Roland Morillot

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Antoine Louis Joseph Roland Morillot
NascitaSaint-Lumier-la-Populeuse, 13 giugno 1885
MorteCattaro, 29 dicembre 1915
Dati militari
Paese servitoBandiera della FranciaRepubblica francese
Forza armataMarine nationale
SpecialitàSommergibili
Anni di servizio1904-1915
GradoTenente di vascello
GuerrePrima guerra mondiale
Comandante diMonge
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Antoine Louis Joseph Roland Morillot (Saint-Lumier-la-Populeuse, 13 giugno 1885Cattaro, 29 dicembre 1915) è stato un marinaio e militare francese. Con il grado di Tenente di vascello della Marina militare francese fu comandante del sommergibile Monge durante la prima guerra mondiale. Per il suo coraggio fu insignito della Medaglia d'oro al valor militare e della Legion d'onore.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel Castello di Bussemont a Saint-Lumier-la-Populeuse (Marna)[1] il 13 giugno 1885, rampollo di una famiglia di nobili origini citata nel decimo volume dell'Amorial General de France edito nel 1875.[2] Entrò in marina nel 1901, frequentando l'Ecole Naval di Tolone da dove uscì con il grado di guardiamarina nel 1903. Nel 1904 si imbarcò sull'incrociatore Jurien de la Gravière operante nell'Oceano Atlantico. Nel 1906 ottenne la promozione a sottotenente di vascello, imbarcandosi nel 1907 sulla corazzata République operante nella squadra del Mediterraneo. Nell'ottobre 1908 entrò nell'École des torpilles di Tolone, e dopo aver ottenuto il brevetto di sommergibilista effettuò una crociera in Mediterraneo a bordo dell'incrociatore corazzato "Jules Ferry". Nel 1910 divenne secondo in comando a bordo[3] del sommergibile Monge, appartenente alla classe Pluviôse. Nel 1913[2] convolò a giuste nozze con la figlia dell'Ammiraglio Louis de Marolles,[4] già comandante della squadra navale francese in Indocina,[4] da cui ebbe un figlio.[5] Il 14 novembre 1913[2] venne promosso al grado di tenente di vascello, e il 1º marzo 1914 assunse il comando del Monge.

Nella prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Il sommergibile Monge in navigazione di superficie

Allo scoppio della prima guerra mondiale operò in missioni di sorveglianza nel settore del basso Adriatico, e dopo l'entrata in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915, la sua unità fu trasferita a Brindisi, assegnata alle dipendenze del Comando Gruppo Sommergibili della Regia Marina italiana di Taranto.[2]

Alle 16:30 del 27 dicembre 1915[6] il Monge lasciò la base di Brindisi dirigendosi verso Cattaro, ove si posizionò in agguato all'ingresso della locale base navale austro-ungarica.[6] Nelle prime ore del 29 dicembre una formazione navale[7] austroungarica lasciò l'ancoraggio di Cattaro con il compito di esplorare il tratto di mare tra Brindisi e Durazzo alla ricerca di due cacciatorpediniere italiani.[8] Alle 2:15, mentre navigava in immersione[4] a 7 metri di quota il sommergibile venne investito dell'incrociatore Helgoland che navigava a 30 nodi.[9] Con gravi danni alla falsatorre e una falla nello scafo il Monge riuscì ad emergere, grazie alla perizia del comandante Morillot, per il tempo necessario affinché l'equipaggio abbandonasse il battello.[9] Dopo essersi accertato che l'equipaggio avesse abbandonato il sommergibile, e nonostante le implorazioni dei marinai, egli decise di non lasciare[4] la sua unità scomparendo con esso tra i flutti, insieme al cagnolino Tango,[9] mascotte della nave.[10] La Regia Marina italiana volle onorare il suo sacrificio decorandolo[11] con la Medaglia d'oro al valor militare,[12] alla memoria, mentre la Marine nationale gli conferì il Cavalierato della Legion d'onore.[13] In seguito il suo nome fu assegnato a ben tre sommergibili che hanno prestato servizio nelle file della marina francese.[12]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante del sommergibile MONGE il quale, in un attacco contro la flotta austriaca, investito da nave nemica, allorché si accorse che non vi era più scampo per il battello, provvedeva alla salvezza dell'equipaggio, e quindi, con ammirevole spirito di sacrificio volle rimanere sul suo sommergibile e con esso affondò, mentre la nave nemica s'apprestava a prenderlo a rimorchio. Basso Adriatico, 28 - 29 dicembre 1915.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Morin 2013, p. 32.
  2. ^ a b c d Morin 2013, p. 33.
  3. ^ Il comandante era il tenente Paul Massé.
  4. ^ a b c d Ouest-France, 19 mars 1916.
  5. ^ Nato poco dopo l'inizio della prima guerra mondiale.
  6. ^ a b Morin 2013, p. 34.
  7. ^ Tale formazione era composta dall'incrociatore protetto Helgoland, e dai cacciatorpediniere Csepel, Lika, Triglav, Tatra e Balaton.
  8. ^ Si trattava delle unita italiane Ostro e Euro .
  9. ^ a b c Morin 2013, p. 35.
  10. ^ Il suo sacrificio fu citato all'ordine del giorno dell'Armée navale il 22 marzo 1916 (Ordre n° 25 P.A): Son sous-marin ayant, dans une attaque de nuit, éprouvé des avaries très graves qui le mettaient en danger de couler sur le champ, a su par sa présence d'esprit, son énergie, son habileté technique, le ramener en surface. A pu ainsi assurer le sauvetage de son personnel; resté à bord le dernier, a été glorieusement englouti avec son bâtiment..
  11. ^ Tale decorazione era stata assegnata prima di lui ad un altro marinaio francese, il Tenente di vascello John Joseph Gabriel O'Byrne.
  12. ^ a b Morin 2013, p. 38.
  13. ^ Ouest-France, 29 décembre 1923.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Erminio Bagnasco, I sommergibili della seconda guerra mondiale, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1973.
  • (FR) Charles D'Hozier, Amorial gènèral de la France Vol.10, Paris, Editions du Palais Royal, 1768.
  • (FR) Jacques Vichot, Répertoire des navires de guerre français, Paris, Amis des Musees de la marine, 1967.
  • (FR) Emile Vedel, Sur nos fronts de Mer, Paris, Plon-Nourrit et Cie, Imprimeurs-Editeurs, 1918.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Morin, L'affondamento del Monge, in Storia Militare, n. 238, Parma, Ermanno Albertelli Editore, luglio 2013, pp. 32-39, ISSN 1122-5289 (WC · ACNP).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]