Sejong il Grande

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Re Sejong)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sejong il Grande
Re di Joseon
In carica9 settembre 1418 –
8 aprile 1450
PredecessoreTaejong di Joseon
EredeYi Hyang
SuccessoreMunjong di Joseon
Nome completoYi Do
NascitaHanseong, 15 maggio 1397
MorteHanseong, 8 aprile 1450
Luogo di sepolturamausoleo Yeong, Yeoju
Casa realecasato di Yi
PadreTaejong di Joseon
MadreWongyeong di Joseon
ConsorteSoheon di Joseon
Figli10 legittimi su 22:
  • Principessa Jeongso
  • Munjong di Joseon
  • Principessa Jeong-ui
  • Sejo di Joseon
  • Principe Anpyeong
  • Principe Imyeong
  • Principe Gwangpyeong
  • Principe Geumseong
  • Principe Pyeong-won
  • Principe Yeong-eung
Religioneconfucianesimo, in seguito buddhismo
Sejong il Grande
Nome coreano
Hangŭl세종대왕
Hanja世宗大王
Latinizzazione rivedutaSejong Daewang
McCune-ReischauerSejong Taewang

Sejong il Grande (세종대왕?, 世宗大王?, Sejong Dae-wangLR, Sejong Tae-wangMR; nato Yi Do (이도?, 李祹?, I DoLR, I ToMR), soprannome Wonjeong (원정?, 元正?, WŏnchŏngMR); Hanseong, 15 maggio 1397[1]Hanseong, 8 aprile 1450[2]) è stato il quarto re di Joseon, sul quale regnò dal 1418 fino alla sua morte.

Era il terzo figlio del re Taejong e della regina consorte Min, designato principe ereditario quando il fratello maggiore fu privato del titolo.

Sejong rafforzò le politiche confuciane ed eseguì importanti modifiche legislative (공법?, 貢法?, GongbeopLR). Creò l'alfabeto hangŭl, incoraggiò il progresso scientifico e tecnologico e si adoperò per aumentare la prosperità del regno. Ordinò campagne militari nel nord e promulgò la politica civile (사민정책?, 徙民政策?, Samin jeongchaekLR) per attirare nuovi coloni. Nel sud, soggiogò i razziatori giapponesi e conquistò l'isola di Tsushima.

Nonostante l'appellativo "il Grande" sia stato dato postumo ad ogni sovrano di Goryeo e Joseon, è associato per antonomasia a lui e Gwanggaeto.

Giovinezza e ascesa al trono[modifica | modifica wikitesto]

Sejong nacque il 15 maggio 1397, terzo figlio di re Taejong[3], e gli fu dato il nome Do. A dodici anni, diventò il "gran principe Chungnyeong" (충녕대군?, Chungnyeong daegunLR). Fin dalla più tenera età fu un avido lettore e studente straordinario, favorito dal padre a discapito dei due fratelli maggiori.

Il figlio maggiore di Taejong, il gran principe Yangnyeong (양녕대군?, Yangnyeong daegunLR), fu proclamato erede apparente nel 1404. Tuttavia, il suo spirito libero e la preferenza per le attività di caccia e di svago gli fecero perdere il titolo nel giugno del 1418. Nonostante si dica che Yangnyeong abbia abdicato in favore del fratello minore, non sono pervenute registrazioni definitive sulla sua rimozione. Il secondo figlio maschio di Taejong, il gran principe Hyoryeong, si fece monaco alla proclamazione di Sejong ad erede apparente[4]. Taejong si adoperò immediatamente per rafforzare la posizione del figlio minore, licenziando i funzionari che si opponevano alla rimozione di Yangnyeong. Nell'agosto 1418, Taejong abdicò, ma continuò a influenzare il governo. Il buonsenso politico e la creatività di Sejong divennero evidenti solo alla morte del genitore nel 1422[4].

