Riserva faunistica degli okapi

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Riserva faunistica degli okapi
Esemplare di okapi
Tipo di areaParco nazionale
Codice WDPA37043
Class. internaz.II
StatiBandiera della RD del Congo RD del Congo
Superficie a terra13.726,25 km²
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale
Coordinate: 2°00′N 28°30′E / 2°N 28.5°E2; 28.5
 Bene protetto dall'UNESCO
Riserva faunistica degli okapi
 Patrimonio dell'umanità
TipoNaturali
Criterio(x)
Pericolodal 1997
Riconosciuto dal1996
Scheda UNESCO(EN) Okapi Wildlife Reserve
(FR) Réserve de faune à okapis

La Riserva faunistica degli okapi (in francese: Réserve de faune à okapis) è un'area naturale protetta situata nella foresta pluviale del fiume Ituri, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, vicino al confine con Sudan e Uganda. Con i suoi 14.000 km² copre circa un quinto dell'intera foresta.

Nel 1996 è stato riconosciuto come sito patrimonio dell'umanità dall'UNESCO[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Come suggerito dal nome, il parco è dedicato agli okapi. Nel 1996 ne sono stati stimati 3.900-6.350 esemplari nel parco, su un totale mondiale di 10.000-20.000. È anche il luogo in cui si trova il Centro di Ricerca e Conservazione di Epulu, sul fiume Epulu. Questo centro risale al 1928 quando il campo venne fondato dall'antropologo statunitense Patrick Putnam come punto di cattura, dove gli okapi selvatici venivano catturati e spediti negli zoo europei ed americani. È tuttora usato per la cattura degli animali, anche se vengono usate diverse metodologie. Vengono catturati, tenuti in cattività, lasciati riprodurre e solo i figli vengono trasferiti, visto che ne è stata dimostrata la maggior possibilità di sopravvivenza. Il centro viene utilizzato anche per lavori di conservazione e ricerca.

Oltre agli okapi la riserva ospita anche altre specie a rischio, come gli elefanti delle foreste ed almeno tredici specie di simiiformes. Questa terra è abitata dalla tribù nomade dei pigmei bambuti e da agricoltori bantu indigeni.

La riserva faunistica degli okapi venne aggiunta ai patrimoni dell'umanità nel 1997. I maggiori problemi del parco sono il disboscamento, causato soprattutto dall'agricoltura, e la caccia a sfondo commerciale per la vendita di bushmeat. Anche le miniere d'oro hanno rappresentato un problema. Dal 2005 le guerre nella parte orientale dello stato si è spostata dentro i confini del parco, obbligando i dipendenti a fuggire. Mentre gli indigeni bambuti e bantu rispettano la foresta, non si può dire la stessa cosa degli immigrati. La mancanza di fondi dovuta alle condizioni politiche ed economiche ha limitato il suo sviluppo. Si spera di riuscire ad incrementare il turismo responsabile nell'area, aumentando di conseguenza l'arrivo di fondi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Unesco, i 21 siti patrimonio dell'Umanità più sconosciuti al mondo, su Corriere della Sera. URL consultato il 30 novembre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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