Rometta

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Disambiguazione – Se stai cercando la frazione di Fivizzano in provincia di Massa, vedi Rometta Apuana.
Rometta
comune
Rometta – Veduta
Rometta – Veduta
Porta Milazzo e Chiesa Bizantina - l'entrata di Rometta fotografata da un drone
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Città metropolitana Messina
Amministrazione
SindacoNicola Merlino (lista civica) dal 27-5-2014 (2º mandato dal 30-4-2019)
Territorio
Coordinate38°10′21″N 15°24′50″E / 38.1725°N 15.413889°E38.1725; 15.413889
Altitudine560 m s.l.m.
Superficie32,12[1] km²
Abitanti6 490[2] (30-6-2022)
Densità202,05 ab./km²
FrazioniGimello, Rapano, Rometta Marea, San Cono, Santa Domenica, Sant'Andrea, Conduri, Sottocastello, Torretta, Gimello Monaci, Scalone Oliveto, Safì, Filari, Mazzabruno, Lorenti
Comuni confinantiMessina, Monforte San Giorgio, Roccavaldina, Saponara, Spadafora
Altre informazioni
Cod. postale98043
Prefisso090
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT083076
Cod. catastaleH519
TargaME
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Nome abitantiromettesi
Patronosan Leone
Giorno festivo20 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Rometta
Rometta
Rometta – Mappa
Rometta – Mappa
Posizione del comune di Rometta nella città metropolitana di Messina
Sito istituzionale

Rometta (Ṛṛametta in siciliano[4]) è un comune italiano di 6 490 abitanti[2] della città metropolitana di Messina in Sicilia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio romettese sono state trovate testimonianze di vita che risalgono alla prima età del neolitico, nella sua prima fase appartenente alla cultura di Stentinello (4000 anni prima di Cristo), all'età del ferro, per giungere alla necropoli del V-III secolo a.C. Intorno al V secolo d.C. a Rometta si formò la comunità antica romana che, in fuga dai centri della costa, venne qui a cercare rifugio dalle devastanti invasioni vandale. Ben presto Rometta assunse un preciso ruolo strategico: dall'alto delle sue mura e delle sue torri controllava un buon tratto dell'antica strada che da Messina conduceva a Palermo. Chi possedeva il controllo militare di questa potente città-roccaforte, possedeva la chiave per prendere Messina. Rometta era l'ultima fortezza che poteva rallentare la marcia di un esercito invasore verso la città dello stretto.

Non si hanno d'altronde notizie chiare di un nucleo abitativo nel territorio di Rometta prima dell'età bizantina; il suo nome secondo alcuni in greco antico vuol dire le difese, le fortezze (ta erymata). Occupata dai Saraceni, il suo nome viene pronunciato rimta, da cui molto probabilmente il medievale Rametta e successivamente nel XVI secolo Rometta.[senza fonte]

Tra il 725 e il 780, a Rometta trovò asilo il vescovo di Catania, san Leone da Ravenna, detto il Taumaturgo. Dopo l'opposizione dell'altro prelato all'istituzione delle disposizioni iconoclastiche da parte degli imperatori bizantini, Costantino V (741-775) ordinò l'arresto del vescovo oppositore. Dopo essersi rifugiato in alcuni centri dei Nebrodi, Leone trovò riparo a Rometta. Qui si ritirò sulle boscose colline peloritane dove visse per alcuni anni in una grotta, da eremita. Fece ritorno a Catania dove morì nel 789.

Percorrendo la via Umberto I, il largo Angelina Romano

Durante la conquista araba della Sicilia, a Rometta si concentrò l'ultima difesa bizantina contro l'invasione araba. In particolare, dal 963 al 965, Rometta sostenne un durissimo assedio e i suoi abitanti si contraddistinsero per un atto estremo di eroismo. Tra il 24 e il 25 ottobre 964, fra la spiaggia e la roccaforte assediata, avvenne una sanguinosa battaglia. L'armata bizantina, forte di 30.000 uomini, inviata nell'isola da Costantinopoli per spezzare l'assedio arabo su Rometta e riconquistare all'impero la Sicilia, impegnò l'esercito assediante con impeto e con cariche di cavalleria. Ma gli Arabi, sebbene inferiori di numero, riuscirono a fermare l'avanzata degli avversari e, incitati dal proprio condottiero, Ibn ʿAmmār, costrinsero i bizantini alla fuga. Al termine della battaglia, oltre diecimila soldati di Bisanzio giacevano morti sul campo mentre il resto fu tratto prigioniero. Si narra che sul campo fu trovata una spada appartenuta al profeta dell'Islam, Maometto, che era stata catturata dai Bizantini in una precedente battaglia.

