Rudolph Giuliani
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Rudolph Giuliani | |
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107° Sindaco di New York | |
Durata mandato | 1º gennaio 1994 – 31 dicembre 2001 |
Predecessore | David Dinkins |
Successore | Michael Bloomberg |
Dati generali | |
Partito politico | Repubblicano |
Titolo di studio | Bachelor of Arts |
Università | Manhattan College, New York University School of Law, Bishop Loughlin Memorial High School e Università di New York |
Professione | Avvocato; Procuratore distrettuale; Imprenditore |
Firma | ![]() |
Rudolph William Louis Giuliani, soprannominato Rudy (New York, 28 maggio 1944), è un politico, avvocato e imprenditore statunitense, sindaco di New York per il Partito Repubblicano dal 1º gennaio 1994 al 31 dicembre 2001.
Durante il suo mandato ha attuato una politica di repressione del crimine definita tolleranza zero [1][2], che gli ha permesso di accreditarsi come l'uomo che aveva ridotto il numero di crimini commessi migliorando la situazione newyorkese[3].
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Rudolph Giuliani nasce il 28 maggio 1944 ad East Flatbush, un quartiere di Brooklyn (N.Y.), figlio di Harold Angelo Giuliani (1908–1981), un gestore di case da gioco clandestine statunitense figlio di immigrati italiani (Rodolfo ed Evangelina Giuliani) originari di Marliana (PT), e di Helen D'Avanzo (1909-2002), una casalinga statunitense anch'ella figlia di immigrati italiani (Luigi e Adelina D'Avanzo).
Dopo aver svolto vari lavori, riesce a diplomarsi e poi a laurearsi due volte: al Manhattan College, e alla "Law School" della New York University (laurea in legge). A 27 anni ottiene l'incarico di Procuratore Distrettuale di Manhattan; fa presto carriera giuridica: diviene capo della sezione narcotici e poi assistente del vice ministro della Giustizia, trasferendosi a Washington.
Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1977 torna a New York acquisendo notorietà come avvocato. Nel 1981 è nominato assistente del Ministro della Giustizia, terza carica per importanza nel dipartimento di Giustizia. Nel 1983 Ronald Reagan lo nomina Procuratore Federale del South District di New York. Qui si occupa tenacemente della lotta alla droga e al crimine organizzato, guadagnandosi l'appellativo di "Procuratore di ferro". In questo periodo collabora anche con Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nelle indagini sulla mafia e il narcotraffico.
Sindaco di New York[modifica | modifica wikitesto]
Incomincia la cosiddetta "ripulitura di New York", che lo fa soprannominare ironicamente "lo Sceriffo". Inoltre si pone come obiettivo di eliminare la corruzione nei grossi ambienti finanziari. Nel 1989 lascia la carica per candidarsi come Sindaco per il Partito Repubblicano, ma viene sconfitto dal democratico David Dinkins. Nel 1993 verrà invece eletto. La politica di "tolleranza zero" diventa una sua costante, attirandosi pesanti critiche per l'eccessiva severità su reati minori e la violenza attuata da alcuni poliziotti, tuttavia gli omicidi e la violenza delle strade newyorkesi si riducono.
Giuliani viene rieletto nel 1997. Si candida per il Senato degli Stati Uniti contro Hillary Clinton ma si ritira a causa della scoperta d'esser malato di tumore, dal quale guarirà, e dei sondaggi che lo vedono in netto svantaggio. Nello stesso periodo, la moglie, la giornalista Donna Hanover, chiede il divorzio a causa di un tradimento; Giuliani va a vivere temporaneamente con due amici e questo causa malumori in elettori conservatori e clamore nell'opinione pubblica. Dopo l'attentato dell'11 settembre 2001, Giuliani si pone in prima linea per far ripartire la città, e viene eletto "Uomo dell'Anno" dal Time.
