Rosa Russo Iervolino
Rosa Russo Iervolino | |
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Sindaco di Napoli | |
Durata mandato | 13 maggio 2001 – 1º giugno 2011 |
Predecessore | Riccardo Marone (vicesindaco f.f.) |
Successore | Luigi de Magistris |
Presidente del Partito Popolare Italiano | |
Durata mandato | 1994 – 1994 |
Predecessore | Carica creata |
Successore | Giovanni Bianchi |
Ministro dell'interno | |
Durata mandato | 21 ottobre 1998 – 22 dicembre 1999 |
Capo del governo | Massimo D'Alema |
Predecessore | Giorgio Napolitano |
Successore | Enzo Bianco |
Ministro della pubblica istruzione | |
Durata mandato | 28 giugno 1992 – 11 maggio 1994 |
Capo del governo | Giuliano Amato Carlo Azeglio Ciampi |
Predecessore | Riccardo Misasi |
Successore | Francesco D'Onofrio |
Ministro per gli affari sociali | |
Durata mandato | 29 luglio 1987 – 28 giugno 1992 |
Capo del governo | Giovanni Goria Ciriaco De Mita Giulio Andreotti |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Adriano Bompiani |
Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai | |
Durata mandato | 9 maggio 1983 – 7 giugno 1987 |
Predecessore | Mario Bubbico |
Successore | Andrea Borri |
Ministro del lavoro e della previdenza sociale | |
Durata mandato | 18 marzo 1991 – 12 aprile 1991 |
Capo del governo | Giulio Andreotti |
Predecessore | Carlo Donat-Cattin |
Successore | Franco Marini |
Presidente della 1ª Commissione Affari Costituzionali Camera dei deputati | |
Durata mandato | 9 maggio 1996 – 8 giugno 2001 |
Predecessore | Gustavo Selva |
Successore | Donato Bruno |
Senatrice della Repubblica Italiana | |
Legislature | VIII, IX, X, XI |
Gruppo parlamentare |
Democratico Cristiano |
Coalizione | IX-X-XI: Pentapartito |
Circoscrizione | VIII: Lazio IX-X-XI: Abruzzo |
Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislature | XII, XIII |
Gruppo parlamentare |
XII: PPI |
Coalizione | XII: Patto per l'Italia
XIII: L'Ulivo |
Circoscrizione | Campania 1 |
Collegio | XIII: Napoli-Fuorigrotta |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico (dal 2007) Precedenti: DC (fino al 1994) PPI (1994-2002) DL (2002-2007) |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Professione | Avvocato |
Rosa Iervolino, coniugata Russo (Napoli, 17 settembre 1936), è una politica italiana, prima donna a capo del Ministero dell'Interno nonché prima donna ad essere sindaca di Napoli. Più volte parlamentare, ha ricoperto l'incarico di Ministro per gli affari sociali, della pubblica istruzione e dell'interno.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Conosciuta anche con la trascrizione del cognome Jervolino, o col vezzeggiativo Rosetta, si è presentata alle competizioni elettorali come Rosa Iervolino Russo, con il proprio cognome (trascritto con la I in luogo della J per un errore anagrafico) anteposto a quello del marito[1]. È figlia di Angelo Raffaele Jervolino, ministro nei governi De Gasperi,[2] e di Maria De Unterrichter, entrambi parlamentari della Democrazia Cristiana all'Assemblea Costituente. Si è sposata con Vincenzo Russo il 26 ottobre 1964. Aldo Moro era il suo testimone. Dal marito ha avuto tre figli: Michele, Maria Cristina e Francesca. È rimasta vedova prima di aver compiuto cinquant'anni.[3] È cugina del filosofo e politico Domenico Jervolino[4]. Laureata in giurisprudenza, fece parte dell'ufficio studi del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL) dal 1961 al 1968, mentre dal 1969 al 1973 collaborò con l'Ufficio Legislativo del Ministero del Bilancio.
Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]
Impegnata politicamente, anche per tradizione famigliare, nella Democrazia Cristiana, divenne vicepresidente della Federazione Femminile, con cui lavorò dal 1968 al 1978. Responsabile dei rapporti tra lo Scudo Crociato e la famiglia dal 1974, nel 1979 viene eletta per la prima volta senatrice (rimarrà al Senato sino al 1992, quando subito dopo la rielezione si dimise in omaggio alla nuova norma interna alla DC, che stabiliva l'incompatibilità tra la carica di Ministro e quella di parlamentare.
