Raffaele Cinotti

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Raffaele Cinotti
NascitaSan Prisco, 23 maggio 1953
MorteRoma, 7 aprile 1981
Cause della morteassassinio
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Corpo Corpo degli agenti di custodia
Anni di servizio1972[1]-1981
GradoVicebrigadiere
Comandante diCaporeparto al settore isolamento giudiziario del carcere di Roma Rebibbia
DecorazioniMedaglia d'oro al merito civile
"fonti nel corpo del testo"
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Raffaele Cinotti (San Prisco, 23 maggio 1953Roma, 7 aprile 1981) è stato un militare italiano, medaglia d'oro al Merito Civile e vittima del dovere.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vicebrigadiere del Corpo degli Agenti di Custodia (oggi Corpo di Polizia Penitenziaria), venne ucciso in un agguato rivendicato dalle Brigate Rosse a Roma la mattina del 7 aprile 1981.

Prestava servizio come Caporeparto al settore isolamento giudiziario del carcere di Roma Rebibbia. Viveva con la moglie e due figli di due anni e cinque mesi.

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 aprile 1981, alle 6:45 del mattino, venne aggredito sotto la propria abitazione, mentre si stava recando in servizio. L’omicidio è stato compiuto da tre brigatisti proprio all'uscita del portone di casa in Via Acquaroni 123 a Roma (zona Tor Bella Monaca nei pressi della Via Casilina). L’agguato mortale fu rivendicato dalle Brigate Rosse con una telefonata al centralino del quotidiano La Repubblica. L'omicidio fu espressione, al pari di altri, della campagna di intimidazione del terrorismo di estrema sinistra sul fronte delle carceri a regime differenziato gestito dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. L’omicidio di Raffaele Cinotti, era parte di una strategia della colonna romana delle BR e più in generale dell’intera organizzazione, volta a colpire gli uomini e le istituzioni dell’amministrazione penitenziaria. L’anno prima era stato ucciso il giudice Girolamo Minervini, appena nominato Direttore Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena e soltanto poche settimane prima, il 15 gennaio, era stato liberato il giudice Giovanni D’Urso rapito il 12 dicembre 1980.

Intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º marzo 2016 gli è stata intitolata la Casa Circondariale nuovo complesso di Roma Rebibbia.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Mentre usciva dal portone della propria abitazione per recarsi sul posto di lavoro, veniva barbaramente trucidato in un vile e proditorio agguato terroristico. Fulgido esempio di elette virtù civiche, di elevato spirito di servizio e di incondizionato spirito di senso del dovere.»
— Roma, 7 aprile 1981[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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