Re di Tiro

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Regina di Tiro)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Voce principale: Tiro (città antica).

La tradizionale lista dei re di Tiro (in lingua fenicia, MLKM ṢR, milíkīm Ṣūrī), nell'antica Fenicia, ci è giunta da Contro Apione[1], e dalle Antichità giudaiche[2] di Giuseppe Flavio, la cui lista è basata su una storia perduta di Menandro di Efeso, il quale aveva tratto le sue informazioni, come afferma Giuseppe Flavio stesso, dalle cronache di Tiro[3].

Antichi sovrani secondo la mitologia greca[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano Carica Note
Inizio Fine
Usoos 2750 a.C. Menzionato da Filone di Biblo come fondatore della città di Tiro.
Agenore XVI secolo a.C. Padre di Cadmo.
Fenice Re dei Fenici.

Età egizia[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano Carica Note
Inizio Fine
?
Abi-Milku 1350 a.C. 1335 a.C. Menzionato nelle lettere di el-Amarna al faraone Akhenaton.
?
Aribas 1230 a.C. [4]
? [5]
Baal-Termeg (o Baalat-Remeg) 1210 a.C. Menzionato nelle lettere di el-Amarna.
Baal I 1200 a.C. [4]
Sicarba 1190 a.C. [4]
Pigmalione I 1183 a.C. [4]
Ba'alsallim I [4]
?
Mekmer o Weret Principe o re di Tiro o di Sidone, menzionato nel Viaggio di

Unamon.[6]

I Lista (990-785 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano Carica Note
Inizio Fine
Abībà‛al 1000 a.C. 980 a.C. [7][8]
Hiram I 980 a.C. 946 a.C. o

936 a.C.

Figlio di Abibaal.[7][8]
Baal-Ezer I o Baalmanzor I o Baleazoros 946 a.C. o

935 a.C. o

929 a.C. o

918 a.C.

Figlio di Hiram I.[7][8]
Abd-Ashtart (o Abdastratos) 929 a.C. o

918 a.C.

920 a.C. o

909 a.C.

Fratello di Baal-Ezer I.[7][8]
Methusastartus 909 a.C. 897 a.C. [8]
?
Ashtart 920 a.C. 900 a.C. Figlio o fratello di Deleastartus.[7]
Dalay-Ashtart (o Deleastartus) 901 a.C. 879 a.C. Fratello di Ashtart.[7]
Ashtar-rom (o Aserymus o Ashtarymos) 888 a.C. o

897 a.C.

879 a.C. o

889 a.C.

Fratello di Ashtart.[7][8]
Phelles (o Pilles) 879 a.C. o

889 a.C.

879 a.C. o

888 a.C.

Fratello di Ashtar-rom.[7][8]
Itthobaal I 879 a.C. 847 a.C. Istituisce il regno unito di Sidone e Tiro e diventa

re dei Sidoni.[7][8]

Baal-Ezer II (Baleazarus II o Baalmanzor II) 845 a.C. 841 a.C. Figlio di Itthobaal I.[7][8]
Mattan I 841 a.C. 832 a.C. Figlio di Baleazarus II.[7]
Pigmalione II 832 a.C. 785 a.C. Figlio di Mattan I.[7]

Vassalli dell'impero assiro[modifica | modifica wikitesto]

Il neo-impero assiro conquistò la zona e impose il suo governo attraverso dei vassalli che sono citati nella documentazione assira.

Sovrano Carica Note
Inizio Fine
Itthobaal II (Tuba'ilu) 750 a.C. 739 a.C. [7]
Hiram II 739 a.C. 730 a.C. [7]
Mattan II 730 a.C. 729 a.C. [7]
Eluli (Elulaios o Luli) 729 a.C. 694 a.C. [7]
Itthobaal III (Tuba'ilu II') 702 a.C. 694 a.C.
? Abd Melqart 694 a.C. [5]
Baal II 694 a.C. 660 a.C. [7]

VI secolo a.C.[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano Carica Note
Inizio Fine
?
Itthobaal III 591 a.C. 573 a.C. [7]

Governo babilonese[modifica | modifica wikitesto]

Sovrano Carica Note
Inizio Fine
Baal III 573 a.C. 564 a.C.

