Radiotelescopio di Noto

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Radiotelescopio di Noto
La stazione radioastronomica di Noto
OrganizzazioneIstituto nazionale di astrofisica
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàLoc. Case di Mezzo, Noto (SR)
Coordinate36°52′33.78″N 14°59′20.51″E / 36.87605°N 14.989031°E36.87605; 14.989031
Fondazione1988
Sitowww.noto.ira.inaf.it/
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Radiotelescopio di Noto
Radiotelescopio di Noto

Il radiotelescopio di Noto è un osservatorio astronomico che studia l'universo nelle frequenze radio, è situato nel comune di Noto in (provincia di Siracusa). L'osservatorio appartiene ed è finanziato dall'INAF, la sua gestione è affidata all'Istituto di radioastronomia (IRA) di Bologna[1]. L'osservatorio è stato inaugurato nel 1988[2]. L'antenna è posizionata alle coordinate 36°52′34″N 14°59′21″E / 36.876111°N 14.989167°E36.876111; 14.989167.

Scopo e tecnica d'uso[modifica | modifica wikitesto]

Il radiotelescopio è stato creato per ricerche astronomiche e geodetiche costituendo assieme ad altri radiotelescopi reti per osservazioni interferometriche su lunghissima base (VLBI)[2]europee e mondiali. Operando di concerto queste reti di radiotelescopi registrano contemporaneamente le onde radio emesse da un corpo celeste e analizzando tutti i dati con la tecnica dell'interferometria se ne possono trarre dati equivalenti a quelli di un radiotelescopio con un'antenna del diametro pari alla distanza tra i radiotelescopi costituenti la rete, arrivando così a costituire anche un'antenna virtuale del diametro della Terra[3]. Il radiotelescopio è usato anche per lo studio e la sorveglianza dei detriti spaziali[4].

Strumentazione[modifica | modifica wikitesto]

L'osservatorio compie le sue ricerche tramite un radiotelescopio dotato di un'antenna parabolica di 32 metri di diametro e del peso di 300 t[5]. L'antenna è caratterizzata da una superficie attiva costituita da 244 pannelli riflettenti mobili per compensare le deformazioni a cui può essere soggetta la superficie parabolica migliorando in questo modo la ricezione delle alte frequenze[6].

L'antenna dispone di ricevitori che lavorano alle frequenze comprese tra 0,327 e 43 GigaHertz (GHz)[7], sono in corso prove con un ricevitore per la frequenza 86 gigahertz.

Il radiotelescopio è stato collegato alla rete fibra ottica GARR per poter partecipare alle osservazioni interferometriche e-VLBI dell’European VLBI Network, la fibra ottica, inizialmente funzionante a 1 Gbit/s e in seguito portata a 10 Gbit/s, in modo di poter inviare i dati direttamente al centro di coordinamento della rete[4].

Collaborazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il radiotelescopio di Noto partecipa ai programmi RADIONET e NEXPRES[1], fa parte dell'European VLBI Network (EVN)[8], del Joint Institute for VLBI in Europe (JIVE)[1] e dell’International VLBI Service for Geodesy and Astrometry (IVS)[9][10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Articoli su Radiotelescopio di Noto, su MEDIA INAF. URL consultato il 6 giugno 2023.
  2. ^ a b Articoli su Radiotelescopio di Noto, su MEDIA INAF. URL consultato il 6 giugno 2023.
  3. ^ Francesco Rea, Arrivano i soccorsi per Noto, su MEDIA INAF, 16 febbraio 2011. URL consultato il 6 giugno 2023.
  4. ^ a b Ufficio stampa Inaf, Riprende vita l'antenna di Noto, su MEDIA INAF, 31 gennaio 2012. URL consultato il 6 giugno 2023.
  5. ^ Ufficio stampa Inaf, Riprende vita l'antenna di Noto, su MEDIA INAF, 31 gennaio 2012. URL consultato il 6 giugno 2023.
  6. ^ (EN) The Active Surface System on the Noto Radio telescope
  7. ^ (EN) Radio astronomy across Europe
  8. ^ (EN) Pictures of the EVN telescopes Archiviato il 12 aprile 2017 in Internet Archive.
  9. ^ IVS Components: Network Stations, su ivscc.gsfc.nasa.gov. URL consultato il 6 giugno 2023.
  10. ^ History | JIVE, su www.jive.eu. URL consultato il 6 giugno 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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