Ritratto di Madame Duvaucey

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Ritratto di Madame Duvaucey
AutoreJean-Auguste-Dominique Ingres
Data1807
Tecnicaolio su tela
Dimensioni76×59 cm
UbicazioneMuseo Condé, Chantilly

Il Ritratto di Madame Duvaucey (Portrait de Madame Duvaucey) è un dipinto realizzato nel 1807 da Jean-Auguste-Dominique Ingres. Ritrae Antonia Duvauçey de Nittis, amante dell'allora ambasciatore presso la Santa Sede, Charles-Jean-Marie Alquier. Si tratta del primo ritratto femminile dipinto dall'artista durante il suo soggiorno a Roma. Il quadro fa parte delle collezioni del museo Condé di Chantilly.[1] Nel 1833 Ingres ne fece una copia destinata ad Ary Scheffer e che si trova al museo Bonnat.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ingres dipinse questo ritratto nel 1807, quando era un pensionario all'accademia di Francia a Roma. La modella era Anna Antonia de Nittis, allora moglie del capitano di fanteria Charles-Louis Duvaucey, che aveva incontrato negli Appennini romani.[1] Ella era anche l'amante del barone Charles-Jean-Marie Alquier, ambasciatore di Francia presso la Santa Sede a Roma. Ella si sposò con quest'ultimo nel 1824.[2] Pagato 500 franchi all'artista,[3] è uno dei primi ritratti dipinti da Ingres durante il suo soggiorno a Roma assieme al Ritratto di François-Marius Granet.[2] Probabilmente entrambi vennero esposti durante una mostra ai musei Capitolini nel 1809.[4]

Il ritratto (situato sotto La bagnante di Valpinçon) e altre opere ingresiane all'esposizione universale del 1855.

Il ritratto venne esposto per la prima volta in Francia al Salone del 1833, assieme a un altro ritratto di Ingres, il Ritratto di monsieur Bertin, da lui dipinto l'anno precedente.[5] Fu forse in questa occasione che Antonia Duvauçey, che aveva avuto dei problemi finanziari dopo la morte del suo secondo marito, avrebbe cercato di vendere il quadro.[2] Per questo avrebbe chiesto l'aiuto di Ingres. Altrimenti si ipotizza che questa vendita avvenne nel 1846.[6] In ogni caso, il quadro venne acquistato da Frédéric Reiset, che lo espose all'esposizione universale del 1855.[7] Lo conservò fino al 1879, l'anno dell'acquisto di tutta la sua collezione da Enrico d'Orléans, il duca d'Aumale. Quest'ultimo quindi lo espose nel suo castello di Chantilly, dove si trova tuttora.[2]

Una replica ridotta autografa è conservata al museo Bonnat di Bayonne: venne dedicata da Ingres ad Ary Scheffer.[8] Due incisioni ne furono tratte da Achille Réveil e Léopold Flameng.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Uno studio per l'opera.

La tela raffigura Antonia Duvauçey de Nittis seduta su una sedia davanti a uno sfondo scuro. Ella indossa un abito nero a maniche corte porta una collana al collo, mentre la sua spalla sinistra è coperta da uno scialle su cui si intravede la firma dell'artista. La sua mano sinistra presenta degli anelli e stringe un ventaglio, mentre il braccio destro è ornato da dei braccialetti. La donna accenna leggermente un sorriso, che gli è valso il soprannome di "Gioconda di Ingres", e fissa negli occhi lo spettatore. La composizione si concentra molto sulla forma curvilinea, come si vede nel volto ovale, gli occhi a mandorla, le curve dolci delle braccia e i gioielli.[1] Secondo il poeta e critico francese Théophile Gautier, che vide l'opera al Salone del 1833,[5] gli occhi di Antonia Duvauçey "entrano nell'anima dello spettatore come due getti di fiamma", mentre le mani, distratte da un piccolo ventaglio, simboleggiano "l'indifferenza assoluta" dell'effigiata.[7]

Si conservano vari disegni di mano del pittore: uno con delle tegole (MI.867.240),[9] un altro che presenta un cuscino sotto il braccio destro (MI.867.241),[10] destinati all'incisione ed entrambi al museo Ingres di Montauban. Un altro al museo del Louvre fu realizzato riprendendo il dipinto (inv. RF1443)[11] e un altro è al Petit Palais (PPD1281).[12] Due disegni si trovano in delle collezioni private, tra i quali uno venduto presso Drouot il 25 novembre 1993.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (FR) Portrait de madame Duvaucey, su www.musee-conde.fr. URL consultato il 1º febbraio 2023.
  2. ^ a b c d e Garnier-Pelle 1997, pp. 202-207.
  3. ^ Rosenblum 1986, p. 72.
  4. ^ Tinterow 1999, p. 101-102.
  5. ^ a b (EN) Andrew Carrington Shelton, Ingres and His Critics, Cambridge University Press, 3 ottobre 2005, ISBN 978-0-521-84243-3. URL consultato il 1º febbraio 2023.
  6. ^ Naef 1968, pp. 903-911.
  7. ^ a b (EN) Sarah E. Betzer, Ingres and the Studio: Women, Painting, History, University of Pennsylvania Press, 2012, pp. 7-9, ISBN 978-0-271-04875-8. URL consultato il 1º febbraio 2023.
  8. ^ (FR) Oeuvre : Précisions - "Portrait de madame Devauçay" | Musée Bonnat-Helleu, musée des beaux-arts de Bayonne, su webmuseo.com. URL consultato il 1º febbraio 2023.
  9. ^ (FR) Madame Duvauçay, su www.pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 1º febbraio 2023.
  10. ^ (FR) Madame Duvauçay, su www.pop.culture.gouv.fr. URL consultato il 1º febbraio 2023.
  11. ^ (FR) Jean-Auguste-Dominique Ingres, Portrait de madame Devauçay. URL consultato il 1º febbraio 2023.
  12. ^ (FR) Etude pour le portrait de Madame Devaucey (ou Duvaucey) | Paris Musées, su www.parismuseescollections.paris.fr. URL consultato il 1º febbraio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (DE) Hans Naef, « Die Gioconda von Ingres, zum bildnis Antonia Duvaucey de Nittis » in Schweizer Monatschefte, dicembre 1968.
  • (FR) Daniel Ternois, Ingres, Parigi, Fernand Nathan, 1980.
  • Ettore Camesasca, Ingres, l'opera completa, Rizzoli, 1968.
  • (EN) Robert Rosenblum, Ingres, New York, New York University, 1956.
  • (FR) Nicole Garnier-Pelle, Chantilly, musée Condé, Peintures des xixe et xxe siècles, Parigi, RMN, coll. « Inventaire des collections publiques françaises », 1997.
  • (EN) Gary Tinterow (dir.) e Philip Conisbee, Portraits by Ingres : image of an epoch (catalogo per una mostra), New-York, Metropolitan Museum of Art, 1999

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