Suffeti di Tiro[modifica | modifica wikitesto]

Intorno al 560 a.C. la monarchia fu rovesciata e fu stabilito un governo oligarchico , guidato da giudici o suffeti . La monarchia venne in seguito restaurata con l'ascensione di Hiram III al trono.

Giudice Carica Note
Inizio Fine
Ecnibalus (Yakinbaal) 576 a.C. 576 a.C.
Chelbes (o Chelbe) 576 a.C. 575 a.C.
Abbar (o Abbaro) 575 a.C. 576 a.C.
Mircono (o Mitgonus) 576 a.C. 572 a.C. Figli di Abdelemus.
Gerastrato 576 a.C. 572 a.C.
Balatoro 569 a.C. 568 a.C. [9][5]
Mahar-Baal (Marbalo o Merbalo) 568 a.C. o

555 a.C.

564 a.C. o

552 a.C.

[7][10]

Sovrani (VI secolo a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Balatoro 569 a.C. 568 a.C. [9][5]
Mahar-Baal (Marbalo o Merbalo) 568 a.C. o

555 a.C.

564 a.C. o

552 a.C.

[7][10]

Governo persiano[modifica | modifica wikitesto]

Balatoro 569 a.C. 568 a.C. [9]
Mahar-Baal (Marbalo o Merbalo) 568 a.C. o

555 a.C.

564 a.C. o

552 a.C.

[7][10]
Hiram III (Iromo) 564 544
Hiram IV 520
Matten II 490 a.C.
Agbalo (o Evagora) 411 a.C.
Sovrano Carica Note
Inizio Fine
Matten 490 a.C.
? Boulomenus 450 a.C.
Agbalo (Abdemone) 420 a.C. 411 a.C.
Eiromo (Hiram IV)
Evagora I 411 a.C. 373 a.C.

Sovrani successivi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che la città fu conquistata da Alessandro Magno nel 332 a.C. fu alternativamente sotto il governo seleucide (siriano greco) e tolemaico (egiziano greco).

Conosciamo il nome di un certo Marion (c. 42 a.C.), tiranno di Tiro in epoca romana, quando la Fenicia passò sotto il dominio della Repubblica romana nel I secolo a.C.. In seguito la città ha seguito la sorte delle altre città del medio oriente.

La tradizionale lista dei sovrani di Tiro, nell'antica Fenicia, ci è giunta da Contro Apione[1], e dalle Antichità giudaiche[2] di Giuseppe Flavio, la cui lista è basata su una storia perduta di Menandro di Efeso, il quale aveva tratto le sue informazioni, come afferma Giuseppe Flavio stesso, dalle cronache di Tiro[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Contro Apione i. 18, 21
  2. ^ a b Antichità giudaiche viii. 5,3; 13,2
  3. ^ a b PHENICIA - JewishEncyclopedia.com
  4. ^ a b c d e Anthony Lyle, Ancient History:A Revised Chronology, Bloomington, AuthorHouse, 2012, p. 310. URL consultato il 9 giugno 2021.
  5. ^ a b c d Kings of Phoenicia and Tyre, su argyrou.eclipse.co.uk. URL consultato il 9 giugno 2021.
  6. ^ (EN) Josette Elayi, The History of Phoenicia, ISD LLC, 15 maggio 2015, ISBN 978-1-937040-82-6. URL consultato il 29 agosto 2021.
  7. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Kingdom of Tyre, su Oxford Reference.com. URL consultato il 9 giugno 2021.
  8. ^ a b c d e f g h i (EN) Hélène Sader, The History and Archaeology of Phoenicia, SBL Press, 23 novembre 2019, ISBN 978-0-88414-406-9. URL consultato il 30 agosto 2021.
  9. ^ a b c La Storia di quanto è seguito da Arrigo IV sino a Lodovico XV ..., collana La Storia Profana - Dall'inizio fino al presente - Volume 6, 1719.
  10. ^ a b c H. Jacob Katzenstein, The History of Tyre, from the Beginning of the Second Millennium B.C.E. Until the Fall of the Neo-Babylonian Empire in 538 B.C.E., Schocken Institute for Jewish Research of the Jewish Theological Seminary of America, 1973, p. 349. URL consultato il 10 giugno 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]