Presidente della commissione parlamentare di vigilanza RAI dal 1985 al 1987, fu la prima donna a ricoprire la carica di ministro per gli Affari Sociali durante il governo Goria, per poi essere confermata in questa carica anche nei successivi governi guidati da Ciriaco De Mita e Giulio Andreotti. In questi anni è anche presidente del Consiglio d'Istituto di uno degli istituti superiori più prestigiosi di Roma, la Scuola Pontificia Pio IX dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia. In queste vesti, si fece promotrice con Bettino Craxi del "Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope", (art. 118 del DPR 309/90 e Decreto 444/90) che di fatto stabiliva la punibilità dei consumatori di stupefacenti. La legge, cosiddetta Craxi-Iervolino-Vassalli, dai nomi dei primi firmatari, si attirò le critiche degli anti-proibizionisti e venne parzialmente abrogata con un referendum il 18 aprile del 1993.
Nominata successivamente Ministra della Pubblica Istruzione nel primo governo di Giuliano Amato, non consentì la distribuzione all'interno delle scuole superiori di un fumetto informativo sull'AIDS di "Lupo Alberto" che informava gli studenti sulla modalità di uso del preservativo, suscitando polemiche[5]. Come presidente della Democrazia Cristiana assistette all'opera di rinnovamento portata avanti dal segretario Mino Martinazzoli che portò alla fondazione del Partito Popolare Italiano al termine del processo di scioglimento della Democrazia Cristiana, provata dalle indagini di Mani pulite e dal processo per mafia a Giulio Andreotti, che determinarono un forte calo di consensi per il partito di ispirazione cattolica. Con le dimissioni di Martinazzoli del marzo 1994, assunse l'incarico, come presidente del Consiglio nazionale, di reggente del partito, dilaniato da scandali e presunta corruzione; nello stesso anno fu eletta alla Camera dei deputati.
Favorevole al progetto de L'Ulivo di Romano Prodi, fu rieletta alla Camera dei deputati nel 1996, legislatura in cui divenne durante il governo D'Alema la prima donna della storia d'Italia ad occupare l'incarico di Ministro dell'interno.
Alle elezioni presidenziali del 1999, dove al primo turno di votazioni prevalse Carlo Azeglio Ciampi, la Iervolino ricevette 16 voti.
Presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, nel 2001 viene eletta sindaco di Napoli con il 52,9% dei voti, sostenuta in giunta dai partiti del'Ulivo, battendo al ballottaggio il candidato del centrodestra, Antonio Martusciello. Viene riconfermata sindaco nel 2006 con il 57% delle preferenze contro il candidato del centrodestra Franco Malvano, ex questore di Napoli. Dal 23 maggio 2007 è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico che riunisce i leader delle componenti del futuro PD.
Sindaco di Napoli[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2001 è diventata la prima donna a ricoprire la carica di Sindaco di Napoli. Nella sua attività di sindaco vanno segnalati alcuni punti essenziali: in primo luogo l'approvazione del Nuovo Piano Regolatore Generale, di particolare rilievo in una città con la storia urbanistica di Napoli, e poi il nuovo sistema delle metropolitane, la riforma del decentramento e la scelta di difendere la gestione pubblica di alcuni servizi, in particolare dell'acqua, con interventi anche personali della Iervolino che ha aderito al referendum contro la privatizzazione. L'urbanistica e la riorganizzazione del territorio urbano sono l'aspetto più evidente dell'Amministrazione Iervolino, con il Programma per il Centro Storico patrimonio UNESCO (120 interventi con uno stanziamento di partenza d 240 milioni di euro), i lavori per la riqualificazione di Bagnoli, dove accanto alla Città della Scienza si annoverano il Parco dello Sport, il Turtle Point e la Porta del Parco, ed è quasi completata la bonifica dei suoli gravemente inquinati dai preesistenti insediamenti industriali.
La priorità dell'Amministrazione Iervolino è il nuovo sistema dei trasporti e della mobilità: parcheggi di interscambio, estensione delle zone a traffico limitato e delle aree pedonalizzate, e soprattutto il completamento del grande sistema di trasporto pubblico su ferro. In particolare vi è il grande lavoro in corso per la costruzione della nuova rete della Metropolitana: 10 linee su ferro[senza fonte], collegate tra loro ed inserite nel sistema regionale integrato dei trasporti. Durante il suo mandato Napoli ottenne l'attribuzione di importanti eventi internazionali, come il "Forum Universale delle Culture" e il "Congresso Astronautico Internazionale" nel 2012.
