Rudy Lewis

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Rudy Lewis
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereRhythm and blues[1]
Gospel[1]
Periodo di attività musicaleanni 1950 – 1964
GruppiClara Ward Singers
The Drifters

Rudy Lewis, nome d'arte di Charles Rudolph Harrell (Filadelfia, 23 agosto 1936New York, 20 maggio 1964), è stato un cantante statunitense di rhythm and blues, conosciuto per la sua breve ma significativa militanza nel gruppo musicale The Drifters.[2] Morto prematuramente nel 1964, nel 1988 il suo nome fu ammesso tra quelli dei grandi musicisti della Rock and Roll Hall of Fame[3].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Lewis iniziò la carriera come cantante di gospel; fu uno degli unici due maschi ad aver cantato nelle Clara Ward Singers,[2] gruppo con cui rimase fino a quando nel 1960 fece il provino per The Drifters a Philadelphia con George Treadwell, il manager della band. Ne divenne subito la voce solista prendendo il posto del famoso Ben E. King, esibendosi nel repertorio di quest'ultimo nei concerti.[1]

Portò i Drifters ai primi posti nelle classifiche delle vendite cantando nei brani Please Stay, un brano di Burt Bacharach, Some Kind of Wonderful, Up on the Roof e On Broadway. Altri brani importanti furono Another Night With The Boys, Beautiful Music, Jackpot, Let the Music Play, Loneliness or Happiness, Mexican Divorce, Only in America, Rat Race, She Never Talked to Me That Way, Somebody New Dancing with You, Stranger on the Shore, Vaya Con Dios e What To Do.[4]

L'unico disco a lui accreditato fu il singolo Baby I Dig Love/I've Loved You So Long, registrato nell'aprile del 1963 e pubblicato il mese dopo, che non riuscì a entrare nelle classifiche di vendita. Fece parte dei Drifters dalla fine del 1960 fino alla morte, avvenuta nel 1964 ad Harlem, popolare quartiere di New York.[3]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Lewis morì il 21 maggio 1964, quando il gruppo stava per registrare Under the Boardwalk, che era stato scritto appositamente per la sua voce. Fu trovato morto in una stanza di albergo ad Harlem. Al suo posto fece ritorno nei Drifters Johnny Moore, che ne era stato la voce solista negli anni cinquanta. Il giorno dopo aver inciso Under the Boardwalk, i Drifters registrarono con Charlie Thomas I Don't Want to Go on Without You, dedicata a Lewis.[5]

L'autopsia non fu eseguita e le autorità certificarono la causa della morte per overdose. Amici e familiari ipotizzarono che la morte fosse dovuta ad overdose, asfissia e attacco cardiaco.[1] La morte a soli 27 anni pone Lewis tra i membri del Club 27, che comprende i molti artisti deceduti a tale età.

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Singolo[modifica | modifica wikitesto]

  • 1963 - Baby I Dig Love/I've Loved You So Long

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Bruce Eder, Rudy Lewis Biography, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 21 aprile 2016.
  2. ^ a b (EN) Rudy Lewis Biography, su rockabilly.nl.
  3. ^ a b (EN) The Rock and Roll Hall of Fame, su rockhall.com.
  4. ^ (EN) The Later Drifters, su uncamarvy.com.
  5. ^ (EN) Rudy Lewis found dead in hotel room, su raresoul.com. URL consultato il 21 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Bill Millar, The Drifters : the rise and fall of the black vocal group, Londra, Studio Vista, 1971.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàEuropeana agent/base/129533