Donato d'Arezzo

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San Donato d'Arezzo
San Donato dipinto da Filippino Lippi
 

Vescovo e martire

 
NascitaNicomedia, ?
MorteArezzo, 7 agosto 362
Venerato daChiesa cattolica
Santuario principaleDuomo di Arezzo
Ricorrenza7 agosto
Patrono diepilettici e diversi comuni italiani (vedi lista in Patronati)

Donato d'Arezzo (Nicomedia, ... – Arezzo, 7 agosto 362) è stato un vescovo e santo romano, il secondo vescovo di Arezzo (a quanto risulta dai dittici conservati nell'archivio capitolare della città); è venerato come santo e martire dalla Chiesa cattolica.

Donato d'Arezzo
vescovo della Chiesa cattolica
Incarichi ricopertiVescovo di Arezzo
 
Natoa Nicomedia
Deceduto7 agosto 362 ad Arezzo
 

Agiografia[modifica | modifica wikitesto]

Notizie della sua vita sono riportate nel Martirologio Geronimiano (risalente al V secolo), in una Passio Donati del VI secolo, in varie altre Passiones, agiografie di origine medievale, di attendibilità discussa[senza fonte], e nella Cronaca dei custodi, documento dell'XI secolo.

Nacque probabilmente ad Arezzo ma, secondo alcune fonti, potrebbe essere stato originario di Nicomedia o di Roma. Divenne prete mentre vescovo di Arezzo[1] era Satiro.

La sua opera di evangelizzazione fu molto proficua. Consacrato vescovo dal papa, succedette a Satiro nella guida della Chiesa aretina e continuò nella sua opera pastorale, coadiuvato dal diacono Antimo.

Le notizie di origine più antica non parlano di un suo martirio e gli viene attribuito il titolo di vescovo e confessore.

Più tardi gli venne attribuito un martirio[1], inflittogli dal prefetto di Arezzo, Quadraziano, mediante decapitazione. Il martirio sarebbe avvenuto secondo alcuni sotto l'imperatore Giuliano, nel 362. Secondo altri sarebbe avvenuto addirittura nel 304, sotto Diocleziano. Il giorno in cui, secondo la tradizione, avvenne la sua morte, è il 7 agosto.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Arca marmorea di san Donato nel Duomo di Arezzo

Il vescovo Gelasio, suo successore, fece costruire una "memoria" nel luogo della sua tomba, nel colle del Pionta, dove poi sarebbe sorta la prima cattedrale di Arezzo. Il corpo di san Donato è conservato e venerato nella Cattedrale di Arezzo[2], nell'arca di San Donato, capolavoro della scultura trecentesca, mentre la reliquia della testa è conservata in un prezioso reliquiario anch'esso trecentesco nella Pieve di Arezzo.

La commemorazione liturgica ricorre il 7 agosto.

È considerato protettore delle staccate,non a caso gli è stata dedicata la prima curva del circuito del Mugello

Tra i miracoli che la leggenda devozionale gli attribuisce, il più famoso è quello del calice, per via del quale sarebbe stato condannato al martirio: durante la celebrazione della messa entrarono nel tempio dei pagani che con violenza mandarono in frantumi il calice di vetro, di cui Donato raccolse i cocci e li rimise insieme, ma ne mancava uno. Noncurante di ciò, vi avrebbe versato del vino servendolo ai fedeli senza che ne cadesse dal fondo. Dallo stupore, 79 pagani si sarebbero convertiti al Cristianesimo. Dopo un mese, fu arrestato e ucciso.

Reliquie[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1384, il capitano di ventura francese Enguerrand de Coucy espugnò e depredò Arezzo. Poi valicò l'Appennino, recando con sé, tra l'altro, la preziosa reliquia della testa di san Donato, patrono di Arezzo. Alla sua venuta a Forlì, Sinibaldo Ordelaffi, il Signore di quella città, riscattò la reliquia, che tenne con grande venerazione fino a che essa fu restituita agli aretini[3].

Patronati[modifica | modifica wikitesto]

È venerato come santo patrono in molti comuni italiani. Culti locali del santo taumaturgo, pellegrinaggi e feste patronali tradizionali furono documentati per fra altro dallo storico Guglielmo Lützenkirchen e dall'antropologo Thomas Hauschild.[4][5][6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Percorso delle spoglie mortali di San Donato di Arezzo, dal suo martirio alla consacrazione del Tempio a Lui dedicato al Colle di Pionta, su arezzoperlastoria.it. URL consultato il 16 aprile 2021.
  2. ^ COMPLESSO SACRALE DEL “COLLE DI PIONTA”, su arezzoperlastoria.it. URL consultato il 6 aprile 2021.
  3. ^ G. Pecci, Gli Ordelaffi, Fratelli Lega Editori, Faenza 1974, p. 135.
  4. ^ Lützenkirchen, Guglielmo, ed altri, Mal di Luna, Roma, Newton Compton, 1981.
  5. ^ Thomas Hauschild, Magie und Macht in Italien, Gifkendorf, Merlin, 2002.
  6. ^ Thomas Hauschild, Power and Magic in Italy, New York, Oxford, Berghahn, 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Alessandro Montezemolo, Cenni storici sovra la vita, geste e culto di San Donato vescovo di Arezzo e martire, titolar patrono della città e diocesi di Mondovì, con note sui primordi della chiesa monregalese, Mondovì 1885
  • Guglielmo Lützenkirchen, Il culto di San Donato di Arezzo nell'Italia centro-meridionale, in "Atti e memorie della Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze", n.s., vol. LII (1990), pp. 33–47
  • Bruno D'Epiro, La vita di san Donato vescovo e martire di Arezzo, comprotettore di Esperia, S. Elia Fiumerapido 1997
  • San Donato vescovo e martire di Arezzo, protettore di S. Donato di Lecce: la vita, la devozione, la festa, a cura di Donato De Blasi, San Severino Marche 2007
  • La «Passio» di san Donato vescovo di Arezzo. Edizione critica, traduzione e commento a cura di Pierluigi Licciardello. ISBN 978-88-8450-822-5, Firenze, 2018.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Arezzo Successore
San Satiro 352 - 362 Gelasio
Controllo di autoritàVIAF (EN18034326 · CERL cnp00558861 · GND (DE11954587X · WorldCat Identities (ENviaf-18034326