Pseudopodospermum hispanicum

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Scorzonera di Spagna
Pseudopodospermum hispanicum
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi II
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Scorzonerinae
Genere Pseudopodospermum
Specie P. hispanicum
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Genere Pseudopodospermum
Specie P. hispanicum
Nomenclatura binomiale
Pseudopodospermum hispanicum
(L.) Zaika, Sukhor. & N.Kilian, 2020
Nomi comuni

Viperaria

La scorzonera di Spagna (Pseudopodospermum hispanicum (L.) Zaika, Sukhor. & N.Kilian, 2020) è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae dall'aspetto simile alle "margherite" di colore giallo.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere (Pseudopodospermum) significa "simile/derivato" dal genere Podospermum (un sinonimo di Scorzonera[3]). Il termine Podospermum deriva dall'unione della parola greca: podos (= piede)[4] e sperma (un suffisso che si riferisce ai semi).[5] Tale nome probabilmente è stato dato per qualche carattere della base dei frutti acheni. L'epiteto specifico (hispanicum) deriva dal suo areale più tipico (anche se le sue origini probabilmente sono dell'Europa Centrale - Asia[6]); mentre uno dei nomi comuni ("viperaria") deriva dalle sue presunte qualità medicamentose.

Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto dai botanici Carl von Linné (1707 – 1778), Maxim A. Zaika, Alexander Petrovich Sukhorukov (1967-) e Norbert Kilian (1957-) nella pubblicazione "PhytoKeys" (PhytoKeys 137: 68) del 2020.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento della pianta
La rosetta basale
Il capolino

Habitus. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, spesso sono dotate di un asse fiorale eretto e privo di foglie. Tutta la pianta è glabrescente. Queste piante contengono inoltre grandi quantità di inulina (circa il 30% della sostanza carboidrata).[6][8][9][10][11][12][13][14][15]

Fusto. L'altezza di queste piante varia da 4 a 10 dm (massimo 13 dm). La parte sotterranea consiste in una lunga, grossa radice fittonante. Esternamente è scura, ma all'interno è bianca. La parte aerea del fusto è eretta e ramosa nella parte distale. Le radici sono secondarie.

Foglie. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno. Il contorno della lamina fogliare è lineare-spatolato; ed è acuto nella parte apicale. La lamina delle foglie basali è allargata, mentre quella delle foglie cauline superiori è più lineare e ridotta. I bordi laterali sono percorsi da pochi denti ottusi e a volte sono ondulati. Alla base delle foglie possono essere presenti alcuni peli fioccosi. Dimensioni delle foglie: larghezza 2 – 5 cm; lunghezza 20 – 35 cm (massimo 40 cm).

Infiorescenza. Le infiorescenze sono composte da numerosi capolini. I capolini, che si aprono solamente alla sera, sono formati da un involucro a forma cilindrica composto da brattee (o squame) disposte su parecchie serie all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori tutti ligulati. Le squame si dividono in due tipi: inferiori e superiori. Quelle inferiori hanno una forma ovato-acuminata (sono più o meno aristate), sono prive di orlo biancastro, sono glabre, e ricoprono quelle superiori di un quarto. Il ricettacolo, a protezione della base dei fiori, è nudo, ossia privo di pagliette. Dimensioni delle squame inferiori: larghezza 5 mm; lunghezza 7 mm. Dimensioni delle squame superiori: larghezza 6 mm; lunghezza 25 mm. Dimensione dell'involucro: larghezza 8 – 12 mm; lunghezza 20 – 30 mm. Diametro dei capolini: 30 – 45 mm.

Fiori. I fiori sono tutti del tipo ligulato[16] (il tipo tubuloso, i fiori del disco, presente nella maggioranza delle Asteraceae, qui è assente), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi e zigomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[17]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: le corolle sono formate da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo; la superficie può essere sia pubescente che glabra; le ligule in genere sono incurvate all'esterno (disposizione radiale). Lunghezza della corolla: 26 – 30 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[18] Le antere alla base sono acute. Il polline è tricolporato (con 20 lacune), è echinato (con punte) e anche "lophato" (la parte più esterna dell'esina è sollevata a forma di creste e depressioni).[19]
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con peli sul lato inferiore; gli stigmi dello stilo sono due divergenti, filiformi, ricurvi con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base).[20]. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.
  • Fioritura: da (maggio) giugno a luglio (agosto).

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. L'achenio, ristretto all'apice, è lungo 10 – 15 mm. Il pappo, piumoso per morbide proiezioni laterali (pappo fimbriato), è bianco-sporco ed è lungo più o meno come il frutto.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[21] – Distribuzione alpina[22])
(I nomi delle sottospecie sono relativi alla classificazione precedente.)

