Proculo Verginio Tricosto Rutilo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Proculo Virginio Tricosto Rutilo)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Proculo Verginio Tricosto Rutilo
Console della Repubblica romana
Nome originaleProculus Verginius Tricostus Rutilus
FigliTito Verginio Tricosto Rutilo

Aulo Verginio Tricosto Rutilo

GensVerginia
Consolato486 a.C.

Proculo Verginio Tricosto Rutilo, in latino Proculus Verginius Tricostus Rutilus (... – ...; fl. V secolo a.C.), è stato un politico e militare romano del V secolo a.C.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Proculo Verginio apparteneva al ramo Tricosto della nobile gens Verginia, un'antica gens patrizia dell'antica Roma. Era il padre di Tito Verginio Tricosto Rutilo, console nel 479 a.C. e di Aulo Verginio Tricosto Rutilo console nel 476 a.C.

Proculo Verginio venne eletto console nel 486 a.C. insieme a Spurio Cassio Vecellino, che era al suo terzo mandato.[1]

Durante il suo consolato fu alla testa dell'esercito in guerra contro gli Equi, che si erano rifugiati nelle loro città fortificate, ne devastò le terre senza incontrare resistenza e ritornò infine in patria.[1]

Nel frattempo il collega Spurio Cassio, sconfitti gli Ernici, con un trattato annesse a Roma i due terzi del loro territorio e propose di distribuirlo, insieme a parte delle terre demaniali detenute abusivamente dalla gente patrizia, ai Latini e ai plebei.[2]

Proculo Verginio fu uno dei più forti oppositori alla proposte di legge del collega console Cassio, la lex Cassia agraria, per la quale le terre del demanio pubblico di Roma, andassero divise tra i cittadini di Roma, e quelli degli alleati Latini ed Ernici[3].

Proculo Verginio fu il console che consacrò il tempio della Fortuna Muliebre, eretto a ricordo della delegazione di donne che convinse Coriolano a desistere dalla guerra contro Roma[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dionigi, Antichità romane, VIII, 68.
  2. ^ Livio, Ab urbe condita libri, II, 41, 1-2.
  3. ^ Dionigi, Antichità romane, VIII, 70-76.
  4. ^ Dionigi, Antichità romane, VIII, 55.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Fasti consulares Successore
Tito Sicinio Sabino
e
Gaio Aquillio Tusco
486 a.C.
con Spurio Cassio Vecellino III
Servio Cornelio Maluginense
e
Quinto Fabio Vibulano I