L'assedio a Rometta continuò sino al maggio successivo, quando, ormai, i difensori, senza alcuna speranza di ulteriori aiuti da Costantinopoli, stremati dalla fame e dai continui assalti portati dagli assedianti, inviarono fuori dalle mura le donne, i bambini e gli anziani superstiti che furono accolti nel campo nemico. All'alba del 5 maggio 965, gli Arabi, dopo aver offerto ripetutamente la resa ai guerrieri romettesi e ricevutone da questi il rifiuto, sferrarono l'attacco decisivo alle mura di Rometta con tutte le loro forze. I pochi difensori li accolsero con le armi in pugno: caddero tutti, ad uno ad uno, combattendo. Rometta fu saccheggiata e data alle fiamme.

Rometta sarà riconquistata dai bizantini nel 1038, grazie alla spedizione imperiale di Giorgio Maniace, principe e Vicario dell'Imperatore di Costantinopoli, discendente dalla famiglia Imperiale di Bisanzio, che riconquistò parte della Sicilia, ma il dominio fu breve, tanto che la Sicilia, Rometta compresa, caddero di nuovo nelle mani degli Arabi nel 1043. Sempre nell'XI secolo Rometta con tutta la Sicilia fu conquistata dai Normanni.

Il 20 luglio 2002 alle 18:56 pomeridiane si verificò l'incidente ferroviario di Rometta Messinese: l'Espresso 1932 della Laguna partito da Palermo e diretto a Venezia, deragliò, a causa del cedimento di una rotaia mal saldata in precedenza, proprio all'altezza della stazione di Rometta Marea. Nel tragico schianto morirono un macchinista e sette passeggeri.[5]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa e monastero dei Cerei[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa bizantina intitolata a Santa Maria dei Cerei

Dal punto di vista artistico e culturale la città si ricorda innanzitutto per la chiesa in stile bizantino intitolata comunemente al «Santissimo Salvatore», ma la dedica esatta dell'edificio è «Santa Maria dei Cerei» altrimenti «Santa Maria della Candelora», la sua costruzione è databile tra il V ed il VI secolo. La chiesa si presenta con pianta a croce greca inserita in un quadrilatero.

Dal 1320 al 1342, per garantire la sicurezza durante i tumulti dei Vespri siciliani, col permesso di Federico III di Sicilia e previa approvazione pontificia, la chiesa e il monastero della Candelora ospitarono la comunità di religiose provenienti dal monastero sorto secondo la regola francescana dell'Ordine dei frati minori di Basicò: monastero di Santa Chiara di Basicò.[6]

Elisabetta di Carinzia, vedova di Pietro II di Sicilia, sollecitò a Papa Clemente VI l'insediamento delle religiose a Messina. L'istituzione amministrata secondo la Regola di Santa Chiara nel capoluogo assunse il titolo di «Santa Maria di Basicò».[6]

Chiesa Madre intitolata a S. Maria Assunta (aprile 2016)

Chiesa Madre[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Santa Maria Assunta (Rometta).

La Chiesa Madre è intitolata a Maria Santissima Assunta. La sua facciata, recentemente restaurata, presenta dei portali tardo-rinascimentali ed una nicchia contenente una statua raffigurante la Madonna. L'interno dell'edificio raccoglie, tra l'altro, una cinquecentesca acquasantiera ed una cinquecentesca tavola raffigurante la Madonna col Bambino tra San Pietro e San Paolo.

Altri monumenti[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Sant'Antonio a Rometta Marea

A Rometta Marea si trova la chiesa di Sant'Antonio di Padova, inaugurata il 12 giugno 1932. Tra le chiese minori cittadine degne di menzione la seicentesca chiesa della Madonna della Scala, la chiesa dei Cappuccini e convento dell'Ordine dei frati minori cappuccini contenente, tra l'altro, una tavola raffigurante la Trasfigurazione.

Al centro del paese, nel punto più elevato, sono presenti i resti del cosiddetto Palatium Federiciano, esempio di palazzo fortificato che, sebbene costruito per rispondere a precise esigenze militari, offriva spazi e comodità di una sontuosa dimora civile.