Critiche[modifica | modifica wikitesto]
Iervolino ha incontrato tuttavia anche grandi critiche. In particolare ha dovuto affrontare nel 2008 lo scandalo rifiuti che ha coinvolto il napoletano, determinata dalle difficoltà nello smaltimento in seguito alla chiusura di alcune discariche.
Successivamente la Giunta comunale è stata colpita dalla vicenda giudiziaria determinata dalle indagini sulla delibera Global Service approvata dal Comune, che si è conclusa in primo grado con molte assoluzioni e due condanne per corruzione (Romeo e Mautone), con serie conseguenze politiche e dure polemiche anche all'interno dello stesso partito della sindaca. In quella occasione la Iervolino rinnovò in gran parte la composizione della Giunta, che ha poi subìto pochi cambiamenti negli anni successivi.
Forti polemiche scaturirono anche a seguito delle polemiche dimissioni, nel dicembre 2009, dell'assessore al bilancio Riccardo Realfonzo, economista e docente universitario, che era subentrato nel gennaio 2009 ad Enrico Cardillo (quest'ultimo era tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta Global Service).
Critiche anche dal suo successore, l'ex-magistrato eletto sindaco Luigi De Magistris: "Per almeno tre anni la città non è stata male amministrata: non è stata amministrata per niente. Quando siamo arrivati a Palazzo San Giacomo, tre mesi fa, non funzionavano nemmeno le penne".[6] Il 2 marzo 2011 31 consiglieri comunali su 60 rassegnano le loro dimissioni per provocare lo scioglimento del consiglio stesso, ma ciò non accade per alcuni vizi procedurali[7]. Terminerà quindi il mandato nel giugno dello stesso anno.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana |
— 3 maggio 2019 - Di iniziativa del Presidente della Repubblica |
Provvedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]
Nel febbraio 2013 la Corte dei Conti la condanna a risarcire al Comune 560.893 euro per le centinaia di operai ed ex lavoratori socialmente utili, chiamati negli anni 2000 negli enti di bacino per lavorare alla raccolta differenziata ma in realtà inattivi.[8]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Secondo le norme del nuovo diritto di famiglia, creato dalla legge 191 del 1975. Si veda anche questa circolare Circolare Ministero dell'Interno 16-04-1976, n. 8, su comune.pisa.it. URL consultato il 19 agosto 2011.
- ^ (DE) Signora Jervolino will Neapel vor den Nato-Gegnern retten, Welt Online, 31 agosto 2001. URL consultato il 20 dicembre 2007.
- ^ Tommaso Labate, Rosa Russo Iervolino: «Aldo Moro mi fu testimone di nozze, tardò un’ora..», su Corriere della Sera, 9 novembre 2020. URL consultato il 22 dicembre 2020.
- ^ Mentre i partiti di centro accelerano per la nascita della Margherita RicercaRepubblica.it
- ^ corriere.it: Caso Lupo Alberto: Aids, esposto contro la Jervolino, Corriere della Sera, 29 gennaio 1993
- ^ De Magistris-Alemanno, sfida di stipendi, Corriere della Sera, 24 agosto 2011. URL consultato il 24 agosto 2011.
- ^ Paolo Cuozzo, Pasticcio Pdl, scioglimento annullato. La Iervolino (per ora) resta sindaco, Corriere del Mezzogiorno, 4 marzo 2011. URL consultato il 4 marzo 2011.
- ^ Vincenzo Iurillo, Rifiuti a Napoli, sprechi per assunzioni inutili: Bassolino e Iervolino condannati, su Il Fatto Quotidiano, 28 febbraio 2013. URL consultato il 17 aprile 2020.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rosa Russo Iervolino
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Rosa Russo Iervolino, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Rosa Russo Iervolino (VIII legislatura della Repubblica Italiana) / Rosa Russo Iervolino (IX legislatura della Repubblica Italiana) / Rosa Russo Iervolino (X legislatura della Repubblica Italiana) / Rosa Russo Iervolino (XI legislatura della Repubblica Italiana), su senato.it, Senato della Repubblica.
- Rosa Russo Iervolino, su Anagrafe degli amministratori locali e regionali, Ministero dell'interno.
- Rosa Russo Iervolino, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Rosa Russo Iervolino, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Dati personali - XII legislatura, Camera dei deputati. URL consultato il 20 dicembre 2007.
- Il profilo del candidato: Rosa Russo Iervolino, La Stampa, 15 maggio 2006. URL consultato il 20 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2006).
- Rosa Russo Jervolino, la Repubblica, 21 ottobre 1998. URL consultato il 20 dicembre 2007.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 50917594 · SBN IT\ICCU\RAVV\067778 · WorldCat Identities (EN) lccn-n94059640 |
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