Regno[modifica | modifica wikitesto]

Politica interna e religione[modifica | modifica wikitesto]

Sejong rivoluzionò il governo nominando a funzionari persone provenienti da strati sociali diversi. Inoltre, svolse gli eventi governativi ufficiali secondo i dettami del confucianesimo e incoraggiò il popolo a fare lo stesso. Il confucianesimo divenne così la prassi sociale, e il sovrano stesso pubblicò libri sull'argomento. Fu invece duro con il buddhismo: bandì tutti i bonzi dalla capitale e vietò loro di recitare le scritture nei luoghi pubblici, ridusse drasticamente il potere e le ricchezze delle gerarchie buddhiste, limitò i templi a trentasei, divisi tra le scuole Gyojong (Scuola della dottrina) e Seonjong (Scuola della meditazione), scoraggiò la cremazione[5][6][7]; in seguito, però, mitigò le proprie azioni, fece costruire templi buddhisti e introdusse l'esame per diventare bonzi. Inoltre, alla morte della regina consorte, fece edificare un tempietto buddhista (il naebultang) entro il territorio del palazzo, al quale fortemente si opposero gli studiosi dell'epoca[7].
Nel 1427 emanò un decreto contro la comunità islamica (huihui), che godeva di stipendi e di uno status sociale elevato dai tempi della dinastia Yuan. I musulmani furono costretti a rinunciare ai propri copricapi, a chiudere la moschea a Kaesŏng e ad adorare come il resto del popolo[8].

Politica estera e innovazioni militari[modifica | modifica wikitesto]

Sotto la guida di Sejong, la Corea cominciò a sviluppare una serie di nuove armi da fuoco[9], tra le quali cannoni e frecce infuocate; fu testata anche la polvere da sparo.

I rapporti con la dinastia Ming si mantennero buoni, e Sejong strinse alcuni accordi di successo che favorirono il suo paese. I rapporti con il Giappone furono invece più combattuti: nel maggio 1419, seguendo la guida e i consigli di suo padre, Sejong si lanciò nella spedizione orientale Gihae, l'ultimo obiettivo della campagna militare che puntava all'eliminazione dei pirati giapponesi che avevano la propria base sull'isola di Tsushima, dalla quale imperversavano nel Mar Cinese Orientale. Furono uccisi 245 giapponesi e 110 vennero catturati, mentre morirono 180 soldati coreani; vennero invece liberati 146 cinesi e 8 coreani tenuti in ostaggio. Nel settembre 1419 fu decisa una tregua e l'esercito tornò in Corea, ma il trattato di Gyehae fu firmato solo nel 1443. Il daimyō di Tsushima promise di pagare i tributi al re di Joseon, che in cambio concesse al clan Sō i diritti di prelazione sui rapporti commerciali tra la penisola e il Giappone[10].

Nel 1433, Sejong inviò il generale Kim Jong-seo a distruggere il popolo Jurchen, che aveva il proprio territorio nel nord della penisola coreana. La campagna militare assicurò a Joseon vari castelli nemici e spostò il confine al fiume Songhua[11][12][9]. Quattro contee (사군?, 四郡?, sagunLR) e sei guarnigioni (육진?, 六鎭?, yukjinLR) furono istituiti per la salvaguardia della popolazione.

Scienza, tecnologia e letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione in scala della clessidra ad acqua con suoneria automatica.

Sejong è noto per gli avanzamenti compiuti dalla scienza sotto il suo governo[13][14].

Nel 1423, dispose l'emissione di nuove monete in rame (rifiutate dal popolo)[15], e vennero realizzati nuovi caratteri da stampa nel 1420 e nel 1434, grazie ai quali fu possibile documentare il progresso del paese su carta. Furono redatti manuali di comportamento confuciano, come il Samgang haengsilto ("I tre principi fondamenti del retto comportamento") di Seol Sun, risalente al 1431, e le cronache delle attività del Jiphyeonjeon (Palazzo degli uomini di valore), oltre al Chipyeong yoram ("Manuale per la pace del governo") nel 1445[7]. Fu inoltre redatto un inventario degli strumenti e della musica esistenti[16].

