Ranieri Simonelli

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Ranieri Simonelli

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXI, XIII, XIV, XV, XVII, XVIII
CollegioLari [1], Vicopisano[2] [3]
Incarichi parlamentari
Segretario Generale al Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio (XIV)
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studiolaurea
UniversitàUniversità di Pisa
Professionearchitetto

Ranieri Simonelli (Pisa, 30 dicembre 1830Campo, 1º dicembre 1911) è stato un architetto e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Pisa nel 1830 da Antonio Simonelli, Gonfaloniere del periodo lorenese, ed ebbe quattro sorelle e due fratelli: Cesare, magistrato, e Tommaso, avvocato che fu anche Sindaco della città toscana. Si iscrisse all'Università cittadina nel 1846, partendo volontario due anni più tardi col battaglione toscano che combatté a Curtatone e Montanara. Nel 1851 conseguì la laurea in matematiche applicate e divenne insegnante alla corte del Granduca di Toscana.

Specializzatosi in architettura, diresse i lavori di costruzione del Teatro Nuovo cittadino, dal 1865 al 1867, e quelli di restauro del Palazzo Appiano nel 1871. Quest'ultimo lavoro venne commissionato da Vittoria Spinola, figlia di Vittorio Emanuele II e della "Bella Rosina", e portò alla trasformazione dell'edificio medievale in stile gotico, sostituendo le antiche finestre nelle attuali bifore e trifore ed aggiungendo una torre merlata in cotto.

Politico attivissimo, fece parte dei consigli comunale e provinciale di Pisa dal 1867 al 1880 [4], nonché di numerosi comitati locali: fu segretario della società anonima per la realizzazione del Teatro Nuovo, progettandone la cupola autoportante, e s'interessò di opere d'arte, urbanistica, finanze, ferrovie, inondazioni dell'Arno e di vari altri problemi cittadini.

Sempre nel 1867 fondò la succursale pisana della Banca del Popolo per poi fondarne una propria, denominata "R. Simonelli e C.", assorbendo le filiali della stessa Banca del Popolo di Pisa, Lari, Vicopisano e Volterra. La Banca Simonelli venne poi gestita dal fratello Tommaso e liquidata alla morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1894.

A livello nazionale, venne eletto deputato nel 1871 dal collegio di Lari, sconfitto nelle elezioni del 1874 e quindi nuovamente eletto nel 1876, partecipando complessivamente a sei legislature [5]. Divenne anche Segretario Generale al Ministero dell'Agricoltura, dell'Industria e del Commercio dal 1881 al 1884, durante il quarto e il quinto governo Depretis. Nel 1892 fu delegato alla Conferenza Monetaria di Bruxelles.

Ritiratosi nella sua villa di Campo, nel comune di San Giuliano Terme, vi morì il 1° dicembre 1911, poche settimane prima di compiere 81 anni. Alla sua memoria sono dedicati uno dei lungarni pisani e la via dove sorge la sua villa nel paese di Campo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elezioni del 1871.
  2. ^ Il collegio è sicuro solo per l'elezione del 6 novembre 1892, per la XVIII Legislatura del Regno.
  3. ^ Nel 1870 si candidò nel collegio di Pisa, risultando sconfitto. Nelle successive elezioni, si candidò sempre nei collegi di Lari e Vicopisano. cfr. Alessandro Polsi, op. cit., p. 508.
  4. ^ Nel consiglio provinciale sedette ininterrottamente in tale periodo, mentre in quello comunale con alcune pause dovute alla vittoria degli avversari politici.
  5. ^ Risultò il primo dei non eletti nella XVI Legislatura del Regno.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Polsi, Possidenti e nuovi ceti urbani: l'élite politica di Pisa nel ventennio post-unitario, in Quaderni storici, nuova serie, vol. 56, anno 19 (1984), n. 2 (maggio-agosto), pp. 493-516.
  • Gabriele De Rosa, Vilfredo Pareto - Lettere a Maffeo Pantaleoni 1890-1923, Volume 2, Ed. di Storia e Letteratura, Roma, 1962.
  • Giorgio Batini, Album di Pisa, Firenze, La Nazione, 1972.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN89455044 · ISNI (EN0000 0000 6237 8640 · WorldCat Identities (ENviaf-89455044
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