Walter di San Martino di Pontoise

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San Walter di San Martino di Pontoise
 

Abate

 
NascitaFresnoy-Andainville, 1030
MortePontoise, 8 aprile 1099
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza8 aprile

San Walter (Gauthier, Gualtiero) de Saint-Martin de Pontoise (Fresnoy-Andainville, 1030Pontoise, 8 aprile 1099) fu un monaco benedettino francese, primo abate di Saint-Martin de Pontoise. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Viene celebrato l'8 aprile.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da modesta famiglia in un piccolo paese della Piccardia (Francia settentrionale) chiamato Fresnoy-Andainville, il giovane Gauthier studiò presto presso la vicina città di Amiens e terminò gli studi universitari direttamente a Parigi, dove prese la cattedra di filosofia retorica. La vocazione non tardò ad arrivare, e si fece monaco benedettino nel 1060 circa, entrando nel monastero di Rebais della diocesi di Meaux, vicino a Parigi.

Nel 1056, era presente alla consacrazione di Filippo I di Francia. [1]

Quando nel 1066 una nuova comunità monastica, molto devota a san Martino di Tours, si stabilì a Pontoise, a un centinaio di chilometri a nord di Parigi, padre Gauthier fu scelto come abate. Fu lo stesso re, allora quindicenne, Filippo I di Francia, che gli consegnò direttamente la croce abbaziale. Inizialmente, il monastero fu dapprima dedicato a san Germano vescovo di Parigi, poi a san Martino. Dopo pochi anni però, il comportamento irrispettoso e lassista dei suoi confratelli lo spinse a fuggire, una prima volta nel 1072, rifugiandosi dal suo amico, l'abate Sant'Ugo di Cluny.
Ritrovato dalla sua comunità e costretto a ritornare a Pontoise, tentò una seconda fuga nel 1074, questa volta come eremita presso Tours,su di una isoletta del fiume Loira. Anche questa volta, fu ritrovato e ricondotto a Pontoise.

Nel sinodo di Parigi del 1076, presentò il decreto di Gregorio VII contro il clero sposato, ma fu malmenato dai vescovi sinodali e imprigionato; fu liberato poco dopo da un fedele devoto.[2]

Nel 1077 una terza fuga; tentando di scappare presso un oratorio, fu riconosciuto e riportato indietro. A questo punto, nel 1080 decise di recarsi direttamente a Roma da papa Gregorio VII per denunciare i suoi dissapori con i monaci di Pontoise e chiedere di essere liberato dall'obbligo abbaziale, ma la sua richiesta fu rifiutata.

(Nel 1092, dopo una litigio col re di Francia e con i vescovi del Concilio di Parigi, dove denunciò apertamente le cattive condotte degli abati benedettini di Francia, fu addirittura imprigionato, picchiato e gettato in isolamento. Fu poi liberato qualche settimana dopo. - da dove questa notizia?)

Nel 1094 decise di fondare un monastero femminile presso Berteaucourt-les-Dames, vicino ad Amiens, con l'aiuto di due sue fedeli, sebbene il proprietario del terreno, preoccupato che i pellegrini rovinassero le sue colture, lo cacciò.

L'abate tornò quindi a Pontoise, dove passò gli ultimi anni, e dove morì di un venerdì santo, presumibilmente l'8 aprile 1099; per il Martirologio Romano vige questo giorno, ma per alcune diocesi francesi anche il 4 maggio. Fu canonizzato dall'arcivescovo di Rouen Ugo di Boves nel 1153, e beatificato da papa Alessandro III nel 1170.

Sepolto nella abbazia stessa, le sue spoglie furono traslate, per precauzione, al cimitero di Pontoise durante la Rivoluzione francese, e successivamente trafugate.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Moroni-Dizionario di erudizione storico ecclestica, vol 44, p, 52.
  2. ^ Mansi-Sacrorum Conciliorum vol 20, coll. 437s..

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