Premio Pulitzer per il miglior articolo

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Il premio Pulitzer per il miglior articolo (Pulitzer Prize for Feature Writing) è uno dei quattordici premi Pulitzer per il giornalismo che vengono conferiti ogni anno in America. Viene assegnato a un giornale o a un sito di notizie online che si sia distinto per aver fornito un meritorio servizio pubblico attraverso editoriali, fumetti, fotografie, grafica, video o altro materiale presentato stampato e/o online.

Il premio Pulitzer per il miglior articolo viene assegnato a partire dal 1979[1] per un articolo che si sia distinto per qualità di scrittura e originalità.[2]

Albo d'oro[modifica | modifica wikitesto]

Anni 1970[modifica | modifica wikitesto]

Anni 1980[modifica | modifica wikitesto]

  • 1980: Madeleine Blais, Miami Herald, per Zepp's Last Stand.[3]
  • 1981: Teresa Carpenter, Village Voice, per Death of a Playmate, il racconto della morte della modella e attrice Dorothy Stratten.[4] (Il premio era stato inizialmente dato a Janet Cooke del The Washington Post, in seguito squalificata dato che la sua storia su di un ragazzino di 8 anni eroinomane è risultata falsa)[5][6]
  • 1982: Saul Pett, Associated Press, per un articolo sulla burocrazia federale
  • 1983: Nan C. Robertson, The New York Times, per Toxic Shock, memorabile racconto della sua esperienza con la sindrome da shock tossico[7]
  • 1984: Peter Mark Rinearson, The Seattle Times, per Making It Fly, su sviluppo, fabbricazione e commercializzaxione dell'allora nuovo Boeing 757[8]
  • 1985: Alice Steinbach, The Baltimore Sun, per il suo racconto del mondo di un ragazzino cieco, A Boy of Unusual Vision.
  • 1986: John Camp, St. Paul Pioneer Press and Dispatch, per Life on the Land, la sua serie in 5 parti sulla vita di una famiglia di agricoltori americani alle prese con la peggiore crisi agricola degli Stati Uniti dai tempi della Grande depressione[9]
  • 1987: Steve Twomey, The Philadelphia Inquirer, per il suo articolo sulla vita a bordo di una portaerei
  • 1988: Jacqui Banaszynski, St. Paul Pioneer Press and Dispatch, per la sua serie su vita e morte di una vittima dell'AIDS in una zona rurale
  • 1989: David Zucchino, The Philadelphia Inquirer, per la sua serie Being Black in Sudafrica

Anni 1990[modifica | modifica wikitesto]

  • 1990: Dave Curtin, Colorado Springs Gazette Telegraph, per il suo racconto di una famiglia i cui membri sono stati coinvolti in un'esplosione domestica
  • 1991: Sheryl James, St. Petersburg Times, per una serie su una madre che ha abbandonato il suo neonato
  • 1992: Howell Raines, The New York Times, per Grady's Gift, un racconto della sua amicizia da bambino con il custode di colore della casa di famiglia, e delle lezioni che ne ha tratto[10]
  • 1993: George Lardner Jr., The Washington Post, per il racconto dell'omicidio di sua figlia da parte di un violento sfuggito tra le maglie della giustizia
  • 1994: Isabel Wilkerson, The New York Times, per il suo ritratto di uno studente delle elementari della zona sud di Chicago e per due storie sull'allagamento del Midwest del 1993
  • 1995: Ron Suskind, The Wall Street Journal, per le sue storie sugli studenti d'onore a Washington, D.C., che sono state poi inserite nel suo libro "A Hope in the Unseen"
  • 1996: Rick Bragg, The New York Times, per le sue storie eleganti sull'America di oggi
  • 1997: Lisa Pollak, The Baltimore Sun, per il suo ritratto di un arbitro di baseball che, dopo la perdita di un figlio per una malattia genetica, scopre che un altro figlio soffre della stessa malattia
  • 1998: Thomas French, St. Petersburg Times, per il suo ritratto di una madre e due figlie uccise in Florida durante una vacanza, e dell'indagine di tre anni che ne è seguita
  • 1999: Angelo B. Henderson, The Wall Street Journal, per il suo ritratto di un farmacista spinto all'uso della violenza dopo aver subito rapine a mano armata

Anni 2000[modifica | modifica wikitesto]

