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Riserva naturale delle Baragge

Coordinate: 45°38′02.76″N 8°26′13.56″E
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Riserva naturale delle Baragge
Tipo di areaRiserva naturale regionale
Codice WDPA64706
Codice EUAPEUAP0349
Class. internaz.Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie
StatiItalia (bandiera) Italia
Regioni  Piemonte
Province  Biella   Vercelli   Novara
ComuniBenna, Brusnengo, Candelo, Castelletto Cervo, Cavaglio d'Agogna, Cavallirio, Cossato, Cureggio, Fontaneto d'Agogna, Gattinara, Ghemme, Lenta, Lozzolo, Massazza, Masserano, Mottalciata, Roasio, Romagnano Sesia, Rovasenda, Salussola, Verrone, Villanova Biellese
Superficie a terra3.980,27 ha
Provvedimenti istitutivi1985-1992-1995 - Ente di gestione istituito con legge regionale n. 61 del 13 aprile 1995
GestoreEnte di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale

La riserva naturale delle Baragge è un'area naturale protetta, più precisamente una riserva naturale a gestione regionale, istituita nel 1992[1], che si estende nelle province di Biella, Novara e Vercelli, in Piemonte.

L'area gode di particolari caratteristiche archeologiche, paesaggistiche, naturalistiche, floristiche e storiche e riguarda ventidue comuni di tre province: Biella, Vercelli e Novara.

Il territorio della riserva naturale è prevalentemente pianeggiante, ideali per escursioni podistiche (trekking) o a cavallo oppure ancora in bicicletta.

Ente di gestione

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L'ente preposto alla gestione, salvaguardia e valorizzazione delle zone protette è l'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, con sede legale a Cameri (provincia di Novara) e sedi operative a Cerrione (BI); Albano Vercellese (VC) e Mercurago (NO).

La riserva naturale (territorio misto brughiera/praterie) si estende su 3.980 ettari e insiste su tutte e tre le province citate con sette distinte aree situate in ventidue i comuni, che possono essere suddivise in[2]:

L'ente ha in gestione anche aree protette del Lago Maggiore; del Parco del Ticino piemontese; del Lago d'Orta; del Sesia; aree protette biellesi come la Riserva Naturale del Parco Burcina "F. Piacenza"; Riserva naturale Spina Verde e la Riserva naturale della Bessa (territorio di natura morenica ricco di residui di oro).[6]

La riserva naturale delle Baragge è costituita da sette porzioni differenti di territorio attraversate da strade statali, provinciali e comunali che ne facilitano l'accesso da uno qualsiasi dei ventidue comuni interessati. Tali aree sono attraversate inoltre da una fitta rete di percorsi ciclabili.

La fitta brughiera caratterizzata da felci aquiline e brugo, alternata a vaste distese di prateria, che fa apparire la zona simile per certi versi alla savana africana, è posizionata su un altopiano ad un'altitudine che varia dai 150 ai 340 metri. Offre incomparabili scenari che, movimentati dalla presenza di numerose greggi di pecore, mutano nei colori con il mutare delle stagioni.

Il Baraggione che si estende fra Candelo e Cossato è quello più vasto e conosciuto, anche per la presenza di un antico ricetto - il Ricetto di Candelo - costituito da un nucleo fortificato in epoca medioevale all'interno del quale si svolgono manifestazioni culturali e rievocazioni storiche. La zona è riconosciuta come Sito di interesse comunitario cod. IT1130003 (Baraggia di Candelo).[7]

Verso le Baragge vercellesi, a Castellengo, presso Cossato, è ubicato l'Ecomuseo del Cossatese e delle Baragge. Di rilievo l'antica chiesa dei santi Pietro e Paolo e il castello che la sovrasta.

Inclusi nel territorio delle Baragge biellesi sono anche la brughiera che sorge attorno a Verrone e il centro storico di Masserano (con il castello edificato dell'XI, il priorato cluniacense di Castelletto Cervo (XIII secolo). Il castello di Rovasenda e l'area nei pressi dell'omonimo torrente sono invece parte della provincia di Vercelli e sono riconosciute come Sito di interesse comunitario cod. IT1120004 (Baraggia di Rovasenda).[7].

La Baraggia novarese del Piano Rosa si estende sul lato orientale del fiume Sesia, nel triangolo Gattinara - Ghemme - Romagnano Sesia; è riconosciuta come SIC cod. IT1150007 (Baraggia di Piano Rosa)[7].

Luoghi di particolare interesse storico-turistico sono, a Roasio, la chiesa romanica di Sant'Eusebio dei Pecurilli e, vicino a Gattinara, il santuario della Madonna di Rado.

  1. ^ Arianna Banca Dati Normativa, su arianna.cr.piemonte.it. URL consultato il 12 settembre 2023.
  2. ^ Aree Protette delle Baragge - Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, su www.parcoticinolagomaggiore.com. URL consultato il 12 settembre 2023.
  3. ^ Riserva Naturale delle Baragge - Candelo - Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, su www.parcoticinolagomaggiore.com. URL consultato il 12 settembre 2023.
  4. ^ Riserva Naturale delle Baragge - Rovasenda - Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, su www.parcoticinolagomaggiore.com. URL consultato il 12 settembre 2023.
  5. ^ Riserva Naturale delle Baragge - Piano Rosa - Ente di Gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, su www.parcoticinolagomaggiore.com. URL consultato il 12 settembre 2023.
  6. ^ Riserva Naturale della Bessa, su parcoticinolagomaggiore.com. URL consultato il 18 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2020).
  7. ^ a b c Rete Natura 2000- schede descrittive sintetiche dei Siti di Importanza Comunitaria, Regione Piemonte - settore pianificazione aree protette, 2007 (on-line in formato .pdf) Archiviato il 26 aprile 2015 in Internet Archive.
  • Giovanni Donna, G. Mancini, Gli Ictimuli e la Bessa: storia della dominazione ligure-celtica e romana nel Biellese occidentale con notizie sui documenti archeologici di Salussola, Ed. L'Impronta, 1936.
  • Giacomo Calleri, Pier Giorgio Bovo, Roberto Mondello, La Bessa: documentazioni sulle aurifodinæ romane nel territorio biellese, Città di Biella, 1985.
  • Franco Gianotti, Bessa, paesaggio ed evoluzione geologica delle grandi aurifodine biellesi, Eventi & progetti, 1996

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