Yamkhad

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Yamkhad
Dati amministrativi
Nome ufficialeHalab
Lingue ufficialiLingua amorrea
CapitaleHalab (moderna Aleppo)
Politica
Forma di governoMonarchia assoluta
Re, Grande reSumu-Epuh (c.1810 – c.1780 a.C.)
Yarim-Lim I (c.1780 – c.1764 a.C.)
Ilim-Ilimma I (metà XVI secolo - c.1524 a.C.)
Nascitacirca 1810 a.C. con Kirta
CausaIncoronazione di Sumu-Epuh
Finecirca 1517 a.C. con Shattuara II
CausaInvasione ittita
Territorio e popolazione
Massima estensione43.000 km2 (17.000 mi2) nel 1750 a.C. (stimato)
Religione e società
Religioni preminentilingua assira, aramaico, accadico
Religione di StatoReligione levantina (Hadad fu la divinità principale)[1].
Yamkhad (in blu) e suoi vicini.
Evoluzione storica
Preceduto daEbla
Succeduto da Mitanni
Ora parte diBandiera della Siria Siria
Bandiera della Turchia Turchia

Yamkhad (scritto anche Yamhad o Jamkhad) fu un antico regno amorreo nella regione dell'odierna città di Aleppo, in Siria. Fu fiorente nella media Età del Bronzo, 1800-1600 a.C. circa. Un buon numero di Hurriti si stanziarono nel regno, e la cultura hurrita si diffuse al suo interno. Ebbe stretti contatti con il regno di Mari. La sua più grande rivale fu Qatna, a sud di Aleppo. Il regno di Yamkhad fu distrutto nel sedicesimo secolo a.C. dagli Ittiti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Di Halab/Aleppo sono stati fatti ben pochi scavi archeologici, in quanto non è mai stata abbandonata durante la sua lunga storia, e la città moderna si trova sopra l'antico sito. Pertanto, gran parte della conoscenza su Yamhad viene dalle tavolette scoperte ad Alalakh e Mari.

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Estensione approssimativa del dominio di Shamshi-Adad I d'Assiria, grande avversario di Yamkhad, poco prima della sua morte. A ovest è visibile Yamkhad.

Il nome Yamhad era probabilmente il nome di una tribù amorrita, ed è usata come sinonimo di Aleppo quando si riferisce al regno. La città di Aleppo era un centro religioso nella Siria del tempo, ed era menzionata dal nome Ha-lam, come vassallo dell'impero di Ebla, che controllava gran parte della Siria a metà del terzo millennio a.C. La fama di Aleppo come città santa contribuì alla sua successiva ascesa; il tempio principale di Hadad, dio delle tempeste della Siria del nord, si trovava nella città, che era nota come la "Città di Hadad".

Il nome Aleppo, così come quello di Yamhad, appare per la prima volta durante il periodo antico-babilonese quando Sumu-Epuh fu attestato in un sigillo da Mari come sovrano della terra di Yamhad, il che includeva, oltre ad Aleppo, le città di Alalakh e Tuba. Sumu-Epuh consolidò il regno, per poi affiancare Yahdun-Lim di Mari, che aveva stretto un'alleanza diplomatica con Yamhad in funzione anti assira; in seguito, il re di Yamhad appoggiò le tribù yaminite di Mari stessa, e formò un'alleanza con altri stati siriani, tra cui Urshu, Hassum e Carchemish, contro il re di Mari; quest'ultimo, pur riuscendo a sconfiggere i suoi nemici, venne successivamente ucciso dal figlio Sumu-Yamam.

Rivalità con gli assiri ed espansione[modifica | modifica wikitesto]

Caso giuridico da Niqmi-Epuh di Yamhad, al re di Alalakh.

L'ascesa di Shamshi-Adad I d'Assiria si rivelò molto pericolosa per Yamhad. Il re assiro era un conquistatore ambizioso che mirava a dominare la Mesopotamia e il Levante, e si definì "re del mondo". Shamshi-Adad circondò Yamhad alleandosi con Charchemish, Hassum e Urshu a nord e conquistando Mari a est, riconquistando Nagar (Tell Brak) e cacciando l'esercito del regno di Mari da Ekallatum e costringendo Yakhdun-Lim alla fuga verso ovest. Sumu-Epuh accolse Yakhdun-Lim, con l'intento usarlo contro l'Assiria.[2]

L'alleato più pericoloso di Shamshi-Adad era Qatna, il cui re Ishi-Addu divenne l'agente assiro ai confini di Yamhad, dando in sposa sua figlia a Yasmah-Adad, il figlio del re assiro, installato dal padre come re di Mari. Sumu-Epuh fu apparentemente ucciso durante la sua lotta contro Shamshi-Adad e gli successe il figlio Yarim-Lim I, che consolidò il regno del padre e lo trasformò nel regno più potente della Siria e della Mesopotamia del nord. Yarim-Lim controbilanciò le mosse assire alleandosi con Hammurabi di Babilonia e Ibal-pi-el II di Eshnunna, poi, nel 1777 a.C., avanzò a est conquistando Tuttul e installando Zimri-Lim come governatore della città. La morte del re assiro avvenne un anno dopo. Yarim-Lim inviò allora un esercito per ripristinare Zimri-Lim sull trono dei suoi antenati come vassallo di Yamhad, cementando i rapporti tramite un matrimonio dinastico tra il nuovo re di Mari e sua figlia Shibtu.