Borgo Storico Pantano[modifica | modifica wikitesto]

Il borgo storico Pantano è un borgo rurale abbandonato che sorge in una zona collinare vicino a Rometta. Attualmente è iscritto al REIS, il registro delle eredità immateriali della Sicilia e sta subendo un progetto di riqualificazione.

Porta Milazzo di Notte

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Località Portaro
Chiesa di San Gaetano a Santa Domenica
Rometta Marea

Il centro della frazione si estende lungo la Strada statale 113 Settentrionale Sicula e si è sviluppato, come negli altri centri costieri adiacenti, soprattutto negli anni del boom economico, grazie alla combinazione di vari fattori come il territorio pianeggiante, la vicinanza del mare, la presenza della ferrovia e dell'Autostrada A20.

San Cono
Lo stesso argomento in dettaglio: San Cono (Rometta).
Gimello

Situata a 3 chilometri a sud del centro storico, in una vallata (415 m s.l.m.) non distante dalle pendici del monte Dinnammare (dei Peloritani), conta circa 200 abitanti; le origini pare risalgano al periodo medioevale. Fanno parte di Gimello i piccoli villaggi Monaci e Acquanova.

Conduri

Situata a 2,8 km a sud del centro storico, a metà tra le frazioni Gimello e Santa Domenica (350 m s.l.m.); le origini risalgono al basso medioevo. Non sono presenti abitanti, ma soprattutto nel periodo estivo, è popolata da villeggianti; gode di uno dei più bei panorami della zona tirrenica settentrionale (Golfo di Milazzo, Isole Eolie).

Sant'Andrea

Situata a 5 chilometri dal centro storico, conta circa 100 abitanti. Alcuni reperti, venuti alla luce nel 2008 durante i lavori del gasdotto e risalenti alla Eta' del Bronzo, fanno supporre ad un insediamento umano preistorico. Il nome del borgo di Sant'Andrea appare intorno al XIII secolo in alcuni documenti, scritti in lingua greca, conservati alla Biblioteca Nazionale di Parigi, appartenuti al Monastero di suore basiliane di S.Maria de Messana e nei quali viene citato come il villaggio dell'Apostolo Andrea. Successivamente, in età moderna fu indicato con il nome di Rantuccio (1740) per poi passare al nome attuale, che è quello originario, di S.Andrea. Il villaggio, sino al 1604, non dipendeva da Rometta ma era un feudo; Nel 1548 risulta signore feudale la famiglia Cottone, Conti di Bauso. Infatti, il 15 novembre 1604, Sant'Andrea e Rapano furono ceduti dagli stessi Cottone alla città di rometta. [8].

Altre sono Santa Domenica; Sottocastello; Rapano; Safì; Torretta; Scalone Oliveto; Filari; Mazzabruno; Lorenti.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
30 aprile 1987 3 luglio 1991 Gaetano Magazù Democrazia Cristiana Sindaco [9]
12 luglio 1991 15 settembre 1994 Stefano Barbera Democrazia Cristiana Sindaco [9]
15 settembre 1994 15 maggio 1995 Enrico Maria Etna Democrazia Cristiana Sindaco [9]
15 maggio 1995 14 giugno 1999 Andrea Cordaro - Sindaco [9]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Enrico Etna lista civica Sindaco [9]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Enrico Etna lista civica Sindaco [9]
9 giugno 2009 27 maggio 2014 Roberto Abbadessa lista civica Sindaco [9]
27 maggio 2014 28 aprile 2019 Nicola Merlino lista civica Sindaco [9]
29 aprile 2019 in carica Nicola Merlino lista civica Sindaco [9]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Rometta fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.5 (Montagna litoranea di Messina)[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dati Istat 2011, su istat.it. URL consultato il 22 maggio 2014.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 9 settembre 2022. URL consultato il 22 settembre 2022.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 553.
  5. ^ La Repubblica/cronaca: La tragedia dell'espresso otto morti e 47 feriti, su repubblica.it. URL consultato il 19 luglio 2017.
  6. ^ a b Pagina 176, Caio Domenico Gallo, "Annali della città di Messina ... dal giorno di sua fondazione sino a tempi presenti", Tomo I, Messina, Francesco Gaipa, 1756.
  7. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Saverio Ponz de Leon, La tradizione dell'Evviva Maria a Sant'Andrea, Trento, 2007.
  9. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/
  10. ^ GURS Parte I n. 43 del 2008, su gurs.regione.sicilia.it. URL consultato il 21 maggio 2014.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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