Raimondo Manzini (giornalista)

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Raimondo Manzini

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaI, II, III
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CollegioBologna
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDC
Professionegiornalista

Raimondo Manzini (Lodi, 18 febbraio 1901Roma, 14 gennaio 1988) è stato un giornalista, politico e intellettuale italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Compiuti gli studi a Milano, iniziò a militare nel movimento cattolico. La Compagnia di San Paolo lo chiamò a dirigere due periodici, «Il Carroccio» e «La Festa».

A partire dal 1927 diresse per 33 anni il quotidiano bolognese L'Avvenire d'Italia[1] di Bologna, dove divenne in breve tempo molto noto e stimato, anche per non avere mai piegato la testa alle imposizioni del fascismo. Durante l'occupazione tedesca il giornale si autosospese, per poi riprendere le pubblicazioni con la stessa testata e lo stesso direttore[2].

Mantenne la direzione dell'Avvenire anche quando fu eletto nel consiglio nazionale della Democrazia Cristiana (1945) e divenne membro dell'Assemblea Costituente (1946). Eletto deputato per le prime tre legislature (1948-1963), ricoprì il ruolo di Sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Governo Scelba. Rinunciò, con grande sacrificio, alla carriera politica quando venne chiamato da papa Giovanni XXIII a dirigere L'Osservatore Romano[3], mantenendo l'incarico dal 1960 fino al 1978. Fu presidente dell'Associazione internazionale della stampa e dell'Unione cattolica stampa italiana[2].

Raimondo Manzini (a sinistra) con il senatore Raffaele Ottani

Scriveva con enorme facilità in modo brillante e spiritoso. Nel 1947 sposò Maria Crocco, figlia dello scienziato Gaetano Arturo Crocco.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Direttore dell'Osservatore Romano»
— 7 maggio 1963[4]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Il ferro e l'olivo, 1928
  • Dialoghi col mondo, 1941
  • Fedeli infedeli, 1978
  • Unità dei cattolici, 1982

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Menozzi, Daniele, Stampa cattolica e regime fascista, in Storia e problemi contemporanei. MAG. AGO., 2003, Urbino (Pesaro Urbino) : [poi] Bologna : Edizioni Quattro Venti; CLUEB, 2003.
  2. ^ a b Ernesto Preziosi, Il tempo ritrovato. I cattolici in Italia negli ultimi cent'anni, EDB, Bologna, 1987.
  3. ^ In tale veste fu criticato dall'ambasciatore della Spagna franchista a Roma, a causa delle «blandengues consideraciones sobre su oposición a la pena de muerte, sobre el respeto a la vida humana», in occasione dell'esecuzione del dirigente comunista Julián Grimau: Muñoz Soro, Javier, Un confronto tra dittatura e democrazia : Alfredo Sánchez Bella, ambasciatore della Spagna franchista presso la Repubblica italiana (1962-1969), Mondo contemporaneo : rivista di storia : 3, 2013 (Milano : Franco Angeli, 2013).
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Direttore dell'Osservatore Romano Successore
Giuseppe Dalla Torre 1960 - 1978 Valerio Volpini
Controllo di autoritàVIAF (EN64806287 · ISNI (EN0000 0001 0909 8452 · SBN CFIV013097 · BAV 495/84087 · LCCN (ENn79015072 · GND (DE118916467 · BNF (FRcb129300389 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n79015072