«Non c'è re che sia potente da solo. Dieci o quindici re seguono Hammurabi, il sovrano di Babilonia, un numero simile Rim-Sin di Larsa, un numero simile Ibal-pi-el di Eshnunna, un numero simile Amud-pi-el di Qatanum, ma venti seguono Yarim-Lim di Yamhad.»

Yarim-Lim trascorse gli anni successivi del suo regno ad espandere il regno, che raggiunse il regno di Mamma a nord. Le città-stato siriane furono sottomesse con la forza o con la diplomazia; Mamma, Ebla e Ugarit divennero vassalle di Yamhad, mentre Qatna rimase indipendente, ma scese a patti Yamhad dopo la morte del suo alleato assiro Shamshi-Adad I. Una dimostrazione della politica di guerra e diplomazia di Yarim-Lim è leggibile in una tavoletta scoperta a Mari, mandata al re di Dēr nella Mesopotamia del sud, che includeva una dichiarazione di guerra contro Dēr e il suo vicino Diniktum; la tavoletta menziona anche lo stabilimento di 500 navi da guerra yamhadite per dodici anni a Diniktum, e un precedente sostegno militare di Yamhad a Dēr per 15 anni. Gli sforzi di Yarim-Lim elevarono Yamhad allo stato di grande potenza e di conseguenza il titolo di re di Yamhad divenne quello di Grande Re.

A Yarim-Lim I successe il figlio Hammurabi I che ebbe un regno pacifico. Riuscì a mettere in ginocchio Charchemish[4], e mandò truppe per aiutare Hammurabi di Babilonia contro Larsa[5][6] e l'Elam.[7] L'alleanza finì quando il re babilonese saccheggiò e rase al suolo Mari.[4] Tuttavia, Babilonia non attaccò Yamhad, e le relazioni tra i due regni continuarono a rimanere stabili; il vuoto di potere causato dalla distruzione di Mari aprì la via a Hammurabi I per estendere l'egemonia di Yamhad sopra la valle dell'Alto Eufrate, dove il sovrano di Shubat Enlil divenne suo vassallo. A Hammurabi I succedette il figlio Abba-El I, il cui regno dovette fronteggiare la ribellione della città di Irridu contro l'autorità del principe Yarim-Lim, fratello di Abba-El. Il re rispose alla ribellione distruggendo Irridu e compensando il fratello dandogli il trono di Alalakh, creando così un ramo cadetto della dinastia.

Declino e fine[modifica | modifica wikitesto]

Testa di dio, scoperta vicino a Jabbul (circa 1600 a.C.).

L'era dei successori di Abba-El I è scarsamente documentata, e ai tempi di Yarim-Lim III a metà del XVII secolo a.C., il potere di Yamhad declinò a causa di dissensi interni. Yarim-Lim III regnò su di uno stato indebolito, e sebbene riuscisse a imporre la sua egemonia su Qatna, la decadenza divenne inesorabile quando Alalakh divenne indipendente sotto l'autoproclamato re Ammitakum. Nonostante tale regressione, il re di Yamhad rimase il più forte fra i sovrani siriani, in quanto ebbe ancora il titolo di Grande Re, riconosciuto anche dagli Ittiti, che lo consideravano l'equale diplomatico del Tabarna, il re ittita.

L'ascesa del regno ittita a nord pose una grave minaccia per Yamhad, sebbene Yarim-Lim III e il suo successore Hammurabi III riuscissero a reggere le aggressioni del re ittita Hattušili I tramite alleanze con i principati hurriti. Hattusili scelse di non attaccare direttamente Aleppo e optò per conquistarne i vassalli e alleati, a partire da Alalakh nel secondo anno delle sue conquiste siriane nel 1650 a.C. circa (cronologia media) o forse dopo. Hattusili si rivolse poi ad attaccare gli hurriti a Urshu, a nordest di Aleppo, e prevalse su una coalizione Halab-Carchemish che appoggiava gli hurriti. In seguito il re ittita sconfisse Yamhad nella battaglia di Monte Atalur, e saccheggiò Hassum insieme a molte altre città hurrite nel sesto anno delle sue guerre siriane. Dopo molte campagne, Hattusili I attaccò finalmente Aleppo durante il regno di Hammurabi III. L'attacco finì in una sconfitta, e il re ittita rimase gravemente ferito (morì nel 1620 a.C. circa). Le campagne di Hattusili indebolirono Yamhad in modo considerevole, causandone un declino di status: il monarca cessò di essere definito Grande Re.