Volendo aiutare i contadini, nel 1429 ordinò a Jeong Jo di creare un manuale, il Nongsa jikseol (농사직설?, 農事直說?; Discorsi diretti sull'agricoltura), contenente informazioni sulle diverse tecniche agricole della penisola coreana, necessarie per mantenere il metodo, appena adottato, della coltivazione intensiva e continua[17]. Conscio dell'importanza dell'agricoltura per l'economia del regno, permise ai contadini di pagare più o meno imposte in base alla prosperità del momento, in modo che potessero concentrarsi sul lavoro. Quando il palazzo si ritrovava in eccedenza di cibo, lo faceva distribuire ai poveri e ai bisognosi.

Durante il regno di Sejong, Jang Yeong-sil divenne noto come inventore di primo piano, ma apparteneva ad un ceto basso. Il sovrano, tuttavia, riconobbe le sue capacità e lo convocò a corte, intenzionato a conferirgli una carica governativa e i finanziamenti per le sue invenzioni. I funzionari protestarono, sostenendo che gli inferiori non dovessero salire al potere insieme ai nobili, ma Sejong ritenne che le abilità di Jang meritassero il suo sostegno. Jang Yeong-sil creò la clessidra ad acqua con suoneria automatica (chagyeongnu) nel 1434, nuove sfere armillari e meridiane[18][19], e nel 1442 costruì il primo pluviometro al mondo, il cheug-ugi[14], un'idea di Munjong, figlio ed erede di Sejong. Il modello originale non è sopravvissuto, giacché il pluviometro orientale esistente più antico è una riproduzione ordinata da Yeongjo nel 1770. Siccome reca il simbolo dell'imperatore Qianlong, è talvolta scambiato per un oggetto importato dalla Cina, nonostante sia di fattura coreana[17].

Globo celeste.

Sejong volle anche riformare il calendario coreano, ai tempi basato sulla longitudine della capitale cinese, impostandolo invece sul meridiano della capitale di Joseon, Hanseong[17]. Questo nuovo sistema permise agli astronomi coreani di determinare con precisione il momento delle eclissi di Sole e di Luna[17][20].

Per quanto riguarda la medicina tradizionale coreana, vennero scritti due importanti trattati, lo Hyangyak jipseongbang ("Compilazione delle ricette tradizionali coreane", 1433), che raccoglieva 959 diagnosi e 10.706 prescrizioni mediche frutto di due anni di studi, e lo Uibang yuchwi ("Raccolta classificata delle ricette mediche", 1445)[21]. Lo storico Kim Yong-sik li ha definiti "gli sforzi coreani di sviluppare una conoscenza medica propria, distinta da quella della Cina"[17].

Anche gli scritti personali di Sejong sono tenuti in alta considerazione. Egli compose gli Yongbi eocheon ga ("Canti dei draghi volanti", 1445)[16], i Seokbo sangjeol ("Episodi della vita di Buddha", luglio 1447), le Wor-in cheon-gang jigok ("Canzoni della luna splendente su mille fiumi", luglio 1447) e il Dongguk jeong-un ("Dizionario della corretta pronuncia sino-coreana", settembre 1447).

L'alfabeto coreano[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Hangŭl.

Nel 1420 Sejong creò il Jiphyeonjeon (집현전?, 集賢殿?, ChiphyŏnjŏnMR; Palazzo degli uomini di valore[16]) al palazzo Gyeongbokgung. Era composto da un gruppo di sapienti di fama, selezionati dal re stesso. Creato inizialmente come istituto di ricerca, il Jiphyeonjeon ricevette in seguito il compito di creare un alfabeto coreano che potesse aiutare la gente comune a comprendere il linguaggio scritto. Fino a quel momento la Corea aveva utilizzato, per tutte le opere scritte, la scrittura cinese hanja affiancata da sistemi fonetici nativi che ne illustrassero la pronuncia[22][23][24][25], la quale tuttavia era quasi totalmente ignota alle masse. Con l'introduzione di un nuovo alfabeto creato su misura per la lingua coreana, Sejong sperava di promuovere la letteratura tra i poveri e aiutarne l'educazione[26].

Il nuovo coreano scritto introdusse nel paese una nuova epoca di alfabetismo e istruzione. Il nuovo sistema alfabetico fu completato nel 1443 e pubblicato nel 1446 in un manuale da 33 pagine, lo Hunminjeongeum (letteralmente "I suoni corretti per l'educazione del popolo")[27], ma ci vollero molti anni perché si diffondesse in modo ampio[28].

