguito misteriosamente assassinato il 14 giugno 1497. Su ordine del pontefice, il 7 agosto successivo, Sancia accompagnò il marito alla cerimonia di incoronazione a sovrano del Regno di Napoli del padre a Capua, ad opera di Cesare Borgia. Nella capitale napoletana, Cesare fu colpito dalla sifilide, diffusa largamente nella città dopo l'invasione di Carlo VIII, ma grazie alle cure del medico Gaspare Torella e della stessa principessa di Squillace, superò una manifestazione acuta della malattia.[11]
Successivamente al ritorno allo stato laicale di Cesare, si parlò di un possibile suo matrimonio con Sancia (mentre Goffredo sarebbe stato destinato alla carriera ecclesiastica al posto del fratello maggiore)[12] ma i Borgia miravano ad un'altra principessa del casato degli Aragona di Napoli: Carlotta, figlia legittima del sovrano di Napoli. Nel frattempo, Cesare organizzò il matrimonio di sua sorella Lucrezia con Alfonso d'Aragona, duca di Bisceglie e fratello minore di Sancia.
Le trattative di nozze fra Cesare e Carlotta furono però ostacolate dal padre di lei, che non voleva concedere troppi onori alla famiglia Borgia. Cesare allora sposò la principessa francese Charlotte d'Albret, sorella del re Giovanni III di Navarra, facendo così avvicinare i Borgia agli interessi di Luigi XII di Francia sul Regno di Napoli e sul Ducato di Milano. Questo scambio di alleanze mise in forte agitazione sia Sancia[13] sia suo fratello Alfonso, il quale fuggì da Roma il 2 agosto 1499. Adirato, il papa ordinò a Sancia di tornarsene a Napoli, la quale acconsentì, dopo un iniziale rifiuto, dietro la minaccia di essere «buttata fuori» dalla Santa Sede.[14]
In seguito alla riappacificazione di suo fratello con il pontefice, Sancia tornò a Roma nell'inverno 1499-1500. Intanto, alla corte pontificia, il partito aragonese (rappresentanto dal duca di Bisceglie, dalla principessa di Squillace e dai rispettivi sposi) cercò di riportare Alessandro VI dalla parte degli aragonesi. Ciò impensierì parecchio Cesare Borgia, essendo la sua ascesa politica e militare strettamente legata ai favori del re di Francia.[15]

Il periodo di tranquillità finì il 15 luglio 1500, quando il duca di Bisceglie venne assalito da alcuni sicari, rimanendo gravemente ferito. Sancia e sua cognata Lucrezia si occuparono personalmente delle cure di Alfonso.[16] Il 18 agosto 1500, riferì l'ex tutore di Alfonso, Raffaello Brandolini Lippo, che mentre Sancia e la cognata si trovavano nella camera del duca, Michelotto Corella (fidato luogotenente e sicario di Cesare) fece irruzione dichiarando il duca di Bisceglie in stato d'arresto, ciò alla presenza oltretutto dello zio di Sancia e del fratello e d'un inviato napoletano. Le donne protestarono per l'accaduto e si recarono dal Papa per avere giustizia, ma nel frattempo il Corella avrebbe strangolato Alfonso, rimasto incautamente solo nel letto.[17] Tornate poi al capezzale del duca, le due ragazze vennero informate della sua sorte da delle di guardie rimaste a sorvegliare la stanza. Il duca venne seppellito la sera stessa nella basilica di San Pietro e «deposto nella cappella di Nostra Signora delle Febbri», stando a quanto riferisce il Burcardo.[18]
Prigionia[modifica | modifica wikitesto]
In seguito alla morte del fratello e alle nuove nozze di Lucrezia, che lasciò Roma per sposare Alfonso I d'Este, erede del ducato di Ferrara, Sancia rimase in Vaticano con il marito. La convivenza con il pontefice però risultò difficile a causa del carattere ribelle della principessa e per la sua condotta, tanto che il pontefice la fece incarcerare a Castel Sant'Angelo, ciò anche per sottolineare il suo appoggio al sovrano di Francia che stava invadendo il regno di Napoli.[19]
Durante la sua prigionia, iniziata nell'ottobre 1502, la principessa divenne amante per un certo periodo del cardinale Ippolito d'Este, suo cugino.[20] Nel settembre 1503, dopo la morte del pontefice e l'inizio della decadenza della famiglia Borgia, Sancia fu condotta a Napoli da Prospero Colonna, di cui era amante.[21]
Gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]
A Napoli, Sancia si prese cura del nipote Rodrigo d'Aragona (e degli altri piccoli Borgia) come convenuto con Lucrezia, con cui era rimasta in contatto epistolare. Condusse una vita del tutto indipendente da quella del marito, alloggiando in un proprio palazzo: a nulla valsero gli sforzi di Cesare Borgia, giunto a Napoli per sfuggire alla rappresaglia di papa Giulio II, di riunirla a Goffredo.[22] In questo periodo, ebbe una relazione con Gonzalo Fernández de Córdoba[23], che nel maggio 1504 arrestò Cesare, facendolo imprigionare in Spagna.
Sancia d'Aragona morì a Napoli nel 1506, a ventisette anni. Dopo la sua morte, Goffredo si risposò con Maria de Mila de Aragon y Villahermosa[24], mentre suo nipote Rodrigo venne affidato ad un'altra zia, Isabella d'Aragona Sforza, con la quale crebbe alla corte di Bari.[25]
Sancia d'Aragona nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]
- 1981 - È uno dei personaggi della miniserie BBC I Borgia, basata sul romanzo omonimo di Sarah Bradford, venendo interpretata da Eleanor David. In questo adattamento, le sue relazioni extraconiugali si concentrano su Cesare, anche se lei ammette di averne avute non solo con Juan, ma anche con il loro padre il pontefice.