Dopo la sindacatura[modifica | modifica wikitesto]
Dopo aver lasciato la carica di sindaco, alla scadenza del mandato, nel 2002 fonda Giuliani Partners (consulenza),[4] acquisisce e successivamente vende Giuliani Capital Advisors (investimenti bancari) e si unisce a una società del Texas mentre apre un ufficio a Manhattan per la società ribattezzata Bracewell & Giuliani (servizi legali). La lascerà nel gennaio 2016 con un accordo amichevole,[5][6] lo studio tornerà a chiamarsi Bracewell LLP.

Nel 2008 si candida alle elezioni primarie per la Presidenza degli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali di quell'anno. La sua tattica elettorale, snobbare gli stati piccoli per concentrarsi su quelli più popolosi, non porta buoni frutti e dopo la disfatta in Florida (in cui ottiene solo il 15%, senza ottenere delegati), cioè lo stato in cui aveva maggiormente concentrato i suoi sforzi, si ritira dalla competizione elettorale per appoggiare John McCain,[7] che otterrà la nomination repubblicana ma verrà poi sconfitto da Barack Obama.
Il 7 aprile 2016 dichiara il suo endorsement al miliardario newyorkese Donald Trump alle primarie dello Stato di New York. Giuliani, secondo la stampa, sarebbe divenuto uno dei più stretti collaboratori del candidato dei repubblicani.
Nel gennaio 2017 viene nominato Consigliere per la sicurezza informatica della Casa Bianca dal presidente Donald Trump. Nell'aprile 2018 Giuliani diventa uno degli avvocati personali di Trump.[8] Da allora è apparso nei media in difesa di Trump. Nel settembre 2019 Giuliani è coinvolto nella vicenda legata alla controversia Trump-Ucraina che ha portato all'indagine sull'impeachment contro Donald Trump.[9]
Pensiero politico[modifica | modifica wikitesto]
Giuliani è considerato un liberista e la sua visione politica si può riconoscere nel conservatorismo liberale. La sua politica è stata incentrata principalmente sulla lotta al crimine. Tuttavia le sue idee sono ritenute generalmente moderate e non eccessivamente conservatrici o reazionarie. Nel 2011 ha appoggiato la corsa al Senato statunitense di Linda McMahon.
Controllo del crimine[modifica | modifica wikitesto]

Nel suo primo mandato come sindaco, Giuliani, in collaborazione con il commissario Bill Bratton del Dipartimento di polizia di New York, adottò una strategia che prevedeva forti deterrenti basata su una ricerca di James Q. Wilson e George Kelling. Questo comprese anche forti azioni repressive nei confronti di reati minori come graffiti, turnstile jumping (il salto dei tornelli della metro), e squeegeemen (i lavavetri ai semafori), con l'idea di mandare un chiaro messaggio alla criminalità in generale e che la città sarebbe stata "ripulita".
Giuliani inoltre diresse il Dipartimento di polizia di New York in forti indagini contro aziende che potessero avere collegamenti con la mafia, come il Fulton Fish Market e il Javits Center nel West Side (attività della famiglia Gambino). Così facendo la città riuscì a salvare un guadagno di 600 milioni di dollari. Nella lotta alla famiglia mafiosa dei Gambino (oltre che a quella degli Inzerillo), Giuliani ebbe modo di collaborare col magistrato Giovanni Falcone sin dal 1988: l'operazione anti-crimine è nota come "Iron Tower".