Sistema legale e giustizia penale[modifica | modifica wikitesto]

Sejong promulgò una serie di modifiche al sistema legale per assicurare che i processi fossero equi e che i condannati ricevessero pene ragionevoli. Egli riteneva che fosse ingiusto considerare i cittadini responsabili di aver violato la legge senza assicurarsi che avessero i mezzi per comprendere le leggi che avevano infranto. Nonostante la riluttanza dei suoi ministri, egli ordinò che l'intero codice di leggi della Corea fosse esposto in pubblico, affinché tutti potessero vederlo. Il Jiphyeonjeon fu incaricato di redigere il Jeongjeon (codice di giustizia)[7]; inoltre il re si oppose alla pena di morte, informando i giudici che non avrebbero dovuto ricorrervi se non in casi di assoluta necessità. La sua "Legge dei tre appelli" concedeva a tutti gli accusati fino a tre appelli al re, assicurando così che tutti avessero la possibilità di parlare in propria difesa.

Morte ed eredità[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di re Sejong.

Anche in età avanzata Sejong continuò a occuparsi degli affari del governo, nonostante fosse diventato cieco in seguito alle complicazioni del diabete, malattia che alla fine lo portò alla morte l'8 aprile del 1450 dopo 32 anni di regno. Il suo nome postumo fu "re Sejong Jangheon Yeongmun Yemu Inseong Myeonghyo il Grande" (세종장헌영문예무인성명효대왕?, 世宗莊憲英文睿武仁聖明孝大王?). Fu seppellito nel mausoleo Yeong e gli succedette il suo primogenito, Munjong. Sejong aveva giudicato che egli, a causa della salute cagionevole, non sarebbe vissuto a lungo, perciò sul letto di morte chiese agli studiosi del Jiphyeonjeon di badare a suo nipote Danjong. Come previsto, Munjong morì due anni dopo e la stabilità politica di cui il regno aveva goduto sotto Sejong andò in frantumi con l'ascesa di Danjong, allora soltanto dodicenne. Infine il secondogenito di Sejong, Sejo, usurpò il trono nel 1455; quando i ministri che avevano servito sotto Sejong cercarono di ripristinare Danjong, Sejo giustiziò loro e il nipote, e abolì il Jiphyeonjeon.

Sejong è una figura di spicco nella storia per il suo governo saggio, nobile e generoso e per l'introduzione di notevoli progressi nella scienza e nella tecnologia. Il suo regno portò a una vera e propria rivoluzione nella cultura coreana i cui effetti durarono secoli. È ricordato come un leader di grande benevolenza, fermamente convinto che ogni persona fosse degna del suo rispetto: non solo i sudditi del suo regno, ma anche le cosiddette "tribù barbariche" sparse per l'Asia. Lui stesso misurò il proprio successo come governante unicamente in base alla felicità e alla prosperità del suo popolo, ponendo il benessere dei sudditi come priorità assoluta. Sejong era anche solito invitare ai suoi banchetti e onorare le persone anziane, senza riguardo per il rango o il livello sociale degli altri partecipanti. La sua effigie appare sulle banconote da 10.000 won della Corea del Sud, e anche su alcune monete commemorative.

Nel 2009 fu eretta la Statua di Sejong il Grande in bronzo alta 9,5 metri, realizzata dallo scultore Kim Young-won, sul marciapiede di piazza Gwanghwamun a Seul, davanti al Sejong Center for the Performing Arts[29][30]. Nel piedistallo si apre una delle molte entrate al museo sotterraneo "La storia di re Sejong"[31][32]. La strada Sejongno, sempre a Seul, deve a lui il suo nome[33].

L'asteroide 7365 Sejong è stato così denominato in suo onore.