Ad Hattusili succedette suo nipote Muršili I, che conquistò Aleppo nel 1600 a.C. circa eliminando Yamhad come maggior potenza nel Levante. Mursili raggiunse poi Babilonia e la saccheggiò, ma venne assassinato sulla via di ritorno alla capitale Ḫattuša, e il suo impero andò in disfacimento. Aleppo fu ricostruita e il regno si espanse di nuovo fino ad Alalakh, ma il regno ristabilito fu dominato da re di cui si sanno soltanto i nomi; il primo fu Sarra-El, che potrebbe essere stato figlio di Yarim-Lim III. L'ultimo re di Halab appartenente alla dinastia fu Ilim-Ilimma I, il cui regno finì nel 1524 a.C., quando venne ucciso durante una ribellione orchestrata dal re Parshatatar di Mitanni, che conquistò Aleppo. Il figlio di Ilim-Ilimma, Idrimi, fuggì ad Emar per poi conquistare Alalakh nel 1517 a.C. circa. Dopo sette anni dalla conquista di Alalakh Idrimi scese a patti col regno di Mitanni, che lo accettò come suo vassallo permettendogli di controllare Aleppo, ma imponendogli di mantenere la residenza della dinastia ad Alalakh e rinunciare al titolo di "Re di Halab"; in tal modo finì anche l'uso del nome Yamhad.

Re di Yamhad[modifica | modifica wikitesto]

Le date sono stimate dalla cronologia media.

Sigillo di Abba-El I.
Sigillo di Niqmi-Epuh.

Popolo e cultura[modifica | modifica wikitesto]

Sigillo di Abba-El II: l'ankh egizio rimpiazza la coppa di solito retta da una divinità.

Il popolo di Yamhad parlava lingua amorrea e, tenendo conto delle influenze mesopotamiche, egizie ed egee, Yamhad apparteneva essenzialmente alla cultura siriana dell'Età del Bronzo. Questa cultura influenzò l'architettura e le funzioni, principalmente cultuali, dei suoi templi, mentre l'autorità politica era prerogativa del palazzo reale, in contrasto al ruolo politico spettante ai templi mesopotamici.

Dato che non vi sono stati scavi ad Aleppo, l'architettura del regno è archeologicamente rappresentata dalla città di Alalakh, subordinata ad Aleppo e dominata da un re appartenente alla famiglia reale yamhadita. Gli amorriti in generale costruivano grandi palazzi che ricordano quelli dell'antico periodo babilonese in termini d'architettura: tali palazzi erano dotati di grandi cortili centrali, sale del trono, pavimenti piastrellati, sistemi di fognatura e pareti colorite, il che suggerisce l'assunzione di lavoratori specializzati in questo genere di cose. Vi sono prove di una presenza di affrescatori minoici che dipinsero elaborate scene sulle mura dei palazzi di Alalakh.

Yamhad aveva un'iconografia siriana tipica che si nota nei sigilli dei re, che davano la preminenza agli dei siriani. L'influenza iconografica egiziana era minima e limitata alla raffigurazione dell'ankh, il che non deve essere interpretato come un'emulazione dei riti egizi quanto come una rappresentazione sostitutiva della coppa tenuta dalle divinità in altre località. Yamhad aveva uno stile speciale tutto suo, in auge anche a Mari durante il regno di Zimri-Lim, la cui consorte Shibtu era figlia di Yarim-Lim I, re di Yamhad.

Dopo la caduta dell'impero accadico, gli hurriti iniziarono a insediarsi nella città e nei dintorni, ed entro il 1725 a.C. circa costituivano la maggioranza della popolazione. La presenza di una grande popolazione hurrita portò la loro cultura e religione ad Aleppo, come testimoniato dall'esistenza di festività religiose che portavano nomi hurriti.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

La posizione di Aleppo è sempre stato un fattore importante per la sua preminenza come centro economico. L'economia di Yamhad era basata sui commerci con l'Altopiano iranico, la Mesopotamia, Cipro e Anatolia, utilizzando la località di Emar come suo porto sull'Eufrate, e Alalakh come suo sbocco sul Mediterraneo.