Posizioni su aborto e coppie di fatto[modifica | modifica wikitesto]
Le parti più conservatrici dei repubblicani (soprattutto la componente religiosa della destra evangelica) hanno riserve su di lui, specialmente a causa delle posizioni liberali su aborto (Giuliani non si dichiara esplicitamente contrario) e coppie di fatto (è favorevole al riconoscimento legale delle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali). È inoltre tendenzialmente favorevole alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — Roma, 28 settembre 2001[10] |
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Casa Savoia) |
— 2001 |
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Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri» — Roma, 2 giugno 1987[11] |
Cavaliere Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico | |
— Londra, 13 febbraio 2002[12] |
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Ronald Reagan Freedom Award (Stati Uniti d'America) |
— Los Angeles, 8 marzo 2002[13] |
Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]
- Giuliani compare in brevi cameo nel film Terapia d'urto (Anger Management), nel film Sperduti a Manhattan, nella serie televisiva Innamorati pazzi e nell'episodio 11x01 di Law & Order - I due volti della giustizia , interpretando il ruolo di se stesso. È presente inoltre, non recitando, nel film Borat - Séguito di film cinema.
- Viene citato nel film Io vi dichiaro marito e... marito dal capitano dei vigili del fuoco Phineas J. Tucker, come l'ultimo tra i molti sindaci newyorkesi ad averlo menzionato positivamente.
- Appare in una puntata della quindicesima stagione de I Simpson, dove viene usata una sua foto da parte di Homer per convincere gli elettori, attraverso dei messaggi subliminali che dicono "Yes on 232" ("Sì alla 232"), a votare a favore di una proposta di legge.
- Viene citato nella terza stagione della serie animata Futurama, ambientata nell'anno 3000, dove Philip J. Fry passeggia per le strade deserte della vecchia New York e dice: "Vi ricordate quando Giuliani metteva le multe ai pedoni?", per poi essere investito da una lucertola gigante.
Sostenitori in Italia[modifica | modifica wikitesto]
Il deputato Benedetto Della Vedova ha creato Italians for Rudy Coalitions una coalizione di politici e cittadini in accordo col suo programma che appoggiava la sua corsa per la Casa Bianca.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) How much credit does Giuliani deserve for fighting crime?, su politifact.com, 1º settembre 2007. URL consultato l'11 novembre 2020.
- ^ https://www.nber.org/digest/jan03/w9061.html
- ^ (EN) The Remarkable Drop in Crime in New York City Archiviato il 15 febbraio 2009 in Internet Archive.
- ^ (EN) Healy, Patrick D., Giuliani to Be Partner in Texas Law Firm, in The New York Times, 30 marzo 2005.
- ^ (EN) Ex-New York Mayor Rudolph Giuliani Leaves Bracewell Law Firm. URL consultato il 12 maggio 2016.
- ^ (EN) Liz Moyer, Rudolph Giuliani to Join Greenberg Traurig Law Firm, in The New York Times, 19 gennaio 2016. URL consultato il 10 aprile 2018.
- ^ Dal sito della CNN, su politicalticker.blogs.cnn.com.
- ^ (EN) Robert Costa e Josh Dawsey, Giuliani says he is joining Trump's legal team to 'negotiate an end' to Mueller probe, in The Washington Post, 19 aprile 2018. URL consultato il 19 aprile 2018.
- ^ (EN) Document: Read the Whistle-Blower Complaint, in The New York Times, 26 settembre 2019.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Alamy
- ^ Getty
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Sam Pittaro. Rudolph William Giuliani. In Italian Americans of the Twentieth Century, ed. George Carpetto and Diane M. Evanac (Tampa, FL: Loggia Press, 1999), pp. 178–179.
- (EN) Liza N. Burby. A Day in the Life of a Major: Featuring New York City Mayor Rudy Giuliani, New York: Powerkids Press, 1999.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Rudolph Giuliani
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rudolph Giuliani
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Note biografiche sul sito governativo di New York City, su nyc.gov.
- (EN) Sito per la campagna presidenziale 2008, su joinrudy2008.com. URL consultato l'8 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2007).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 71618074 · ISNI (EN) 0000 0001 0914 4586 · LCCN (EN) nr95032260 · GND (DE) 124208363 · BNF (FR) cb144701751 (data) · J9U (EN, HE) 987007599036605171 · NDL (EN, JA) 00915092 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr95032260 |
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