  • 2000: J.R. Moehringer, Los Angeles Times, per Crossing Over, il suo ritratto di Gee's Bend, Alabama, una comunità che vive isolata in mezzo a un fiume composta da discendenti da antichi schiavi, e che il progetto di un traghetto di collegamento alla terraferma potrebbe cambiare per sempre[11]
  • 2001: Tom Hallman, Jr., The Oregonian (Portland, Oregon), per il suo ritratto di un quattordicenne sfigurato che sceglie un intervento chirurgico molto rischioso per riuscire a migliorare il suo aspetto
  • 2002: Barry Siegel, Los Angeles Times, per A Father's Pain, a Judge's Duty, and a Justice Beyond Their Reach, il suo ritratto di un uomo processato per negligenza per la morte di suo figlio[12]
  • 2003: Sonia Nazario, Los Angeles Times, per Enrique's Journey, la sua storia su un ragazzo dell'Honduras alla ricerca della madre emigrata negli Stati Uniti[13]
  • 2004: premio non assegnato
  • 2005: Julia Keller, Chicago Tribune, per la sua ricostruzione del mortale tornado che ha distrutto North Utica, Illinois
  • 2006: Jim Sheeler, Rocky Mountain News, per la sua storia su un maggiore dei Marines che aiuta le famiglie dei compagni morti nella Guerra in Iraq a gestire la loro perdita e onorare il loro sacrificio
  • 2007: Andrea Elliott, The New York Times, per Muslims in America Series, il suo ritratto di un immigrato imam che cerca di servire i suoi fedeli in America
  • 2008: Gene Weingarten, The Washington Post, per Pearls Before Breakfast, la sua cronaca di un violinista fuori classe che, come esperimento, suona bellissima musica in una stazione del metrò per i pendolari distratti[14]
  • 2009: Lane DeGregory, St. Petersburg Times, per The Girl in the Window, la sua storia di una bambina abbandonata, trovata in una stanza infestata dagli scarafaggi e incapace di parlare o nutrirsi da sola, che è stata in seguito adottata da una nuova famiglia decisa a occuparsene[15]

Anni 2010[modifica | modifica wikitesto]

  • 2010: Gene Weingarten, The Washington Post, per Fatal Distraction: Forgetting a Child in the Backseat of a Car Is a Horrifying Mistake. Is It a Crime?, la sua storia di diversi genitori, di diverse estrazioni, che hanno accidentalmente ucciso i loro figli dimenticandoseli nell'auto[16]
  • 2011: Amy Ellis Nutt, Newark Star-Ledger, per The Wreck of the Lady Mary, il suo resoconto sul misterioso affondamento nell'Atlantico di un peschereccio che ha causato l'annegamento di sei persone[17]
  • 2012: Eli Sanders, The Stranger (Seattle) per The Bravest Woman in Seattle, la storia di una donna sopravvissuta a un'aggressione costata la vita al suo partner[18]
  • 2013: John Branch, The New York Times, per Snow Fall, il resoconto di alcuni sciatori travolti da una valanga[19]
  • 2014: premio non assegnato
  • 2015: Diana Marcum, Los Angeles Times per Scenes from California's Dust Bowl, il suo racconto dalla California Central Valley e i suoi ritratti di vite colpite dalla siccità[20]
  • 2016: Kathryn Schulz, The New Yorker per The Really Big One, un'elegante narrazione scientifica della rottura della faglia di Cascadia[21]
  • 2017: C. J. Chivers, The New York Times per The Fighter, il suo racconto di un Marine che scivola nella violenza[22]
  • 2018: Rachel Kaadzi Ghansah, GQ per A Most American Terrorist: The Making of Dylann Roof, un indimenticabile ritratto dell'assassino Dylann Roof[23]
  • 2019: Hannah Dreier, ProPublica, per A Betrayal[24], He Drew His School Mascot - and ICE Labeled Him a Gang Member[25] e The Disappeared[26], una serie di narrazioni sugli immigrati salvadoregni a Long Island (New York)

Anni 2020[modifica | modifica wikitesto]