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Areale alpino[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico alpino Pseudopodospermum hispanicum appartiene alla seguente comunità vegetale:[22]

Formazione: comunità delle macro- e megaforbie terrestri.
Classe: Trifolio-Geranietea sanguinei
Ordine: Origanetalia vulgaris
Alleanza: Geranion sanguinei

Areale italiano[modifica | modifica wikitesto]

Per l'areale italiano completo Pseudopodospermum hispanicum appartiene alla seguente comunità vegetale:[24]

Macrotipologia: vegetazione delle praterie.
Classe: Festuco valesiacae-brometea erecti Br.-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl., 1949
Ordine: Ononidetalia striatae Br.-Bl., 1950
Alleanza: Genistion lobelii Molinier, 1934

L'alleanza Genistion lobelii è caratterizzata da praterie mediterraneo-montane, dominate da camefite (emicriptofite cespitose e camefite suffrutticose) ad habitus pulvinato, che crescono su litosuoli calcarei e dolomitici delle Alpi marittime. Può anche colonizzare formazioni di litosuoli calcarei e dolomitici, in condizioni geomorfologiche difficili come di forti pendenze o di creste ventose o su rocce emergenti. La distribuzione di questa alleanza va dai Pirenei orientali alla Corsica sino alle Alpi marittime, provenzali e liguri con penetrazione anche in quelle piemontesi. Tali formazioni xerofile possono essere in rapporto evolutivo con i boschi xerofitici, calcicoli a Quercus ilex e a Quercus pubescens delle Alpi sud-occidentali ma possono pure costituire delle formazioni durevoli in particolari condizioni geomorfologiche come zone scoscese e crinali rocciosi ventosi.[24]

Specie presenti nell'associazione: Anthyllis montana, Helianthemum oelandicum, Carlina acanthifolia, Crepis albida, Globularia repens, Helianthemum apenninum, Iberis saxatilis, Inula montana, Leontodon crispus, Minuartia capillacea, Ononis pusilla, Ranunculus gramineus, Teucrium aureum, Genista desoleana, Fritillaria involucrata, Gentiana ligustica, Ononis striata, Onosma fastigiatum, Plantago argentea, Sesleria caerulea e Thalictrum minus.[24]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[25], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[26] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[27]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][12][13]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Scorzonerinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Scorzonerinae è il secondo clade che si è separato dalla tribù.[13]

All'interno della sottotribù sono stati individuati diversi cladi, alcuni in posizione politomica. Il genere di questa voce, da un punto di vista della filogenesi, si trova in un clade più interno insieme al genere Takhtajaniantha, e, in altre analisi, insieme al genere Epilasia. Questo genere deriva da alcune specie del genere Scorzonera[14]

Il numero cromosomico di P. hispanicum è: 2n = 14.[15]

Il basionimo per questa specie è: Myscolus hispanicus (L.) Endl..[7]

Variabilità[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è molto variabile. Nell'ambito del taxon P. hispanicum Sandro Pignatti descrive 3 sottospecie.[8] Altre checklist considerano valide solamente due sottospecie:[2]

  • Pseudopodospermum hispanicum subsp. hispanicum,
  • Pseudopodospermum hispanicum subsp. neapolitanum (Grande) Bartolucci, Galasso & F.Conti;

mentre la terza sottospecie asphodeloides (Wallrr.) Arcang. è un sinonimo di Pseudopodospermum strictum (Hornem.) Zaika, Sukhor. & N.Kilian.

Descrizione delle sottospecie:[8]

  • Pseudopodospermum hispanicum subsp. hispanicum: il fusto è ramoso verso l'apice; le foglie non sono dimorfiche, quelle inferiori hanno delle forme lineari-spatolate (dimensioni delle foglie: larghezza 2 -5 cm; lunghezza 20 - 35 cm), mentre le superiori sono progressivamente ristrette; l'habitat tipico sono gl'incolti, le vigne e i pendii aridi; in Italia si trova solo al Nord e in parte al Centro fino a quote tra 0 e 1.900 m s.l.m. (è l'entità descritta principalmente).
  • Pseudopodospermum hispanicum subsp. neapolitanum (Grande) Bartolucci, Galasso & F.Conti (Basionimo: Scorzonera neapolitana Grande) - Scrozonera a foglie di Plantago: si trova solo in Italia al sud in habitat tipici delle boscaglie aride fino ad una altezza di 600 m s.l.m. (è considerata specie endemica). Si distingue per una minore altezza (20 - 40 cm), il fusto è semplice, le foglie sono dimorfe (le basali sono riunite in rosetta con forme spatolato-acuminate [dimensioni: larghezza 1 - 1,2 cm; lunghezza 8 - 12 cm], mentre le foglie cauline sono ridottissime e più o meno squamiformi [dimensioni: larghezza 1 - 2 mm; lunghezza 25 - 50 mm]), le squame inferiori dell'involucro hanno una forma ovato-acuminata (dimensione: larghezza 4,5 mm; lunghezza 9 mm), quelle superiori sono larghe 4 - 5 mm e lunghe 20 - 22 mm, la corolla è lunga 30 mm e gli acheni sono lunghi 10 mm con pappo bianco candido si 10 - 12 mm. Fuori dall'Italia è presente in Libia.

