Nel 1910 il campionato cominciò ad allargare i suoi confini, dato che la Federazione accolse le richieste di adesione delle tre principali formazioni venete e del Bologna. Sussistendo però forti problemi logistici e finanziari legati alla lunghezza delle trasferte che avrebbero dovuto svolgersi, e nutrendo soprattutto gli organi federali fortissimi dubbi sulla consistenza sportiva delle quattro compagini, sistematicamente sconfitte in maniera pesante nelle amichevoli contro le formazioni del Triangolo industriale, la Federazione decise di confinarle in un girone a sé stante, la cui vincitrice avrebbe sfidato in una finalissima la vincitrice del torneo maggiore nordoccidentale. La soluzione non permise certo la crescita del calcio in Veneto e in Emilia, tant'è che il torneo veneto-emiliano fu del tutto secondario e laterale rispetto al vero campionato che restava quello riservato alle società nordoccidentali. Si pensi che La Stampa e La Stampa Sportiva trattarono nelle cronache settimanali del campionato italiano di calcio 1910-1911 il girone veneto-emiliano come se fosse un campionato di Seconda Categoria, mentre al contrario il girone ligure-lombardo-piemontese venne raccontato come se fosse il girone unico di Prima Categoria, esattamente come la stagione precedente, a conferma di come la stampa dell'epoca percepisse la sezione ligure-lombardo-piemontese come il "torneo maggiore".[2] La stessa federazione nell'articolo 6 del proprio regolamento, entrato in vigore nel 1909-1910, attribuiva ai campionati della prima sezione (Italia Nord-Occidentale) un'importanza maggiore rispetto alle altre sezioni, attribuendo ai vincitori di essa le Coppe Challenge che rappresentavano di fatto il titolo nazionale. Per dare ai vincitori dei campionati delle altre sezioni la possibilità almeno teorica di vincere il titolo nazionale, la FIGC tuttavia aggiunse nel regolamento una postilla secondo la quale, nel caso si fosse giocata una fase nazionale tra i vincitori delle singole sezioni a cui avesse preso parte anche il vincitore della prima sezione (il torneo maggiore), il titolo di Campione d'Italia sarebbe passato dal vincitore della prima sezione al vincitore del torneo intersezionale (che di fatto risultò essere sempre il vincitore del torneo maggiore). Con l'introduzione dei campionati della II sezione (Italia Nord-Orientale) anche per la Prima Categoria, il vincitore del campionato della I sezione (Italia Nord-Occidentale) dovette ratificare il titolo nazionale conquistato vincendo il torneo nord-occidentale disputando una finalissima contro il campione nord-orientale, finalissima che tuttavia rimaneva una formalità a causa della disparità di livelli in gioco.
Nonostante le intenzioni della FIGC, anche quest'anno il campionato del Triangolo industriale rimase zoppo. Se il quotato Piemonte, trovati nuovi finanziatori, aveva superato le titubanze dell'anno prima prendendo il posto della dissestata Ausonia, il vuoto causato dal ritiro dei campioni riserve della Libertas non venne colmato per volontà della stessa Federazione che aveva precedentemente rifiutato di accogliere il Casale, adducendo una supposta impreparazione tecnica dei nerostellati per non sforare il programmato organigramma a dieci squadre.[3] La novità fu, però, il calendario travagliato, anche a causa delle abbondanti nevicate dell'inverno 1911 che causarono il rinvio in blocco di intere giornate, che a fine stagione persero di interesse;[4] non mancarono inoltre alcune partite decise a tavolino, alcune per forfait, altre a causa dell'irregolare tesseramento di alcuni giocatori, tra cui spiccò il caso dell'inglese Harold Swift. Secondo il regolamento dell'epoca, alle squadre che dichiaravano forfait era assegnata la sconfitta a tavolino per 2-0 (articolo 8), alle squadre che invece schieravano in campo giocatori in posizione irregolare era invece assegnata la sconfitta a tavolino per 1-0 (articolo 11 del Regolamento Campionati in vigore dal 1909-1910).[5]
Formula
Due gironi interregionali seguiti da una finale nazionale.
Avvenimenti
La Pro Vercelli, scottata dal controverso e polemico esito sfavorevole del campionato precedente, partì a spron battuto per riscattarsi e ottenere il successo finale. Non riuscì mai a contrastarla l'Inter, che uscì ben presto di scena in una stagione per lei assai deludente. Unica inseguitrice restò l'altra grande formazione milanese, il Milan, trascinato dai gol del suo bomber, il belga Louis Van Hege. Tuttavia alcuni clamorosi passi falsi casalinghi, in specie contro la Milanese e l'Andrea Doria, impedirono ai rossoneri di impensierire seriamente i Leoni vercellesi, che non ebbero poi alcuna difficoltà a liberarsi del Vicenza rappresentante del girone orientale, tanto che i giornali assegnarono loro il titolo già prima della doppia sfida coi veneti.[6]
^Le qualifiche erano gestite dai Comitati Regionali (che designavano anche gli arbitri) su delega della FIGC. I Comitati delegati furono il C.R. Piemontese (perché quello Lombardo non esisteva) e il C.R. Veneto-Emiliano.
^Come si può notare su "La Stampa sportiva" del 5 febbraio 1911Archiviato il 30 giugno 2015 in Internet Archive. e nei numeri successivi, La Stampa sportiva inserisce erroneamente nel paragrafo Seconda Categoria gli incontri del girone Veneto-Emiliano di Prima Categoria, mentre nel paragrafo "Prima Categoria" sono inseriti unicamente i risultati e la classifica del girone unico nord-occidentale al quale partecipavano le società maggiori. Lo stesso errore è presente anche in La Stampa, anche perché ovviamente La Stampa Sportiva era un inserto settimanale de La Stampa.
^abcdIl "Regolamento Campionati", pubblicato dalla "Lettura Sportiva" di Milano il 23 agosto 1909 e ripubblicato integralmente dal libro "Azzurri 1990" edito a Milano dalla FIGC e Biblioteca Nazionale Braidense e dal libro di Carlo Fontanelli "Un gioco da ragazzi - I campionati italiani della stagione 1909-10" a pag. 16, stabilì con l'articolo 11 che " ... Se una squadra fa giuocare in gare di campionato un giuocatore non classificato ( = non tesserato ), perderà il beneficio di due punti se ha vinto e questi andranno a vantaggio dell'avversario per uno a zero. ".
^abPer rinuncia, o come scrivevano i giornali all'epoca per "forfait".
^Per delibera del C.R. Veneto-Emiliano che annullava il risultato Vicenza-Venezia 1-2 conseguito sul campo.
^Per delibera del C.R. Veneto-Emiliano che annullava il risultato Venezia-Hellas 2-2 conseguito sul campo.
^I minuti delle marcature sono stati tratti dalla cronaca del Corriere della sera del 12 giugno 1911. Per il Corinti, invece, Milano segnò al 5', mentre Rampini segnò al 25' e al 55'.