Prima comunione (film)

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Prima comunione
Aldo Fabrizi e Gaby Morlay in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1950
Durata90 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generecommedia, drammatico
RegiaAlessandro Blasetti
SoggettoCesare Zavattini
SceneggiaturaAlessandro Blasetti, Cesare Zavattini
ProduttoreSalvo D'Angelo
Casa di produzioneUniversalia (Roma), Franco London Film (Parigi)
Distribuzione in italianoMinerva Film
FotografiaMario Craveri
MontaggioMario Serandrei
MusicheAlessandro Cicognini
ScenografiaVeniero Colasanti
CostumiVeniero Colasanti
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Prima comunione è un film del 1950 diretto da Alessandro Blasetti e interpretato da Aldo Fabrizi.

Il film, che tocca sia momenti ilari che amari, è caratterizzato dalla notevole interpretazione di Fabrizi, capace di passare con disinvoltura da momenti comici a drammatici; per l'interpretazione ricevette un Nastro d'argento quale migliore attore protagonista.

Prima comunione è stato poi inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.[1][2][3][4] Viene considerato una delle migliori commedie del cinema italiano.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il regista Alessandro Blasetti sul set del film nel 1951

È Pasqua: la figlia di 8 anni del signor Carloni, proprietario di una ricca pasticceria nel centro di Roma, deve fare la prima comunione; tuttavia, quando una mattina si sveglia, l'uomo scopre che l'abito non è ancora arrivato, e decide così di andare lui stesso a cercare dalla sarta a casa sua per ritirare il vestito, con la sua nuova automobile (che sa guidare a malapena).

Infatti durante il viaggio prima prende una multa, poi finalmente arriva a casa della sarta e ritira il vestito: però, non appena sistema molto minuziosamente l'abito da festa nell'auto, scopre che questa è guasta, e di conseguenza il ritorno a casa diventerà un'impresa, tra taxi soffiati con un fischio, autobus strapieni e liti con tutti. In particolare, dopo la più violenta di queste, Carloni lascia il vestito ad uno zoppo per poter avere le mani libere: comincia così una rissa al termine della quale lo zoppo si scopre sparito nel nulla.

Carloni cerca in tutti i modi di rintracciarlo, credendo che questi gli abbia rubato il vestito, ma è tutto inutile: così egli ritorna a casa, dove lo attendono un cliente scontento della sorpresa trovata in un dolce comprato nella sua pasticceria, la figlia disperata vedendo la sua festa andare a monte, e la moglie irata a morte con lui.

Fortunatamente la bella vicina di casa, che Carloni si sogna di sedurre, offre un suo abito in tessuto del modello da prima comunione, che però sarebbe prima da adattare. Occorre quindi ancora del tempo, e a Carloni non resta che cercare di convincere il parroco a ritardare di un po' la cerimonia; il prete concede una piccola dilazione, ma rimprovera comunque Carloni accusandolo di non essere credente e di non vederlo mai a messa.

Quando tutto ormai sembra perduto arriva lo zoppo, che ha letto l'indirizzo sull'etichetta dell'abito, e la cerimonia può finalmente avere inizio: perciò la moglie smette di odiare Carloni, così come la figlioletta smette di piangere.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

La voce narrante del film è di Alberto Sordi.[5]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo principale delle riprese, così come dell'ambientazione della vicenda, è Roma: in particolare, la chiesa dove viene finalmente celebrata la famosa "prima comunione" è l'antica chiesa dei Santi Domenico e Sisto; sono anche visibili nel film Piazza Bologna e Corso Trieste.[6]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film uscì nelle sale cinematografiche italiane il 29 settembre 1950, mentre in Francia dal 15 dicembre seguente.[7]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film incassò soltanto in Italia, fino al 31 marzo 1959, esattamente 222.402.366 lire (con il prezzo del biglietto che ne valeva appena 25).

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Gianni Rondolino, per il Catalogo Bolaffi, nella stagione cinematografica 1945/1955, scrisse, a proposito del film:

Una storia esemplare alla maniera di Zavattini, autore del soggetto, con fatti e fattarelli della vita quotidiana che assumono carattere di simboli della nostra società, personaggi e macchiette che sintetizzano in pochi tratti taluni aspetti del nostro vivere in comune, fornisce la materia prima per un film che Blasetti ha condotto con grazia e leggerezza, stile bonario e ironia, ricordandosi di 4 passi tra le nuvole».

Il Morandini scrisse invece della commedia, apprezzandola molto:

Un vestito da prima comunione deve giungere in tempo a casa del commendator Carloni. Visto il grave ritardo, lo stesso Carloni va a prenderlo dalla sarta. Nel ritorno a casa una serie di imprevisti aggrava la situazione. Appello alla bontà e alla solidarietà in forma di satira dei vizi borghesi, è una commedia ad alta velocità e a coinvolgente ritmo di balletto![8]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cento film e un'Italia da non dimenticare
  2. ^ Ecco i cento film italiani da salvare Corriere della Sera
  3. ^ Copia archiviata, su cinegiornalisti.com. URL consultato il 6 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  4. ^ Rete degli Spettatori.
  5. ^ www.davinotti.com, https://www.davinotti.com/film/prima-comunione/12349. URL consultato il 17 novembre 2022.
  6. ^ www.davinotti.com, https://www.davinotti.com/forum/location-verificate/prima-comunione/50012349. URL consultato il 17 novembre 2022.
  7. ^ a b Prima comunione - Film 1950, su Movieplayer.it. URL consultato il 17 novembre 2022.
  8. ^ MYmovies.it, Prima comunione, su MYmovies.it. URL consultato il 17 novembre 2022.
  9. ^ Prima comunione - Film (1950), su ComingSoon.it. URL consultato il 17 novembre 2022.
  10. ^ piccolabiblioteca, Un invito per l'apertura del Cinema Valentino ad Avezzano, su Piccola biblioteca marsicana, 24 novembre 2019. URL consultato il 17 novembre 2022.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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