Rifugio Santa Croce di Lazfons

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Rifugio Santa Croce di Lazfons
Schutzhaus Latzfonserkreuz
Il rifugio con l'annessa cappella
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Altitudine2 305 m s.l.m.
Localitàcomune di Chiusa, (BZ)
CatenaAlpi Sarentine (nelle Alpi Retiche orientali)
Coordinate46°42′07.23″N 11°29′58.56″E / 46.702009°N 11.499601°E46.702009; 11.499601
Dati generali
Inaugurazione1860, restaurato nel 1952
ProprietàAVS
GestioneFamiglia Lunger
Periodo di aperturaestivo
Capienza9 + 30 posti letto
Mappa di localizzazione
Map
Sito internet

Il rifugio Santa Croce di Lazfons (in tedesco Schutzhaus Latzfonserkreuz) è un rifugio AVS che si trova a 2.305 m, nel territorio comunale di Chiusa in Provincia autonoma di Bolzano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Panorama dolomitico: a sinistra il Gruppo delle Odle e a destra Sassolungo

Il rifugio Santa Croce di Latzfons si trova alle pendici della cima San Cassiano (2.581 m). In origine era un mero riparo per i conducenti di bestiame in alpeggio. Solamente nel 1743 venne costruita una piccola cappella considerata dai contadini come una protezione contro i pericolosi temporali che avvengono durante l'estate. Da allora il piccolo riparo si allargò anche per ospitare i pellegrini che si recavano sempre più in cima a tale montagna.

Nel 1860 venne costruita una chiesetta al posto della piccola cappella, la stessa che c'è oggigiorno, e quindi anche ad un nuovo ampliamento del rifugio. Nel 1899 la sezione bolzanina del DÖAV provvide ad un ulteriore ampliamento del rifugio ma da dopo la prima guerra mondiale esso cadde in declino. Dal 1940 venne nuovamente utilizzato come ricovero per le pecore e nel 1947 venne definitivamente chiuso.

Anni dopo, il parrocco di Lazfons, Bartholomäus Terzer, acquistò le rovine di questo rifugio e anche grazie alla popolazione riuscì a ricostruirlo. Venne ufficialmente inaugurato il 28 maggio 1952 e la sua gestione è della parrocchia di Lazfons.[1][2]

Santuario[modifica | modifica wikitesto]

Il santuario
Vista del rifugio e del santuario
Il rifugio con il santuario, visti dal monte Ritzlar

Attorno al XVIII secolo venne trovato in una tomba a Latzfons il crocifisso denominato Schwarzer Herrgott, cioè "Gesù nero", una particolare icona cristiana. Questo fu poi portato sul monte Ritzlar durante una processione e lasciato lì in cima esposto però alle interperie, fino a quando nel 1743 fu costruita una cappella anche grazie all'aiuto di pellegrini.[3]

Nel 1860 la piccola cappella fu ampliata sotto la direzione del cooperatore di Latzfons, Johann Karpf, in stile gotico. Al suo interno, precisamente nel suo campanile, si trovano tre piccole campane fuse appositamente da Grasmair da Bressanone, che ancora oggi accolgono i pellegrini. Tale chiesa è raggiungibile dopo una via crucis di 15 stazioni, che la rendono la chiesa più alta in Alto Adige, oltre ad essere il punto per un pellegrinaggio più alto in Europa. In tale chiesa, ad ogni festività si celebra la Santa Messa.[2]

Accessi[modifica | modifica wikitesto]

  • dal parcheggio del maso Kühhof (1587 m), passando per il rifugio Chiusa al Campaccio 1919 m, in 3.30 ore
  • da San Martino Boscoriva (Reinswald), 1492 m, in 3.30 ore
  • da Valdurna (Durnholz), 1558 m, in 2.30 ore

Traversate[modifica | modifica wikitesto]

Ascensioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rifugio Santa Croce di Latzfons su enrosadira.it
  2. ^ a b Storia del rifugio Archiviato il 23 gennaio 2016 in Internet Archive. su latzfonserkreuz.com
  3. ^ Escursione alpina sulla Cima di San Cassiano su suedtirolerland.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fausto Ruggera, Montagne senza confini, Ed. CAI Bressanone

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]