- 2005 - Il personaggio di Sancia d'Aragona è protagonista del romanzo di Jeanne Kalogridis, Alla corte dei Borgia. Il libro è narrato dal punto di vista di Sancia, tranne che per la sua morte, menzionato in una postfazione.[26]
- 2006 - È uno dei personaggi del film spagnolo Los Borgia, interpretata da Linda Batista.
- 2011 - È uno dei personaggi della serie americana I Borgia, in cui è interpretata da Emmanuelle Chriqui. Tuttavia, lo spettacolo la descrive come già in nobilitata con il titolo di duchessa di Squillace prima del suo matrimonio con Goffredo Borgia. Appare solo nella prima stagione e ha una relazione solo con Juan.
- 2011 - È uno dei personaggi della serie europea I Borgia, in cui è interpretata dall'attrice ceca Eliška Křenková. È mostrato come rimanga incinta del figlio di Juan Borgia, dopo una relazione con lui la notte del suo matrimonio con Goffredo, anche se in realtà non ebbe mai figli. Nella seconda stagione, lei tenta di sedurre Cesare, suggerendo di far annullare il matrimonio con Goffredo, in modo che Cesare possa sposarla, mentre Goffredo possa diventare cardinale al posto di Cesare, di uccidere sua cugina Carlotta d'Aragona (che Cesare stava cercando di convincere a farsi sposare), in modo da diventare sovrani di Napoli, ma Cesare rifiuta nettamente e utilizza un ferro rovente per bruciarle la fronte creando un'ustione a forma di croce sulla fronte.
Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Alfonso V d'Aragona | Ferdinando I di Aragona | ||||||||||||
Eleonora d'Alburquerque | |||||||||||||
Ferdinando I di Napoli | |||||||||||||
Giraldona Carlino | Enrico Carlino | ||||||||||||
Isabella Carlino | |||||||||||||
Alfonso II di Napoli | |||||||||||||
Tristano di Chiaromonte | Bartolomeo de Clermont-Lodève | ||||||||||||
Caterina Orsini | |||||||||||||
Isabella di Chiaromonte | |||||||||||||
Sibilla Orsini Del Balzo | Raimondo Orsini Del Balzo | ||||||||||||
Maria d'Enghien | |||||||||||||
Sancia d'Aragona | |||||||||||||
… | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Antonio Gazzella | |||||||||||||
… | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Trogia Gazzella | |||||||||||||
Giovanni Antonio Carafa | Tommaso Carafa | ||||||||||||
Sancia d'Aquino | |||||||||||||
Orsina Carafa | |||||||||||||
… | … | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Notar Giacomo, Cronica di Napoli.
- ^ Cloulas, 1989, p. 118.
- ^ Bradford, 2005, p. 35.
- ^ Cloulas, 1989, pp. 123.
- ^ Cloulas, 1989, pp. 123-124.
- ^ Lettera citata da Sacerdote, 1950, p. 133., Bradford, 2005, p. 55. e Bellonci, 2003, p. 84.
- ^ Sacerdote, 1950, p. 167.
- ^ Sacerdote, 1950, p. 168.
- ^ Bradford, 2005, pp. 54-55.
- ^ Sacerdote, 1950, pp. 187-188.
- ^ Cloulas, 1989, p. 189.
- ^ Cloulas, 1989, p. 195.
- ^ Poco dopo la principessa litigò con il pontefice perché suo marito Goffredo era stato aggredito e ferito dal comandante delle guardie pontificie e vi aveva visto una manifestazione dell'avversione dei Borgia alla casata degli Aragona. (Cloulas, 1989, p. 222.)
- ^ Cloulas, 1989, p. 222.
- ^ Bradford, 2005, p. 87.
- ^ Cloulas, 1989, pp. 240-241.
- ^ Bradford, 2005, p. 86.
- ^ Cloulas, 1989, p. 241.
- ^ Cloulas, 1989, p. 307.
- ^ Bradford, 2005, p. 174.
- ^ Bradford, 2005, p. 183.
- ^ Cloulas, 1989, p. 343.
- ^ Cloulas, 1989, p. 374.
- ^ Sacerdote, 1950, p. 840.
- ^ Bradford, 2005, p. 184.
- ^ Alla corte di Borgia in Qlibri.it
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Maria Bellonci, Lucrezia Borgia, Milano, Mondadori, 2003, ISBN 978-88-04-5165-83.
- Sarah Bradford, Lucrezia Borgia. La storia vera, Milano, Mondadori, 2005. ISBN non esistente
- Geneviève Chastenet, Lucrezia Borgia. La perfida innocente, Milano, Mondadori, 1996, ISBN 978-88-04-42107-8.
- Ivan Cloulas, I Borgia, Roma, Salerno Editrice, 1989, ISBN 88-8402-009-3.
- Jeanne Kalogridis, Alla corte dei Borgia, Milano, Longanesi, ISBN 88-5024-547-5.
- Mariangela Melotti, Lucrezia Borgia, Torino, Liberamente Editore, 2008, ISBN 978-88-6311-044-9.
- Antonio Spinosa, La saga dei Borgia. Delitti e santità, Milano, Mondadori, 1999, ISBN 978-88-04-48662-6.
- Gustavo Sacerdote, Cesare Borgia. La sua vita, la sua famiglia, i suoi tempi, Milano, Rizzoli, 1950. ISBN non esistente
- Silvano Borsari, ARAGONA, Sancia d', in Dizionario biografico degli italiani, vol. 3, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1961. URL consultato il 5 ottobre 2017.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sancha d'Aragona
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 3565407 · CERL cnp00638418 · GND (DE) 129899879 · WorldCat Identities (EN) viaf-3565407 |
---|