Il 9 ottobre e il 15 gennaio sono proclamati Giorno dell'hangul rispettivamente in Corea del Sud e in Corea del Nord[34].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

  • Consorti e rispettiva prole:
    1. Regina Soheon del bon-gwan Sim di Cheongsong (12 ottobre 1395 – 19 aprile 1446). Figlia di Sim On, nobile Anhyo, principe interno Cheongcheon, e della dama Sunheung del bon-gwan Ahn.
      1. Yi Hyang, principe ereditario Hyang (15 novembre 1414 – 1 giugno 1452)
      2. Yi Yu, gran principe Suyang (2 novembre 1417 – 23 settembre 1468)
      3. Yi Yong, gran principe Anpyeong (18 ottobre 1418 – 18 novembre 1453)
      4. Yi Gu, gran principe Imyeong (6 gennaio 1420 – 21 gennaio 1469)
      5. Yi Yeo, gran principe Gwangpyeong (2 maggio 1425 – 7 dicembre 1444)
      6. Yi Yu, gran principe Geumseong (5 maggio 1426 – 7 novembre 1457)
      7. Yi Im, gran principe Pyeongwon (18 novembre 1427 – 16 gennaio 1445)
      8. Yi Yeom, gran principe Yeongeung (23 maggio 1434 – 2 febbraio 1467)
      9. Principessa Jeongso (1412 – 25 febbraio 1424)
      10. Principessa Jeongui (1415 – 11 febbraio 1477)
    2. Consorte reale Yeong del bon-gwan Kang di Jinju. Figlia di Kang Seok-deok e della seconda figlia di Sim On; nipote della regina Soheon.
      1. Yi Yeong, principe Hwaui (1425 – 1460)
    3. Consorte reale Shin del bon-gwan Kim di Cheongju (1406 – 4 settembre 1464). Figlia di Kim Won, in origine era una schiava al tempio Naeja, diventò gungnyeo nel 1418.
      1. Yi Jeung, principe Gyeyang (1427 – 16 agosto 1464)
      2. Yi Gong, principe Uichang (1428 – 1460)
      3. Yi Chim, principe Milseong (1430 – 1479)
      4. Yi Yeon, principe Ikhyeon (1431 – 1463)
      5. Yi Dang, principe Yeonghae (1435 – 1477)
      6. Yi Geo, principe Damyang (1439 – agosto 1450)
      7. Due figlie senza nome morte durante il parto
    4. Consorte reale Hye del bon-gwan Yang di Cheongju Yang (? – 9 novembre 1455). Figlia di Yang Gyeong e della dama Lee; nipote di Yang Cheom-sik; pronipote di Yang Ji-su. Nome template "dama Minjeong" dal 1791.
      1. Yi Eo, principe Hannam (5 ottobre 1429 – 29 giugno 1459)
      2. Yi Hyeon, principe Suchun (1431 – 1455)
      3. Yi Jeon, principe Yeongpung (17 settembre 1434 – 22 luglio 1456)
    5. Consorte gwi-in del bon-gwan Park di Miryang. Lo status di gwi-in fu concesso nel 1428; in precedenza era nota come "dama Jang-ui", avuto nel 1424.
    6. Consorte gwi-in del bon-gwan Choi. Lo status di gwi-in fu concesso nel 1428; in precedenza era nota come "dama Myeong-ui", avuto nel 1424.
    7. Consorte suk-ui del bon-gwan Jo
    8. Consorte so-yong del bon-gwan Hong (? – 4 febbraio 1452)
    9. Consorte suk-won del bon-gwan Lee
      1. Principessa Jeongan (1438 – 16 ottobre 1461)
    10. Consorte sang-chim del bon-gwan Song
      1. Principessa Jeonghyeon (1425 – novembre 1480)
    11. Consorte sa-gi del bon-gwan Cha (? – 10 luglio 1444)
      1. Una figlia senza nome (1430 – 1431)
    12. Dama sangsik del bon-gwan Hwang
    13. Dama jeonchan del bon-gwan Park

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Hwanjo di Joseon (Yi Ja-chun) Dojo di Joseon (Yi Chun)  
 
Gyeongsun di Joseon (Dama Park)  
Taejo di Joseon (Yi Seong-gye)  
Uihye di Joseon Choe Han-gi, lord Yeongheung e duca Jeonghyo  
 
Dama Lee/Dama Joseonguk  
Taejong di Joseon (Yi Bang-won)  
Han Gyeong, duca Gyeongmin e lord Ancheon Han Gyu-in  
 
