Pëtr Nikolaevič Vrangel'

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Pëtr Nikolaevič Vrangel'

Presidente del Consiglio russo
Durata mandato5 aprile 1921 –
novembre 1924
Predecessorese stesso come sovrano della Russia meridionale
Successorese stesso come presidente dell'Unione di tutte le Forze armate russe

Presidente dell'Unione delle Forze armate russe
Durata mandato1º settembre 1921 –
25 aprile 1928
Predecessorese stesso come presidente del Consiglio russo
SuccessoreNikolaj Nikolaevič Romanov

Dati generali
Partito politicoBianchi
FirmaFirma di Pëtr Nikolaevič Vrangel'
Pëtr Nikolaevič Vrangel'
Пётр Николаевич Врангель
SoprannomeIl Barone nero
NascitaMukuliai, 27 agosto 1878
MorteBruxelles, 25 aprile 1928
Luogo di sepolturaChiesa della Santissima Trinità, Belgrado
EtniaTedesca del Baltico
Religioneortodossa
Dati militari
Paese servitoBandiera della Russia Russia
Forza armataEsercito imperiale russo
Armata Bianca
UnitàArmata dei Volontari
Forze armate della Russia meridionale
Armata di Vrangel'
Anni di servizio1902 - 1920
GradoTenente generale
GuerreGuerra russo-giapponese
Prima guerra mondiale
Guerra civile russa
CampagneFronte meridionale della guerra civile russa
BattaglieAvanzata su Mosca (1919)
DecorazioniCroce di San Giorgio
Ordine di Sant'Anna
Ordine di San Stanislao
Ordine di San Nicola Taumaturgo
Spada d'oro al coraggio
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Pëtr Nikolaevič Vrangel', o anche Peter von Wrangel (in russo Пётр Николаевич Врангель?; Mukuliai, 27 agosto 1878Bruxelles, 25 aprile 1928), è stato un generale, politico e nobile russo.

Aristocratico, già generale dell'Esercito imperiale russo, fu uno dei principali capi militari dell'Armata Bianca controrivoluzionaria durante la guerra civile russa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1878 a Mukuliai, nell'allora governatorato di Kovno, dalla famiglia aristocratica di origine baltico-tedesca dei Wrangel. Ufficiale della Guardia dello Zar, partecipò alla guerra contro il Giappone (1904-05) e alla prima guerra mondiale, al comando di una divisione di Cosacchi. Con la resa della Russia, Vrangel' rassegnò le dimissioni e si ritirò a Jalta; qui fu arrestato dai bolscevichi ma, una volta rilasciato, riparò alla volta di Kiev. Nell'agosto del 1918 entrò nell'Armata dei Volontari per combattere contro l'Armata Rossa. Dopo la seconda campagna del Kuban venne nominato generale. Ottenne una serie di vittorie nell'area caucasica e il suo esercito venne rinominato Armata dei Volontari del Caucaso.

Entrò però in contrasto con il generale Anton Ivanovič Denikin che gli chiedeva una rapida marcia su Mosca. Vrangel' invece reputava fondamentale conquistare Caricyn e unirsi con le forze dell'ammiraglio Kolčak. Conquistò in questo periodo la fama di generale leale e competente, proibì infatti alle sue truppe di saccheggiare e depredare i territori nemici conquistati[1].

A seguito della sconfitta di Denikin, nell'aprile del 1920 assunse il comando supremo dell'Esercito Bianco. Mentre l'Armata Rossa era impegnata nella guerra contro la Polonia, mosse dal suo quartier generale in Crimea e attaccò i bolscevichi da sud, passando il Dnepr e creando un nuovo governo a Ekaterinoslav. Debolmente sostenuto dagli anglo-francesi, fu sconfitto dall'Armata Rossa e respinto in Crimea. Qui organizzò, con i resti della flotta del Mar Nero, ribattezzata poi flotta di Vrangel', un'imponente evacuazione dei suoi soldati e delle loro famiglie a cui lasciò la scelta, se partire per l'esilio o rimanere ed affrontare l'Armata Rossa.

Vrangel' s'imbarcò il 1º novembre 1920 sull'ultimo convoglio, assieme a militari e civili. Riparò poi nel Regno di Jugoslavia, dove fu conosciuto come il capo dei rifugiati bianchi. Si trasferì poi, nel settembre del 1927, a Bruxelles dove lavorò come ingegnere minerario e pubblicò le sue memorie. Morì nel 1928 nella capitale belga. I familiari sostennero che Vrangel' fosse stato avvelenato dal fratello del maggiordomo, che per un breve tempo aveva soggiornato nella dimora del generale. I funerali vennero celebrati a Bruxelles ma il corpo venne seppellito, secondo le sue volontà, nella Chiesa Ortodossa Russa di Belgrado[2].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto del Barone Pëtr Nikolaevič Vrangel' (1920).
Spada d'oro al coraggio - nastrino per uniforme ordinaria
— 10 giugno 1915
Cavaliere di IV con scritta "per il coraggio" Classe dell'Ordine di Sant'Anna - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di III Classe con spade e arco dell'Ordine di San Stanislao - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di III Classe dell'Ordine di Sant'Anna - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di II Classe dell'Ordine di San Stanislao - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di IV Classe dell'Ordine di San Giorgio - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di IV Classe con spade e arco dell'Ordine di San Vladimiro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di III Classe con spade dell'Ordine di San Vladimiro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di II Classe dell'Ordine di San Nicola Taumaturgo - nastrino per uniforme ordinaria
Croce di San Giorgio di IV Classe - nastrino per uniforme ordinaria
— 24 luglio 1917
Medaglia commemorativa del 100º anniversario della guerra del 1812 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia in memoria del 300º anniversario del regno dei Romanov - nastrino per uniforme ordinaria

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • Il barone Pëtr Vrangel' è il "Barone nero" della canzone Armata bianca, barone nero, una canzone dei soldati dell'Armata Rossa risalente alla guerra civile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nel libro Nestor Machno: Bandiera nera sull'Ucraina di Aleksandr V. Šubin (2012), si legge che i bianchi di Vrangel' durante l'offensiva della primavera del 1920, si abbandonarono a repressioni e razzie, appropriandosi di bestiame e grano, reclutando con la forza tutti gli uomini fino ai 41 anni, seviziando e uccidendo i prigionieri. Così riferiva il comandante della XLII divisione.
  2. ^ Enciclopedia Treccani

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Controllo di autoritàVIAF (EN14948283 · ISNI (EN0000 0001 2121 7442 · LCCN (ENn85289371 · GND (DE118643185 · BNF (FRcb136162255 (data) · J9U (ENHE987007305377305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n85289371