Qilian Shan

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Qilian Shan
Il Qilian Shan nella contea di Qilian (Qinghai)
ContinenteAsia
StatiBandiera della Cina Cina (Gansu e Qinghai)
Cima più elevataKangze'gyai (5808 m s.l.m.)
Carta topografica del Qilian Shan.

Il Qilian Shan (in cinese 祁連山T, 祁连山S, Qílián ShānP, Ch'i-lien ShanW, talvolta romanizzato in Tsilien Shan), noto anche, insieme all'Altyn-Tagh (Altun Shan), come Nan Shan (南山S, letteralmente «montagne meridionali»), in quanto situato a sud del corridoio di Hexi, è una propaggine settentrionale del Kunlun che forma il confine tra le province del Qinghai e del Gansu nella Cina settentrionale.[1]

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

La catena si estende, da un punto a sud di Dunhuang, per circa 800 km a sud-est, formando la scarpata nord-orientale dell'altopiano tibetano e il confine sud-occidentale del corridoio di Hexi.

L'omonimo picco Qilian Shan, situato circa 60 km a sud di Jiuquan, a 39°12′N 98°32′E / 39.2°N 98.533333°E39.2; 98.533333, culmina a 5547 m. È la cima più alta della catena principale, ma più a sud si trovano due cime più alte, il Kangze'gyai a 38°30′N 97°43′E / 38.5°N 97.716667°E38.5; 97.716667 con 5808 m e il Qaidam Shan a 38°02′N 95°19′E / 38.033333°N 95.316667°E38.033333; 95.316667 con 5759 m. Tra le altre cime importanti ricordiamo il Gangshika a est.

La catena del Nan Shan prosegue ad ovest con lo Yema Shan (5250 m) e l'Altun Shan (Altyn Tagh) (5798 m). Ad est, passa a nord del lago Qinghai, terminando, con il nome di Daban Shan e Xinglong Shan, nei pressi di Lanzhou, con il monte Maoma Shan (4070 m) come propaggine orientale. Sezioni della Grande Muraglia della dinastia Ming corrono lungo le sue pendici settentrionali e a sud della propaggine settentrionale del Longshou Shan (3616 m).

Dal Qilian Shan nascono numerosi fiumi e torrenti, per lo più di piccole dimensioni, che scorrono verso nord-est, consentendo l'agricoltura irrigua alle comunità del corridoio di Hexi (corridoio del Gansu), per poi scomparire nel deserto dell'Alashan. Il più noto di questi corsi d'acqua è l'Ejin (Heihe). La regione ospita molti ghiacciai, il più grande dei quali è il Touming Mengke.[2] Lo scioglimento di questi ghiacciai ha subito un'accelerazione negli ultimi decenni.[3]

Tra queste montagne si trova il lago Hala, un grosso specchio d'acqua salmastra.

L'ecosistema caratteristico del Qilian Shan è stato descritto dal World Wildlife Fund come «foreste di conifere dei monti Qilian»[4]

Biandukou (扁都口S) è un passo che attraversa il Qilian Shan ad un'altitudine di oltre 3500 m. Esso mette in collegamento la contea di Minle del Gansu a nord con la contea di Qilian del Qinghai a sud.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Veduta del Qilian Shan.

