Salammbô (personaggio)

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Salambò
Salambò in un'illustrazione del romanzo realizzata da Victor Armand Poirson
UniversoSalammbô
Nome orig.Salammbô
Lingua orig.Francese
AutoreGustave Flaubert
1ª app.1862
1ª app. inSalammbô
Interpretata da
  • Suzanne de Labroy (film 1914)
  • Jeanne de Balzac (film 1925)
  • Jeanne Valérie (film 1960)
Caratteristiche immaginarie
Specieumano
SessoFemmina
Etniacartaginese
Professionesacerdotessa

Salammbô, in italiano anche Salambò,[1][2][3] è la protagonista dell'omonimo romanzo dello scrittore francese Gustave Flaubert. Il personaggio è basato sulla figura storica della terza figlia del generale cartaginese Amilcare Barca, il cui vero nome è sconosciuto.

Nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome Salammbô deriva da Shalambaal, uno dei nomi della dea semitica Astarte, il cui significato è "immagine di Baal".[4]

Il personaggio[modifica | modifica wikitesto]

Jean-Paul Sinibaldi, Salammbô, 1885

Salammbô è la figlia del generale cartaginese Amilcare Barca ed è la sacerdotessa di Tanit, una delle dee più importanti del pantheon cartaginese. Salammbô viene descritta come una donna molto devota alla dea Tanit, a tal punto che vorrebbe erigerle una statua nel suo tempio, se solo il gran sacerdote Schahabarim non glielo proibisse. Quando Spendio e Mato, gli artefici della rivolta dei mercenari e della conseguente guerra, rubano il velo sacro della dea Tanit (zaïmph in francese, dal termine ebraico tsaiph, che significa "velo"), Salammbô viene mandata a recuperarlo su ordine del sommo sacerdote Schahabarim. Salammbô raggiunge quindi l'accampamento di Mato per riprendere il velo sacro e ci riesce solo dopo essersi concessa al generale. La ragazza ritorna così a Cartagine e restituisce lo zaïmph. Mato viene catturato dai cartaginesi e muore dopo essere stato torturato: avendo saputo questa notizia, Salammbô morirà prima del suo matrimonio con il generale numida Narava.

Il personaggio storico[modifica | modifica wikitesto]

La terza figlia di Amilcare Barca andò in sposa al generale numida Narava nel 237 a.C., dopo che questi aveva lasciato l'esercito di mercenari per combattere con Amilcare. Infatti, Amilcare mise alla prova il generale numida per vedere se quest'ultimo poteva combattere dalla sua parte e, superata la prova, gli promise la mano della figlia, secondo quanto dice Polibio:

(GRC)

«Ἀμίλκας δὲ ταῦτ' ἀκούσας οὕτως ἥσθη μεγάλως ἐπί τε τῷ κατὰ τὴν παρουσίαν θάρσει καὶ τῇ κατὰ τὴν ἔντευξιν ἁπλότητι τοῦ νεανίσκου, ὡς οὐ μόνον εὐδόκησε κοινωνὸν αὐτὸν προσλαβέσθαι τῶν πράξεων, ἀλλὰ καὶ τὴν θυγατέρα δώσειν ἐπηγγείλατο μεθ' ὅρκου, διαφυλάξαντος αὐτοῦ τὴν πρὸς Καρχηδονίους πίστιν.»

(IT)

«Amilcare, quando udì tutto questo, rimase a tal punto compiaciuto del coraggio con cui il giovane si era presentato e della semplicità con la quale aveva parlato in quell'incontro, che non solo si mostrò disposto a prenderlo compagno in ogni sua impresa, ma si impegnò con giuramento a dargli sua figlia in isposa, se egli si fosse mantenuto fedele ai Cartaginesi.»

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Salambò e Mato in un'illustrazione del romanzo realizzata da Georges-Antoine Rochegrosse nel 1900 circa.

Dopo la pubblicazione del romanzo storico di Flaubert il personaggio (sia per il gusto orientalista dell'epoca, sia per il suo leggero erotismo) conobbe una certa fama tra la fine del XIX secolo e l'inizio del ventesimo, ovvero durante lo sviluppo del simbolismo: Salammbô fu il soggetto di vari dipinti e sculture, (come la litografia di Alfons Mucha del 1896[6] ed il celebre dipinto di Gaston Bussière del 1907) e di alcune opere liriche (inclusa l'opera incompiuta Salammbô di Modest Petrovič Mussorgski).

Dal romanzo flaubertiano sono stati tratti tre film, Salambò del 1914, Salambò del 1925 e Salambò del 1960: nel primo film Salammbô è interpretata dall'attrice Suzanne de Labroy,[7] nel secondo è interpretata dall'attrice Jeanne de Balzac[8] e nel terzo è interpretata dall'attrice Jeanne Valérie.[9]

Nel 1980 il fumettista francese Philippe Druillet realizzò un fumetto intitolato Salammbô, liberamente ispirato al romanzo di Flaubert, che unisce la storia antica e la fantascienza.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gustave Flaubert, Salambò, RIZZOLI LIBRI, 30 luglio 2013, ISBN 978-88-586-5115-5. URL consultato il 6 giugno 2021.
  2. ^ Guglielmo Cavallo, Paolo Fedeli e Andrea Giardina, Lo spazio letterario di Roma antica, Salerno, 1989, ISBN 978-88-8402-055-0. URL consultato il 6 giugno 2021.
  3. ^ Quaderni zandonaiani, G. Zanibon, 1987. URL consultato il 6 giugno 2021.
  4. ^ (FR) Gustave Flaubert /bulletin, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 6 giugno 2021.
  5. ^ (EN) Polybius, Histories, book 1, Narávas Joins Hamilcar, su perseus.tufts.edu. URL consultato il 6 giugno 2021.
  6. ^ (EN) Salammbo by Alphonse Mucha, su alphonsemucha.org. URL consultato il 6 giugno 2021.
  7. ^ (EN) Salambo (1914) - IMDb. URL consultato il 6 giugno 2021.
  8. ^ (EN) Salammbô (1925) - IMDb. URL consultato il 6 giugno 2021.
  9. ^ (EN) The Loves of Salammbo (1960) - IMDb, su imdb.com. URL consultato il 6 giugno 2021.
  10. ^ ‘Lone Sloane’ e ‘Salambò’ di Philippe Druillet, su Panorama, 26 luglio 2016. URL consultato il 6 giugno 2021.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]