Le azioni di Yarim-Lim I e la sua alleanza con Babilonia si dimostrarono vitali per l'economia di Yamhad, perché protessero il commercio tra la Mesopotamia e la Siria del nord, con il re di Mari a proteggere le carovane che usavano la via dal Golfo Persico all'Anatolia. Emar attrasse mercanti babilonesi, che vivevano in loco ed ebbero un impatto duraturo sulle convenzioni locali degli scribi. Ancora nel XIV secolo a.C., i testi siriani da Emar conservavano caratteri distintivi babilonesi.

I mercati di Yamhad divennero una fonte di rame, che veniva importato dalle montagne (probabilmente anatoliche) e da Cipro. Tuttavia, l'invasione babilonese di Mari ebbe un impatto negativo sul commercio tra i due regni, anche perché le strade divennero pericolose a causa della perdita della protezione di Mari nei confronti delle carovane. Ciò portò Samsu-iluna, re di Babilonia, a costruire varie roccaforti nella valle del fiume e a fondare colonie di mercenari note come "Case Cassite" per proteggere l'area del medio Eufrate. Queste colonie si evolsero ben presto in principati semi-indipendenti che mossero guerra contro Ammi-saduqa, re di Babilonia, e causarono un freno temporaneo al commercio.

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Tempio di Hadad, Cittadella di Aleppo.

Il popolo di Yamhad praticava la religione amorrita, e venerava principalmente le divinità semitiche del nordovest, le principali delle quali erano Dagon che era considerato il padre degli dei e Hadad, la più importante divinità del Pantheon. Il regno era noto come la "terra di Hadad", famoso come dio delle tempeste di Aleppo, a partire dal III millennio a.C.. Il suo tempio principale era posto sulla collina al centro della città, e rimase in uso dal XXIV secolo a.C. almeno fino al IX secolo a.C.

Il titolo "diletto di Hadad" era uno dei titoli dei re. Hadad era il dio patrono del regno, e ogni trattato era concluso nel suo nome, che era anche usato per minacciare altri regni e dichiarare guerre. Col crescere della presenza hurrita crebbero anche le influenze religiose, e alcune divinità hurrite trovarono posto nel pantheon di Yamhad. Il re Abba-El I,in una delle tavolette di Alalakh menziona di aver ricevuto il supporto della dea hurrita Hebat. Hebat era la sposa di Teshub, principale divinità hurrita, ma nella tavoletta di Abba-El I, è associata con Hadad. L'identificazione di Hadad con Teshub divenne abituale e Teshub divenne il dio delle tempeste di Halab.

Oltre alle divinità generali, i re avevano un "dio capo", ossia una divinità che aveva un collegamento intimo con chi lo venerava. Il re Yarim-Lim I descrisse Hadad come il dio dello stato, ma la divinità mesopotamica Sin fu il suo dio capo. Suo figlio Hammurabi I fece altrettanto.

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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dalley 2002, p. 44
  2. ^ Mario Liverani, Antico Oriente: storia, società, economia, Roma-Bari, Laterza, 2009, p. 322.
  3. ^ Dalley, 2002, p. 44.
  4. ^ a b William J. Hamblin, Warfare in the Ancient Near East to 1600 BC, 11 gennaio 2013, p. 259, ISBN 978-1-134-52062-6.
  5. ^ trevor Bryce, The Routledge Handbook of the Peoples and Places of Ancient Western Asia, 7 marzo 2013, p. 44, ISBN 978-1-134-15908-6.
  6. ^ Wolfgang Heimpel, Letters to the King of Mari, p. 95.
  7. ^ I. E. S. Edwards, C. J. Gadd, N. G. L. Hammond e E. Sollberger, The Cambridge Ancient History, p. 264.
  8. ^ Mario Liverani, The Ancient Near East: History, Society and Economy., p. 234.
  9. ^ Douglas Frayne, Old Babylonian Period (2003-1595 BC), 1º gennaio 1990, p. 783, ISBN 978-0-8020-5873-7.
  10. ^ Beatrice Teissier, Egyptian Iconography on Syro-Palestinian Cylinder Seals of the Middle Bronze Age, p. 28.
  11. ^ Douglas Frayne, Old Babylonian Period (2003-1595 BC), p. 788.
  12. ^ Douglas Frayne, Old Babylonian Period (2003-1595 BC), p. 792.
  13. ^ Beatrice Teissier, Egyptian Iconography on Syro-Palestinian Cylinder Seals of the Middle Bronze Age, p. 26.
  14. ^ wilfred van soldt, Akkadica, Volumes 111-120, p. 106.
  15. ^ Douglas Frayne, Old Babylonian Period (2003-1595 BC), p. 795.
  16. ^ wilfred van soldt, Akkadica, Volumes 111-120, p. 107.
  17. ^ a b Michael C. Astour, Orientalia: Vol. 38, p. 382.
  18. ^ Michael C. Astour, Hittite history and absolute chronology of the Bronze Age, p. 19.

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