Radicchio Variegato di Castelfranco
Radicchio Variegato di Castelfranco | |
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Origini | |
Luogo d'origine | ![]() |
Regione | Veneto |
Dettagli | |
Categoria | ortofrutticolo |
Riconoscimento | I.G.P. |
Settore | Ortofrutticoli e cereali |
Consorzio di tutela | Consorzio di tutela |
Provvedimento | Reg. CE n.1263/96 (GUCE L. 163/96 del 02.07.1996) |
Il Radicchio Variegato di Castelfranco è un prodotto ortofrutticolo italiano a indicazione geografica protetta dal 1996.
Come suggerito dalla denominazione, è originario della zona di Castelfranco Veneto, ma oggi viene prodotto in un areale più vasto, costituito da 25 comuni della provincia di Treviso, 19 della provincia di Padova e 8 della provincia di Venezia[1]. È in corso l'iter legislativo per estendere il disciplinare ai territori di Marcon (VE) e Tribano (PD).
Storia e caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Mentre altri radicchi veneti si sono originati da selezioni operate sulla cicoria da foglia (Cichorium inybus var. foliosum), il Variegato di Castelfranco è comparso nel Settecento incrociando, pare, l'indivia scarola a foglie di lattuga (Cichorium endivia var. latifolium) con il radicchio Rosso di Treviso tardivo[2]. Dalla prima ha ereditato la conformazione della foglia, di grandi dimensioni, spessa e di colore bianco-crema, mentre dal secondo è derivata la colorazione della pezzatura e la predisposizione all'imbianchimento[3].
Durante la prima fase del ciclo culturale, la pianta mostra foglie verdi e patenti, con nervature poco accentuate. In seguito diventano grandi e ondulate, di forma tondeggiante ma con margine frangiato. Con l'avvento della stagione fredda assumono sulla superficie estese variegature di colore dal rosso vivo al rosso violaceo[3][4].
Nel corso dell'imbianchimento il colore di fondo passa da verde a bianco crema. Le foglie centrali si accrescono mantenendosi in posizione eretta e divaricata, mentre negli altri tipi di radicchio restano chiuse formando un grumolo; questa caratteristica ha valso al variegato di Castelfranco appellativi quali "orchidea", "garofano", "rosa", "fiore che si mangia"[3][4].
La scarsa resistenza al freddo e la fragilità della parte edule alle manipolazioni, cui si aggiunge una produttività piuttosto bassa, rendono la coltivazione del variegato di Castelfranco più difficoltosa rispetto agli altri tipi di cicoria variegata[4].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Disciplinare di produzione della Indicazione Geografica Protetta "Radicchio variegato di Castelfranco", su coldiretti.it. URL consultato il 18 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2004).
- ^ Maffioli, p. 37.
- ^ a b c Radicchio Variegato di Castelfranco IGP (PDF), su Atlante dei prodotti DOP e IGP del Veneto, venetoagricoltura.org. URL consultato il 23 luglio 2017.
- ^ a b c Maffioli, pp. 37-38.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Giuseppe Maffioli, Castelfranco il fiore che si mangia, Loreggia, Edizioni della Galleria, 1984.
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Disciplinare di produzione, su coldiretti.it.
- Radicchio Variegato di Castelfranco I.G.P. - I sapori della terra - Promozione turistica del Veneto, su veneto.eu.