Raniero Paulucci di Calboli

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Raniero Paulucci di Calboli
Raniero Paulucci di Calboli a Tokyo nel 1920 (a sinistra) col genero Giacomo (a destra) ed il gran cerimoniere della corte giapponese

Senatore del Regno d'Italia
LegislaturaXXVI
Sito istituzionale

Raniero Paulucci di Calboli, o Paolucci de Calboli (Roma, 15 marzo 1861Roma, 12 febbraio 1931), è stato un diplomatico e politico italiano, discendente dall'antica famiglia nobiliare forlivese dei Calboli.
È noto per essersi interessato all'Affare Dreyfus quando era segretario di legazione a Parigi, posizione che gli permise di formarsi la convinzione dell'innocenza dell'accusato ed anche di raccogliere notevolissimo materiale sull'argomento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce da Annibale Paulucci di Calboli, di antica nobiltà forlivese, e da Mary Ann Simpkinson de Wesselow che nacque nel Regno Unito. Studia legge a Roma e a Bologna, laureandosi nel 1882. Intraprende la carriera diplomatica nel 1885, lavorando presso le ambasciate italiane a Londra e a Vienna. Ciò gli dà la possibilità di conoscere l'ambasciatore Giuseppe Tornielli Brusati di Vergano, con la cui famiglia entra in relazione al punto tale da sposarne una nipote.

Paulucci arriva a Parigi in qualità di segretario di legazione, insieme col Tornielli, nuovo ambasciatore in Francia. Qui ha modo di seguire il caso Dreyfus e, convintosi dell'innocenza dell'ufficiale, può raccogliere una vasta quantità di materiale relativo all'Affare Dreyfus[1]. Nel 1898 Paulucci era un giovane trentasettenne segretario di ambasciata e riporta notizie dell'affaire Dreyfus in presa diretta, fornendo informazioni sull'opinione pubblica e sulla situazione politica ad essa correlata[2]. Oggi il materiale è conservato presso la Biblioteca civica di Forlì, la città di origine della famiglia Paulucci di Calboli. In seguito, Paulucci di Calboli diviene ambasciatore a Lisbona (1908), a Berna (1912) a Tokyo (1919) e a Madrid (1922).

Viene nominato Senatore del Regno nel 1922. Dalla moglie, Virginia Lazzari Tornielli, ha due figli: Fulcieri, eroe della prima guerra mondiale e morto senza eredi, e Camilla, la quale sposa Giacomo Barone Russo, che assume poi il cognome Paulucci di Calboli per non lasciar finire il cognome di una delle più antiche famiglie nobiliari italiane, quella appunto dei Calboli.

Mecenatismo[modifica | modifica wikitesto]

Il marchese Raniero fu amico e mecenate dello scultore Adolfo Wildt e lasciò ai Musei Civici di Forlì un importante corpus di sue opere.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran cordone dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Grand'Ufficiale dell'Ordine della Stella nera (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Dignitario dell'Ordine della Rosa (Brasile) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine di Vasa (Svezia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Joseph O. Baylen, Dreyfusards and the Foreign Press: The Syndicate and the Daily News February-March 1898, French Historical Studies, Vol. 7, No. 3 (Spring, 1972), pp. 332-348.
  2. ^ Francesco Gioiello, Raniero Paolucci di Calboli e l’affaire Dreyfus, in Diacronie. Studi di Storia Contemporanea, vol. 14, n. 2/2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di Forlì - Comune di Roma, Dreyfus. L'affaire e la Parigi fin de siècle nelle carte di un diplomatico italiano, Edizioni Lavoro, Roma 1994.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ambasciatore italiano in Spagna Bandiera della Spagna Successore
Carlo Fasciotti 1922 - 1927 Giuseppe Medici
Predecessore Ambasciatore italiano nell'Impero giapponese Successore
Luigi Girolamo Cusani Confalonieri 1919 - 1920 Carlo Aliotti
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