San Baudolino

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San Baudolino
Luigi Morgari, San Baudolino in abiti vescovili, affresco, 1896~1897, Diocesi di Piacenza-Bobbio.
 

eremita

 
NascitaForo, 712
MorteForo, 744
Venerato daChiesa cattolica
Beatificazione~XII secolo
Canonizzazioneprecanonizzazione
Santuario principaleChiesa di San Baudolino, Alessandria
Ricorrenza10 novembre
Attributibastone pastorale
Patrono diAlessandria

San Baudolino (Foro, 712Foro, 744) è il patrono della città di Alessandria.

Edicola con il sarcofago del santo posto sopra l'altare, nella cattedrale di Alessandria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la testimonianza del monaco benedettino Paolo Diacono, Baudolino (Baudilio) visse a Foro[1], sotto il regno longobardo di Liutprando. Era dotato del dono dei miracoli e della profezia. Sempre Paolo Diacono racconta, nella sua Historia Langobardorum, un episodio a testimonianza dei doni soprannaturali di Baudolino. Durante una battuta di caccia nella Silva Urba[2] il nipote di Liutprando, Anfuso, fu erroneamente colpito, e il re mandò un messo a chiamare Baudolino affinché gli prestasse le cure necessarie. Nel frattempo Anfuso morì e quando il messo giunse dall'eremita questi affermò di sapere già tutto e di non poter fare più niente perché il giovane era già spirato.

Morì intorno al 740 e fu sepolto a Villa del Foro. Qualche secolo più tardi, quando venne fondata la città di Alessandria nel 1168, i suoi cittadini vi si trasferirono portando con sé le reliquie del santo.

Pochi anni dopo la fondazione di Alessandria, nel 1174, la tradizione racconta di una sua apparizione sui bastioni della città per mettere in fuga gli assedianti ghibellini. Nel 1189 fu eretta una chiesa in suo onore affidata agli Umiliati, e alla soppressione di questi passò ai Domenicani nel 1571.

Con i domenicani le scarse notizie sulla vita del santo vennero rielaborate mischiando dati verosimili con altri decisamente fantastici ed assurdi. Si disse inoltre che i vescovi di Tortona e Acqui ritenessero Baudolino alla loro stregua, considerata la sua notevole popolarità. Si diffuse dunque la convinzione che fosse anche stato vescovo di Alessandria, come si può evincere dalle numerose rappresentazioni iconografiche del santo eremita vestito delle insegne episcopali.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1786 San Baudolino venne proclamato patrono principale della città e della diocesi di Alessandria; la sua festa è celebrata il 10 novembre.

Nel 1803, a causa della chiusura della chiesa dei domenicani, le reliquie del santo furono trasferite dapprima nella chiesa dei Santi Alessandro e Carlo e poi, nel 1810, in una cappella appositamente dedicata nella cattedrale di nuova costruzione.

Il 18 aprile 1979 viene consacrata ad Alessandria una nuova chiesa eretta e dedicata a San Baudolino, e parte delle reliquie furono trasferite dalla cattedrale nell'apposita cripta costruita sotto la nuova chiesa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Toponimo in seguito modificato in Villa del Foro, una frazione del comune di Alessandria
  2. ^ Andrea Scotto, Intervistando la storia. Un sovrano a Sezzadio: Liutprando, re dei Longobardi, su alessandrianews.it, S.i.C. srl, 9 novembre 2015. URL consultato il 3 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
    «Baudolino non è il solo personaggio storico legato all'antica “Silva Urba”, riserva di caccia dei re longobardi, situata dove oggi sorgono Alessandria, Ovada e Novi Ligure»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Francesco Penna (a cura di), Vita di San Baudolino. Patrono della Città e Diocesi di Alessandria. Tratta da un documento antichissimo, traduzione di P.A.F., Venezia, Tipografia-Libreria Emiliana, 1922.
  • Giuseppe Amato, Vita di San Baudolino. Patrono della Città e Diocesi di Alessandria, Alessandria, Lino-Tip. G. Colombani & C., 1955.
  • Giuseppe Amato, Vita di San Baudolino. Morto a Villa del Foro. Patrono della Città e Diocesi di Alessandria, Alessandria, 1985 [1955].
  • Claudio Zarri, La chiesa dei Santi Alessandro e Carlo - 1742-1992, Alessandria, Tipografia Viscardi, 1992.

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