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Salghuridi

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Salghuridi
Dati amministrativi
Lingue ufficialipersiano (letteraria)[1], lingue turche[2]
CapitaleShiraz
Dipendente daImpero selgiuchide, Dinastia anushtiginide, Ilkhanato
Politica
Forma di StatoMonarchia
Atabeg del Fars
  • Sunqur ibn Mawdud (1148–1161)
  • Zangi ibn Mawdud (1161–1178)
  • Tekele ibn Zangi (1178–1198)
  • Sa'd I ibn Zangi (1198-1226)
  • Abu Bakr ibn Sa'd (1226-1260)
  • Sa'd II (1260–1260)
  • Muhammad I ibn Sa'd (1260-1262)
  • Muhammad II ibn Salghur (1263)
  • Saljuk Shah ibn Salghur (1263)
  • Abish Khatun (1263–1282)
Nascita1148 con Sunqur ibn Mawdud
Fine1282 con Abish Khatun
Territorio e popolazione
Bacino geograficoFars
Religione e società
Religione di StatoIslam sunnita
Mappa dei possedimenti salghuridi nel 1180
Evoluzione storica
Succeduto daIlkhanato
Ora parte diIran

I Salguridi (in persiano سلغُریان‎), conosciuti anche come Atabeg del Fars (in persiano اتابکان فارس‎), sono stati una dinastia persiana[3] di origine turcomanna appartenenti alla tribù dei salur.[4][5] Nel XIII secolo governarono la provincia iraniana del Fars, prima come vassalli dei Selgiuchidi e poi per conto dei re di Corasmia.

La dinastia salghuride venne fondata da Sunqur nel 1148, il quale aveva fatto fortuna durante le ribellioni nel regno del sultano selgiuchide Mas'ud ibn Muhammad. In seguito i Salghuridi riuscirono a consolidare il loro potere nella Persia meridionale al punto di condurre una campagna contro i curdi e di entrare a far parte della successione dei selgiuchidi di Kerman,[6] considerando il figlio del sultano selgiuchide Malik-Shah III, Mahmud, come possibile pretendente al trono.[7] Occuparono brevemente Esfahan nel 1203-1204 e poi[5] sottrassero il Bahrein alla dinastia uyunide nel 1235.[8]

Sotto Sa'd I ibn Zangi, i Salghuridi vissero un momento di significativa prosperità, interrotta dal riconoscimento degli Scià di Corasmia come sovrani. Il poeta Saʿdi Shirazi dedicò i suoi Bustan e Il roseto a Sa'd I e Sa'd II.[6] Dopo la morte di Sa'd I, suo fratello Zangi ibn Mawdud prese il potere nel 1161. Tekele succedette a suo padre Zangi solo dopo aver sconfitto il figlio di Sunqur, Toghril.[5]

Durante gli ultimi anni di regno di Abu Bakr ibn Sa'd e Sa'd II, il Fars cadde sotto il dominio prima dei mongoli e in seguito dell'Ilkhanato di Hulegu. I mongoli concessero ad Abu Bakr il titolo di Qutlugh Khan. In seguito i Salghuridi non ebbero grande considerazione, finché alla figlia di Sa'd II, Abish Khatun, non fu conferito il titolo di Atabegate del Fars. Per un solo anno Abish fu l'unica donna a governare il Fars, dopodiché sposò Möngke Temür, undicesimo figlio di Hulegu.[5] Dopo la loro morte il Fars fu governato direttamente dall'Ilkhanato.[6]

Durante il XIII secolo i Salghuridi si fecero promotori di artisti e intellettuali come Qadi al-Baydawi, Quṭb al-Dīn Shīrāzī, Saʿdi Shirazi e lo storico Wassaf.[5] I membri della dinastia rivendicavano le loro identità persiana e islamica, in parte attraverso i loro legami con ciò che restava dell'Impero achemenide preislamico (550-330 a.C.).[9] Sotto di loro Shiraz divenne un rinomato centro per la cultura persiana.[10]

Lista degli Atabeg del Fars

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  • Sunqur ibn Mawdud (1148–1161)
  • Zangi ibn Mawdud (1161–1178)
  • Tekele ibn Zangi (1178–1198)
  • Sa'd I ibn Zangi (1198-1226)
  • Abu Bakr ibn Sa'd (1226-1260)
  • Sa'd II (1260–1260)
  • Muhammad I ibn Sa'd (1260-1262)
  • Muhammad II ibn Salghur (1263)
  • Saljuk Shah ibn Salghur (1263)
  • Abish Khatun (1263–1282)
  1. ^ Katouzian, p. 128.
  2. ^ Khanbaghi, p. 205.
  3. ^ de Nicola 2020, p. 281.
  4. ^ (EN) B. Spuler, ATĀBAKĀN-E FĀRS, su Encyclopaedia Iranica, 5 ottobre 2016. URL consultato il 22 settembre 2025.
  5. ^ a b c d e (EN) Bosworth, C.E., Salg̲h̲urids, su Encyclopaedia of Islam New Edition Online, 2012. URL consultato il 22 settembre 2025.
  6. ^ a b c Bosworth 1996, p. 207.
  7. ^ Bosworth 1968, p. 169.
  8. ^ Larsen, p. 66.
  9. ^ Kamola 2019, p. 69.
  10. ^ Darling 2013, p. 101.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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