Quercus × caroppoi

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Quercus × caroppoi
Immagine di Quercus × caroppoi mancante
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Fagales
Famiglia Fagaceae
Genere Quercus
Specie Q. × caroppoi
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Hamamelidae
Ordine Fagales
Famiglia Fagaceae
Genere Quercus
Specie Q. × caroppoi
Nomenclatura binomiale
Quercus × caroppoi
Medagli, Turco, Albano & Accogli

Quercus × caroppoi Medagli, Turco, Albano & Accogli è un albero della famiglia delle Fagacee, rinvenuto nel Salento nei pressi di Carpignano Salentino (Lecce) che sembrerebbe originata dall’ibridazione tra il cerro (Quercus cerris) e la quercia spinosa (Quercus coccifera). Si tratta del primo ritrovamento in assoluto di tale ibrido.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portamento[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di un albero abbondantemente fruttificante, alto circa 8-8,5 m, con portamento slanciato e chioma piramidale.[1]

Corteccia[modifica | modifica wikitesto]

La corteccia è grigiastra, levigata, con striature longitudinali poco accentuate; di aspetto bicormico, costituito da due distinti tronchi distanti tra loro circa un metro, partenti dal suolo a formare, apparentemente, due alberi distinti e gemelli (polloni principali) e numerosi piccoli getti basali (polloni secondari), che gli conferiscono un aspetto densamente cespuglioso. I due tronchi ed i vari polloni secondari scaturiscono da un grosso ceppo basale troncato a livello del suolo, residuo di antica ceduazione e di non facile osservazione, poiché in gran parte occultato dai numerosi getti basali e ricoperto da terriccio e pietre, di circa 300 cm di circonferenza, con tronco più largo misurante alla base 109 cm di circonferenza e il minore 96 cm.[1]

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Foglie con picciolo pubescente di 5–7 mm, lamina generalmente increspata, quasi mai pianeggiante, spesso di forma asimmetrica, non di rado vagamente falciforme, lanceolato-acuta, sempreverdi, piuttosto lucide e ruvide al tatto; coriacee con pagina superiore glabra e di colore più scuro e pagina inferiore più chiara con nervature ben evidenti tutte con 4-6 lobi dentati e mucronati per lato e ad apice acuto e mucronato, ma con mucroni non rigidi e pungenti, con 4-6 lobi dentati e ineguali per lato.[1]

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenze unisessuali, i fiori maschili sono raccolti in lunghi amenti penduli, poco vistosi e verdognoli. I fiori femminili, anch'essi poco evidenti, sono situati all'attaccatura delle foglie. Fioritura all'inizio di maggio.[1]

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Le ghiande hanno sviluppo biennale. Sono solitarie o a due a due, hanno un peduncolo lungo dai 5 fino a 15 mm. Sono ovate, appiattite all’apice, dove sono munite di un mucrone apicale. Le cupule, ricoprenti da metà ad un terzo della ghianda, con squame rigide ad apice appuntito, arcuate verso il peduncolo.[1]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'unico esemplare è stato individuato a Carpignano Salentino, in provincia di Lecce.

Semina[modifica | modifica wikitesto]

Durante i sopralluoghi alla base dell’albero sono state osservate numerose ghiande in germinazione e diverse plantule nate spontaneamente dalle ghiande germinate, che però, a causa della mancanza di spazi idonei e per gli interventi di diserbo nell’oliveto adiacente, non possono svilupparsi indisturbate.

Presso l’Orto Botanico dell’Università del Salento è stata effettuata una esperienza di semina di ghiande utilizzando un substrato costituito da un mix di torba e agriperlite (2:1).[1]

Storia del ritrovamento[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 settembre 2012, percorrendo la strada provinciale S.P. 3, Carpignano Salentino-Borgagne (LE), Oreste Caroppo, appassionato studioso di querce, notava un insolito albero presente lungo il bordo strada, in prossimità di un basso muretto a secco delimitante un oliveto. L’area, caratterizzata dalla prevalente coltura dell’olivo, è a 46 m s.l.m., di aspetto pianeggiante, presenta ai margini stradali numerosi arbusti ed esemplari arborescenti di quercia spinosa (Quercus coccifera) con i quali l’esemplare mostrava stretta somiglianza, ma differiva a prima vista per il portamento della chioma slanciato in verticale, di forma piramidale ad apice appuntito, anziché più o meno globoso e per la forma alquanto atipica delle foglie.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Albano, Accogli, Medagli e Turco, Quercus × caroppoi Medagli, Turco, Albano & Accogli, una nuova entità ibrida del genere Quercus del Salento, in Thalassia Salentina, 2019, p. 10.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]