Roberto Gerardi

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Roberto Gerardi (Roma, 18 ottobre 1919Parma, 10 giugno 1995) è stato un direttore della fotografia italiano.

È stato un protagonista della creazione del glamour divistico all'italiana della Cinecittà degli anni cinquanta e sessanta.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver iniziato il proprio apprendistato professionale con Carlo Montuori,[1] prosegue la carriera come assistente operatore di Anchise Brizzi, insieme al quale lavora ad uno dei capolavori del Neorealismo, Sciuscià (1946) di Vittorio De Sica.[1] Come operatore nella troupe di Otello Martelli[1] partecipa alla realizzazione di film di Roberto Rossellini (Stromboli (Terra di Dio) del 1949), Giuseppe De Santis (Riso amaro del 1949, Roma ore 11 del 1951), Alessandro Blasetti (La fortuna di essere donna del 1956), Federico Fellini (Il bidone del 1955).

Esordisce come direttore della fotografia nel 1957 con il film I colpevoli diretto da Turi Vasile, tratto da una commedia teatrale di Renato Lelli, nel quale sperimenta un sistema di ripresa mutuato dalla televisione, con tre macchine da presa ad inquadrare tagli diversi di lunghi piani sequenza.[1] Dopo essersi cimentato in commedie quali Il marito e Audace colpo dei soliti ignoti, affianca Peppino Rotunno come direttore della fotografia aggiunto[1] per La grande guerra (1959) di Mario Monicelli e cura le immagini dei mélo Lettere di una novizia e L'imprevisto diretti da Alberto Lattuada.

Nei primi anni sessanta lavora ad opere d'autore come L'isola di Arturo e La noia di Damiano Damiani, ma anche a co-produzioni internazionali come Madame Sans-Gêne di Christian-Jaque e I sequestrati di Altona di Vittorio De Sica, con Sophia Loren, della quale diventa una sorta di operatore quasi ufficiale,[1] curandone l'immagine anche in Matrimonio all'italiana.

Nella seconda metà degli anni sessanta gira adattamenti letterari quali Madamigella di Maupin di Mauro Bolognini e Don Giovanni in Sicilia di Alberto Lattuada, e adotta «un uso brillante del colore e della luce»[2] nella commedia all'italiana più sofisticata, soprattutto per la regia di Pasquale Festa Campanile.

Gli anni settanta segnano l'inizio del declino della sua carriera, orientata verso produzioni più popolari e meno ambiziose. Lavora regolarmente in particolare con i registi Fernando Di Leo e Giorgio Capitani.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Vol. A-K p. 336
  2. ^ Stefano Masi, op. cit., Vol. A-K p. 337

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 Vol. A-K, pp. 336–337

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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