Lo Shiji menziona il nome «Qilian Shan» insieme a Dunhuang in relazione alla patria degli Yuezhi.[6] Tuttavia, si ritiene che questo Qilian Shan sia la catena montuosa ora conosciuta come Tian Shan, 1500 km ad ovest.[7] Si ritiene anche che Dunhuang sia in realtà il monte Dunhong, una cima non meglio identificata del Tian Shan citata nel Libro dei monti e dei mari.[8] Secondo quanto affermato da Yan Shigu, un commentatore del Libro degli Han vissuto in epoca Tang, Qilian (祁连S) sarebbe una parola xiongnu che significa «cielo» (S, tiānP).[9] Sanping Chen (1998) ipotizzò che 天 tiān, 昊天 hàotiān, 祁連 qílián e 赫連 Hèlián fossero termini affini che discenderebbero dal proto-sinitico multisillabico *gh?klien.[10] Schessler (2014) si oppone tuttavia all'affermazione di Yan Shigu secondo cui 祁連 fosse una parola xiongnu; secondo lo studioso, la giusta pronuncia di 祁連 intorno al 121 a.C. sarebbe stata *gɨ-lian, che ha in apparenza lo stesso etimo di 乾 (☰), il trigramma che significa «paradiso» – in cinese standard qián, cinese medio *gjän, cinese han orientale gɨan e cinese antico *gran –, che Schuessler fa derivare dal proto-sino-tibetano correlato al proto-tibeto-birmano *m-ka-n, affine al tibetano scritto མཁའ (traslitterazione Wylie: mkha'), «paradiso».[11][12]

Nella zona del Qilian Shan risiedevano i Tuyuhun, una popolazione nomade imparentata con gli Xianbei.

In passato, nelle lingue europee, questa catena montuosa era nota come monti Richthofen, in onore di Ferdinand von Richthofen, l'esploratore-geografo zio del celebre Barone Rosso.[13]

Dal Qilian Shan prende il nome la contea di Qilian del Qinghai.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Journal of Asian studies, vol. 62, n. 1, Association for Asian Studies, 2003, p. 262, ISBN 0-691-09676-7. URL consultato il 28 giugno 2010.
  2. ^ Top 6 most beautiful glaciers in China, su China Daily, 15 luglio 2012.
    «Si trova nella valle di Laohu, sul versante settentrionale del monte Daxue, nella contea di Subei.»
  3. ^ Edward Wong, Chinese Glacier's Retreat Signals Trouble for Asian Water Supply, su New York Times, 8 dicembre 2015, p. A4. URL consultato il 18 aprile 2017.
  4. ^ Chris Carpenter, Qilian Mountains Conifer Forests, su One Earth.
  5. ^ (ZH) 扁都口旅游景区开发项目 [Flat mouth tourist area development project], su Agenzia Nuova Cina, 20 dicembre 2005 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  6. ^ Sima Qian et al., Shiji, 123: «Sul Dayuan».
    «始月氏居敦煌、祁連閒 (Inizialmente gli Yuezhi abitavano tra Dunhuang e il Qilian Shan»
  7. ^ J. P. Mallory e Victor H. Mair, The Tarim Mummies: Ancient China and the Mystery of the Earliest Peoples from the West, Londra, Thames & Hudson, 2000, p. 58, ISBN 0-500-05101-1.
  8. ^ Xinru Liu, Migration and Settlement of the Yuezhi-Kushan: Interaction and Interdependence of Nomadic and Sedentary Societies, 2001.
  9. ^ 班固, 漢書: 顏師古註, 20 agosto 2015.
    «祁連山即天山也,匈奴呼天為祁連 (Il Qilian Shan è il Tian Shan, in quanto gli Xiongnu chiamano il cielo qilian
  10. ^ Sanping Chen, Sino-Tokharico-Altaica — Two Linguistic Notes, in Central Asiatic Journal, vol. 42, n. 1, pp. 33-37.
  11. ^ Axel Schuessler, Phonological Notes on Hàn Period Transcriptions of Foreign Names and Words (PDF), in Studies in Chinese and Sino-Tibetan Linguistics: Dialect, Phonology, Transcription and Text - Language and Linguistics Monograph Series, n. 53, Taipei, Taiwan: Institute of Linguistics, Academia Sinica, 2014, p. 274 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2019).
  12. ^ Axel Schuessler, An Etymological Dictionary of Old Chinese, University of Hawaii Press, 2007, p. 425.
  13. ^ Simon Winchester, The Man Who Loved China: the Fantastic Story of the Eccentric Scientist Who Unlocked the Mysteries of the Middle Kingdom, 2008, p. 126.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]