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[2]

  • Myscolus hispanicus (L.) Endl.
  • Scorzonera hispanica L.

sottospecie hispanicum

  • Hieracium scorzonera E.H.L.Krause
  • Pseudopodospermum glastifolium (Willd.) Vasjukov & Saksonov
  • Scorzonera dentata Kit.
  • Scorzonera denticulata Lam.
  • Scorzonera edulis Moench
  • Scorzonera glastifolia Willd.
  • Scorzonera graminifolia Hoffm.
  • Scorzonera latibracteata Sennen & Elias
  • Scorzonera montana Mutel
  • Scorzonera sativa Gaterau

sottospecie neapolitanum

  • Scorzonera hispanica subsp. neapolitana (Grande) Greuter
  • Scorzonera hispanica subsp. trachysperma (Fiori) Maire & Weiller
  • Scorzonera neapolitana Grande
  • Scorzonera serrulata Viv.
  • Scorzonera trachysperma Günther ex Spreng.

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Nell'ambito delle "scorzonerine" le seguenti specie sono abbastanza simili a quella di questa voce (sono indicati alcuni caratteri più distintivi):

  • Takhtajaniantha austriaca (Willd.) Zaika, Sukhor. & N.Kilian (Scorzonera austriaca Willd. nella "Flora d'Italia"): il rizoma è provvisto di fibre; le foglie hanno una consistenza coriacea e sono glabrescenti; il pappo è biancastro.
  • Scorzonera aristata DC.: le squame inferiori dell'involucro sono più o meno aristate e ricoprono oltre la metà di quelle superiori; gli acheni, lunghi 7 - 11 mm, hanno le coste rugoso-tubercolate; il pappo è biancastro.
  • Gelasia hirsuta (Gouan) Zaika, Sukhor. & N.Kilian (Scorzonera hirsuta L. nella "Flora d'Italia"): tutta la pianta è ricoperta da peli contorti; gli acheni sono densamente pubescenti e lanosi; il pappo, bruno-rossastro, è lungo il doppio dell'achenio.
  • Gelasia villosa (Scop.) Cass. (Scorzonera villosa Scop. nella "Flora d'Italia"): il capolino è lievemente più piccolo; le foglie sono ricoperte da peli biancastri; gli acheni hanno le coste spinulose; il pappo è bruno-rossastro.

Usi (Cucina)[modifica | modifica wikitesto]

Le radici eduli

La pianta di questa voce spesso è coltivata di proposito per le buone qualità eduli della sua radice, la cui polpa è soda, consistente e zuccherina. Contiene (oltre all'inulina già citata) anche "mannitolo" e "levulina". Nel dettaglio la composizione della scorzonera è la seguente:[6]

Composto Percentuale
Acqua 80,4
Materie proteiche 1
Grassi 0,5
Ceneri 1
Sostanze idrocarbonate 12,6
Cellulosa 2,3
Zuccheri 2,2


Oltre alle radici, per scopi alimentari vengono usate le foglie e i fiori. Le radici in genere si raccolgono alla fine del primo anno di crescita (prima che induriscano troppo, si può attendere al massimo un altro anno). Le foglie e i giovani germogli, invece, si consumano in primavera in insalata.[28]

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

La "scorzonera di Spagna" in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Garten-Schwarzwurzel, Spanische Schwarzwurzel
  • (FR) Scorsonère d'Espagne (ortografia vecchia: Scorzonère d'Espagne)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  3. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  4. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 gennaio 2013.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 gennaio 2013.
  6. ^ a b c Motta 1960, Vol. 3 - pag. 677.
  7. ^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 2 dicembre 2021.
  8. ^ a b c Pignatti 2018, Vol. 3 - pag. 1053.
  9. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  10. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  11. ^ Judd 2007, pag.517.
  12. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 198.
  13. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 346.
  14. ^ a b Zaika et al. 2020, pag.
  15. ^ a b eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato l'11 gennaio 2013.
  16. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 12.
  17. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  18. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  19. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  20. ^ Judd 2007, pag. 523.
  21. ^ Conti et al. 2005, pag. 161.
  22. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 642.
  23. ^ Global Compositae Checklist [collegamento interrotto], su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato l'11 gennaio 2013.
  24. ^ a b c Prodromo della vegetazione italiana, su prodromo-vegetazione-italia.org. URL consultato l'11 gennaio 2016.
  25. ^ Judd 2007, pag. 520.
  26. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  27. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  28. ^ Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato l'11 gennaio 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]