Renato Mazzucco

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Renato Mazzucco
NascitaSassuolo, 10 febbraio 1891
Morte?
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Servizio Aeronautico
GradoGenerale di squadra aerea
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Caporetto
Battaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Comandante di38ª Squadriglia
81ª Squadriglia caccia
91ª Squadriglia caccia
VI Gruppo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautica[1]
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Renato Mazzucco (Sassuolo, 10 febbraio 1891 – ...) è stato un generale e aviatore italiano, veterano della prima guerra mondiale, dove partecipò alla battaglia di Gorizia, alla battaglia di Caporetto, alla battaglia del solstizio e alla battaglia di Vittorio Veneto. Fu comandante della 38ª Squadriglia, della 81ª Squadriglia caccia, della 91ª Squadriglia caccia, del VI Gruppo aeroplani, dell'Aeronautica dell'Africa Orientale Italiana, dell'Aeronautica della Sicilia, e della 3ª Squadra aerea. Fu insignito della Croce di Cavaliere e quella di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia,[2] di una Medaglia d'argento e tre di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Sassuolo (provincia di Modena) il 10 febbraio 1891.[1] Nel 1909 si iscrisse alla Facoltà di giurisprudenza dell'università di Torino.[3] Arruolatosi nel Regio Esercito, all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, partì per il fronte in forza al 30º Reggimento bersaglieri.[1] Appassionatosi al mondo dell'aviazione, chiese, ed ottenne, il trasferimento al Servizio Aeronautico, conseguendo il brevetto di pilota presso il campo d'aviazione di San Giusto (Pisa) nel corso del 1916.[1] Il 16 dicembre dello stesso anno, con il grado di capitano, assunse il comando della 38ª Squadriglia a Torino, equipaggiata con i ricognitori Savoia-Pomilio SP.2, con cui raggiunse la zona di operazioni il 30 gennaio 1917 raggiungendo il campo d'aviazione di Campoformido.[1] Dopo l'esito negativo della battaglia di Caporetto e l'inizio del passaggio ai nuovi SIA 7b, il 15 novembre lasciò il comando al capitano osservatore Leonardo Rizzani. Il 25 marzo 1918 assunse il comando della 81ª Squadriglia caccia, equipaggiata con gli Hanriot HD.1, che mantenne fino al termine delle ostilità.[1] Nel primo dopoguerra assunse il comando della 91ª Squadriglia caccia "Francesco Baracca", nel 1921 prese parte al Circuito aereo di Brescia e nel 1922 e 1923 vinse la seconda e la terza edizione della Coppa Baracca, di cui fu il definitivo detentore.[1] Il 16 ottobre 1923 lasciò definitivamente l'arma di fanteria, entrando nei ruoli della Regia Aeronautica.[4] Successivamente comandò il VI Gruppo aeroplani e la Scuola Caccia.[1] Nel 1927 partecipò alla Gara internazionale per velivoli da caccia tenutasi a Zurigo, in Svizzera, volando sul un Fiat C.R.20.[1] Il 16 maggio 1929 fu promosso colonnello[5] e nell'ottobre 1932 fu assegnato alla Direzione generale dei materiali e degli aeroporti. Nel novembre 1934 entrò in servizio presso lo Stato maggiore della Regia Aeronautica e, promosso generale di brigata aerea, a partire dal 15 gennaio 1936 comandò la 2ª Brigata aerea da caccia formata dal 2º Stormo e 3º Stormo Caccia Terrestre, di stanza sull'aeroporto di Torino-Mirafiori.[6]

Tra il 19 febbraio e il 5 maggio 1937 fu comandante interinale dell'Aeronautica dell'Africa Orientale Italiana[5] e poi ne divenne Capo di stato maggiore (11 aprile 1938-1939).[7] Al termine del ciclo in A.O.I. fu decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.[2] Divenuto generale di divisione aerea, all'entrata nella seconda guerra mondiale del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, assunse il comando dell'Aeronautica della Sicilia, che mantenne fino al 14 dicembre 1941.[5] Promosso generale di squadra aerea e decorato con la Croce di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia,[2] tra il 5 ottobre del 1942 e l'8 agosto 1943 fu comandante della 3ª Squadra aerea.[5] Dopo la fine della guerra, nel 1946 fu candidato alle elezioni dell'Assemblea Costituente nelle file della lista del Fronte dell'Uomo Qualunque.[8]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante dell'Aeronautica della Sicilia, predisponeva ed organizzava sapientemente l'organizzazione logistica delle basi sulle quali era destinata ad operare una grande unità aerea. Divenuto successivamente comandante anche delle unità aeree dell'isola, ne manteneva salda l'efficienza e ne effettuava l'impiego con iniziativa, tempestività ed audacia, conseguendo risultati brillanti e spesso decisivi. Mediterraneo Centrale, 10 giugno 1940-14 dicembre 1941
— Regio Decreto 26 maggio 1942.[9]
Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante Superiore Interinale di Aeronautica in A.O. in un periodo di intensa attività operativa contro ingenti forze ribelli, ha valorizzato, con rara provvidenza e singolare capacità organizzativa e realizzatrice, un magnifico organismo, armonico e potente, che è stato strumento prezioso di successo. Ufficiale Generale di altissimo valore tecnico e personale, pilota magnifico e ardito, ha dimostrato superbe qualità di comandante ed eccezionali doto di organizzative e di animatore. A.O.I., febbraio-aprile 1937
— Regio Decreto 7 maggio 1938.[9]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Uficiale generale Capo di S.M. dell'Aeronautica dell'A.O., magnifico pilota, tempra di generoso combattente partecipava a rischiose azioni di guerra con ardimento ed esemplare audacia. Durante le operazioni del Sidano, avuta notizia che una nostra colonna era fortemente impegnata da rilevanti forze nemiche, interveniva nel combattimento, bombardando e mitragliando le file nemiche a volo rasente. Nonostante che il suo apparecchio fosse ripetutamente colpito da reazione contraerea persisteva nell'azione fino a missione ultimata. Cielo dell'A.O., novembre 1936-gennaio 1937
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per quattro volte guidò la propria compagnia all'attacco di una posizione nemica e, con bell'esempio di ardire seppe trascinare e mantenere l'intero reparto sotto i reticolati avversari, nonostante le numerose perdite subite. Setsass, 26 ottobre 1915
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Arditissimo pilota, comandante di squadriglia da caccia, con zelo e con perizia seppe dare in breve tempo al proprio reparto una salda preparazione bellica. Costante esempio ai piloti dipendenti di ardire e sprezzo del pericolo, compì numerosi voli di guerra, portandosi spesso a bassa quota per azioni di bombardamento e mitragliamento dei rincalzi nemici. Il 15 giugno 1918, guidando una pattuglia in crociera, abbatté in collaborazione con altri piloti successivamente, due apparecchi nemici, uno sulla conca di Alano, l'altro su Mosnige. Cielo del Piave e del Grappa, 25 marzo-25 giugno 1918
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ottimo pilota da caccia. Comandante di squadriglia, seppe, con l'esempio, ottenere dai piloti dipendenti il massimo rendimento. Compì numerosi voli di caccia, scorta e crociera, dimostrando sempre alto sentimento del dovere e spirito di sacrificio. Durante la vittoriosa nostra offensiva dell'ottobre 1918, malgrado fosse convalescente di un recente malattia, compì volontariamente alla testa dei suoi piloti, numerose azioni di mitragliamento, abbassandosi a quote minime, per meglio colpire le truppe nemiche in ritirata. Cielo del Grappa e del Piave, 28 giugno-2 novembre 1918
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 17 gennaio 1935.[10]
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]