Dama Jeonggyeong  
Sin-ui di Joseon (Dama Han)  
Dama Shin Shin Yu-ryeo  
 
 
Sejong il Grande (Yi Do)  
Min Byeon Min Jeok  
 
Dama Won  
Min Je  
Dama Heo Heo Baek  
 
 
Wongyeong di Joseon (Dama Min)  
Song Seon  
 
 
Dama Song  
Dama Ha Ha Hu-seung  
 
 
 

Rappresentazioni nei media[modifica | modifica wikitesto]

Sejong il Grande, al cinema e in televisione, è stato interpretato dai seguenti attori:

Appare inoltre nei videogiochi Civilization V, Civilization Revolution 2 e StarCraft II: Heart of the Swarm[35].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il decimo giorno del quarto mese del 1397 secondo il calendario lunare. Si tratta del 7 maggio secondo il calendario giuliano in vigore nel 1397, e del 15 maggio secondo il calendario gregoriano in vigore dal 1582.
  2. ^ Il diciassettesimo giorno del secondo mese, secondo il calendario lunare.
  3. ^ (EN) Marsha E. Ackermann, Michael J. Schroeder, Janice J. Terry, Jiu-Hwa Lo Upshur, Mark F. Whitters (a cura di), Encyclopedia of World History, vol. 2, 2008, p. 362, ISBN 978-0-8160-6386-4.
  4. ^ a b (KO) Park Yǒng-gyu, Han'gwǒn ǔro ingnǔn Chosǒn Wangjo sillok, Ch'op'an, Seul, Tǔllyǒk, 2004, p. 55, ISBN 89-7527-029-7.
  5. ^ Peter H. Lee (a cura di), Il Buddhismo, in Fonti per lo studio della civiltà coreana, in-Asia, 2 - Il periodo Chosŏn (1392-1860), O barra O edizioni, 2001, p. 607, ISBN 9788887510034.
  6. ^ (EN) Keith Pratt, Everlasting Flower: A History of Korea, Reaktion Books, 2006, ISBN 978-1-86189-335-2.
  7. ^ a b c d Maurizio Riotto, VII - Il periodo Chosŏn, in Storia della Corea. Dalle origini ai nostri giorni, Bompiani, 2005, ISBN 978-88-452-3480-4.
  8. ^ (EN) Don Baker, Islam Struggles for a Toehold in Korea, su asiaquarterly.com (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2008).
  9. ^ a b (KO) Park Yeong-gyu, Chaek hangwan-euro ingneun Sejong Dae-wang sillok 책 한권으로 읽는 세종대왕실록, 12 febbraio 2008, ISBN 89-01-07754-X.
  10. ^ 계해약조, su preview.britannica.co.kr. URL consultato il 25 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2009).
  11. ^ (KO) 21세기 세종대왕 프로젝트, su sejong.prkorea.com. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  12. ^ 한국역대인물 종합정보 시스템 - 한국학중앙연구원, su people.aks.ac.kr, 30 novembre 2005. URL consultato il 13 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  13. ^ (EN) Yannis Haralambous e P. Scott Horne, Fonts & Encodings, O'Reilly Media, Inc., p. 155, ISBN 978-0-596-10242-5. URL consultato l'8 ottobre 2016.
  14. ^ a b (EN) Helaine Selin, Encyclopaedia of the History of Science, Technology, and Medicine in Non-Westen Cultures, Springer Science & Business Media, pp. 505-506, ISBN 978-94-017-1416-7. URL consultato il 27 luglio 2016.
  15. ^ Peter H. Lee (a cura di), Fonti per lo studio della civiltà coreana, in in-Asia, 2 - Il periodo Chosŏn (1392-1860), O barra O edizioni, 2001, p. 558, ISBN 9788887510034.
  16. ^ a b c Peter H. Lee (a cura di), Fonti per lo studio della civiltà coreana, in in-Asia, 2 - Il periodo Chosŏn (1392-1860), O barra O edizioni, 2001, p. 450, ISBN 9788887510034.
  17. ^ a b c d e (EN) Kim Young-sik, Problems and Possibilities in the Study of the History of Korean Science, vol. 13, 2ª ed., Osiris, 1998, pp. 48-79.
  18. ^ (KO) 장영실, su bueb125.com.ne.kr. URL consultato il 22 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2001).