  • 2020: Ben Taub, The New Yorker per Guantánamo's Darkest Secret, su un uomo che è stato rapito, torturato e privato della sua libertà per più di un decennio presso la struttura di detenzione di Guantanamo Bay[27]
  • 2021: Mitchell S. Jackson, collaboratore freelance per Runner's World, per Twelve Minutes and a Life, un resoconto sull'uccisione di Ahmaud Arbery ed il razzismo sistemico in America, e Nadja Drost, collaboratrice freelance per The California Sunday Magazine, per When can we really rest?[28], sul viaggio di un gruppo a piedi attraverso il Darién Gap, una delle rotte migratorie più pericolose al mondo
  • 2022: Jennifer Senior, The Atlantic, per Twenty Years Gone, la storia di una famiglia che da vent'anni continua a fare i conti con gli attentati dell'11 settembre 2001[29]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Feature Writing, su pulitzer.org. URL consultato il 22 febbraio 2018.
  2. ^ Feature Writing, su The Pulitzer Prizes. URL consultato il 22 febbraio 2018.
  3. ^ (EN) Zepp's Last Stand by Madeleine Blais, su Longform, gennaio 1979. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  4. ^ (EN) Teresa Carpenter, Death of a Playmate, su The Village Voice, 14 febbraio 2020. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  5. ^ (EN) Mike Sager, The fabulist who changed journalism, su Columbia Journalism Review, 1º giugno 2016. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  6. ^ (EN) Janet Cooke And The Story That Never Happened, su WAMU, 3 settembre 2020. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  7. ^ (EN) Nan Robertson, TOXIC SHOCK, in The New York Times, 19 settembre 1982. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  8. ^ (EN) The Seattle Times: Making It Fly, su web.archive.org, 4 febbraio 2018. URL consultato il 13 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2018).
  9. ^ (EN) John Camp, Life on the Land: An American Farm Family by John Camp, su Longform, maggio-dicembre 1985. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  10. ^ (EN) Howell Raines, Grady's Gift, in The New York Times, 1º dicembre 1991. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  11. ^ (EN) J. r Moehringer, Crossing Over, su Los Angeles Times, 22 agosto 1999. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  12. ^ (EN) Barry Siegel, A Father's Pain, a Judge's Duty, and a Justice Beyond Their Reach, su Los Angeles Times, 30 dicembre 2001. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  13. ^ (EN) Enrique's Journey | A six-part Times series, su Los Angeles Times, 16 luglio 2014. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  14. ^ (EN) Gene Weingarten, Pearls Before Breakfast: Can one of the nation’s great musicians cut through the fog of a D.C. rush hour? Let’s find out., in Washington Post, 16 agosto 2023. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  15. ^ (EN) The girl in the window - St. Petersburg Times, su web.archive.org, 5 agosto 2008. URL consultato il 13 gennaio 2024 (archiviato dall'url originale il 5 agosto 2008).
  16. ^ (EN) Gene Weingarten, Fatal Distraction: Forgetting a Child in the Backseat of a Car Is a Horrifying Mistake. Is It a Crime?, in Washington Post, 16 agosto 2023. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  17. ^ (EN) Amy Ellis Nutt, The Wreck of the Lady Mary: Chapter 1 - Mystery shrouds fatal scallop boat sinking, su Newark Star-Ledger, 21 novembre 2010. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  18. ^ (EN) Eli Sanders, The Bravest Woman in Seattle, su The Stranger, 15 giugno 2011. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  19. ^ (EN) John Branch, Snow Fall: The Avalanche at Tunnel Creek, in The New York Times, 2012-12. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  20. ^ (EN) Diana Marcum, Scenes from California's Dust Bowl, su Los Angeles Times, 10 dicembre 2014. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  21. ^ (EN) Kathryn Schulz, The Earthquake That Will Devastate the Pacific Northwest, in The New Yorker, 13 luglio 2015. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  22. ^ (EN) C. J. Chivers, The Fighter, in The New York Times, 28 dicembre 2016. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  23. ^ (EN) Rachel Kaadzi Ghansah, A Most American Terrorist: The Making Of Dylann Roof, su GQ, 21 agosto 2017. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  24. ^ (EN) Hannah Dreier, A Betrayal, su ProPublica, 2 aprile 2018. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  25. ^ (EN) Hannah Dreier, He Drew His School Mascot — and ICE Labeled Him a Gang Member, su ProPublica, 27 dicembre 2018. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  26. ^ (EN) Hannah Dreier, The Disappeared, su ProPublica, 20 settembre 2018. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  27. ^ (EN) Ben Taub, Guantánamo’s Darkest Secret, in The New Yorker, 15 aprile 2019. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  28. ^ (EN) Traversing the Darien Gap, the Longest Walk to America, su The California Sunday Magazine, 2 aprile 2020. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  29. ^ (EN) Jennifer Senior, What Bobby McIlvaine Left Behind, su The Atlantic, 9 agosto 2021. URL consultato il 13 gennaio 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]