  19. ^ Peter H. Lee (a cura di), Fonti per lo studio della civiltà coreana, in in-Asia, 2 - Il periodo Chosŏn (1392-1860), O barra O edizioni, 2001, pp. 512-513, ISBN 9788887510034.
  20. ^ 조선시대의 과학기술 - 세종시대의 과학, su reportnet.co.kr, settembre 2003. URL consultato il 25 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  21. ^ Peter H. Lee (a cura di), Fonti per lo studio della civiltà coreana, in in-Asia, 2 - Il periodo Chosŏn (1392-1860), O barra O edizioni, 2001, p. 518, ISBN 9788887510034.
  22. ^ (EN) Wm C. Hannas, Asia's Orthographic Dilemma, University of Hawaii Press, p. 57, ISBN 978-0-8248-1892-0. URL consultato il 20 settembre 2016.
  23. ^ (EN) Chen Jiangping, Multilingual Access and Services for Digital Collections, ABC-CLIO, p. 66, ISBN 978-1-4408-3955-9.
  24. ^ (EN) Invest Korea Journal, vol. 23, Korea Trade-Investment Promotion Agency, 1º gennaio 2005.
  25. ^ (EN) Korea Now, su The Korea Herald, vol. 29, Herald Corporation, 1º luglio 2000.
  26. ^ (EN) E. F. K. Koerner e R. E. Asher, Concise History of the Language Sciences: From the Sumerians to the Cognitivists, Elsevier, p. 54, ISBN 978-1-4832-9754-5.
  27. ^ (KO) 우리말 배움터, su urimal.cs.pusan.ac.kr. URL consultato il 22 febbraio 2016.
  28. ^ (EN) Korean Spirit and Culture Promotion Project - Fifty Wonders of Korea Volume I: Culture and Art, 2ª ed., Seul, Samjung Munhwasa, 2009, pp. 28-35.
  29. ^ (EN) King Sejong Statue (세종대왕 동상) | Official Korea Tourism Organization, su english.visitkorea.or.kr. URL consultato il 17 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2015).
  30. ^ (EN) King Sejong and General Lee Sun-shin to receive modeling fee :: Korea.net : The official website of the Republic of Korea, su korea.net, 9 dicembre 2011. URL consultato il 17 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2015).
  31. ^ (EN) King Sejong Story (세종이야기) | Official Korea Tourism Organization, su english.visitkorea.or.kr. URL consultato il 17 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2015).
  32. ^ (EN) Remembering Hangul, Joongang Daily, 26 settembre 2009 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2013).
  33. ^ (KO) Tour Guide, su tourguide.co.kr, Tourguide.vo.kr.
  34. ^ (EN) Statue of King Sejong is unveiled, Joongang Daily, 10 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2013).
  35. ^ (EN) The King Sejong Station - Liquipedia - The StarCraft II Encyclopedia, su wiki.teamliquid.net.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maurizio Riotto, Storia della Corea. Dalle origini ai nostri giorni, Bompiani, 2005, ISBN 978-88-452-3480-4.
  • (EN) Young-Key Kim-Renaud, King Sejong the Great: the Light of Fifteenth Century Korea, International Circle of Korean Linguistics, 1992, p. 119, ISBN 1-882177-00-2.
  • (EN) Young-Key Kim-Renaud, Sejong's theory of literacy and writing, Studies in the Linguistic Sciences, 2000.
  • (EN) James Scarth Gale, History of the Korean People, note e introduzione di Richard Rutt, Seul, Royal Asiatic Society, 1972.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re di Joseon Successore
Taejong di Joseon 1418 - 1450 Munjong di Joseon
Controllo di autoritàVIAF (EN87107157 · ISNI (EN0000 0001 2030 048X · CERL cnp00563826 · ULAN (EN500356739 · LCCN (ENn80056912 · GND (DE12119423X · BNF (FRcb13621406f (data) · J9U (ENHE987007307269105171 · NDL (ENJA00624530 · WorldCat Identities (ENlccn-n80056912