Porta di Damasco
Porta di Damasco Bab al-ʿAmud, Sha'ar Sh'khem Mura di Gerusalemme | |
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Stato | ![]() |
Stato attuale | ![]() ![]() |
Regione | Distretto di Gerusalemme |
Città | Gerusalemme |
Coordinate | 31°46′53.9″N 35°13′49.8″E / 31.781639°N 35.2305°E |
Informazioni generali | |
Costruzione | 1537 d.C.-1537 d.C. |
Costruttore | Solimano il Magnifico |
Materiale | pietra |
Condizione attuale | conservato e restaurato |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | Porta cittadina |
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La Porta di Damasco (in arabo باب العامود?, Bab al-ʿAmud, in ebraico שער שכם?, Sha'ar Sh'khem) è una delle entrate principali alla Città Vecchia di Gerusalemme[2]. Si trova nella parte nord-ovest delle mura presso la strada che conduce a Nablus e da lì, in passato, alla capitale della Siria, Damasco. In ebraico si chiama Sha'ar Shkhem (in ebraico שער שכם?) che significa Porta di Shechem, o Porta di Nablus[2]. In arabo è Bab al-Nasr (in arabo باب النصر?) "porta della vittoria" e Bab al-Amud (in arabo باب العامود?) "porta della colonna"[2].
Storia[modifica | modifica wikitesto]


L'aspetto attuale della porta risale al 1537, realizzato sotto il governo di Solimano il Magnifico, sultano dell'Impero ottomano[2]. Sotto la facciata attuale resistono i resti della precedente porta che risale almeno al II secolo al tempo dell'imperatore romano Adriano[2]. Di fronte alla porta si trovava una colonna romana con sopra l'immagine dell'imperatore Adriano, come raffigurato nella Mappa di Terrasanta nella Chiesa di San Giorgio a Madaba in Giordania risalente al VI secolo[2]. Questo dettaglio viene preservato nel nome arabo Bab el-Amud, che significa "porta della colonna"[2][3]. Nell'architrave, risalente anch'essa al II secolo, è inscritto il nome romano della città, Aelia Capitolina[2]. Adriano espanse notevolmente la porta che servì come entrata principale durante il regno di Agrippa I.
Una delle otto porte ricostruite nel X secolo, la Porta di Damasco è l'unica ad aver mantenuto il proprio nome[3]. I crociati la chiamarono Porta di Santo Stefano (in latino: Porta Sancti Stephani), evidenziando la sua vicinanza al sito dove avvenne il martirio di Santo Stefano, contrassegnato fin dai tempi di Elia Eudocia da una chiesa ed un monastero.
Architettura[modifica | modifica wikitesto]
La porta si trova al limitare del quartiere arabo, vicino al suo mercato. È fiancheggiata da due torri, entrambe provviste di caditoie. Fino al 1967, una torre merlata era presente sopra la porta, ma fu danneggiata durante i combattimenti della Guerra dei sei giorni. Nell'agosto 2011, Israele restaurò la torre[4], con l'aiuto di alcune fotografie dell'inizio del XX secolo quando Gerusalemme era sotto il controllo britannico. Undici ancoraggi agganciano la torre al muro, e quattro lastre di pietra costituiscono la merlatura. Appena sotto l'attuale, si trovano i resti di una porta più antica, che si stima risalire al I secolo o al II secolo[5].
Presso la porta di Damasco è presente una scalinata che permette di scendere dal camminamento posto sopra le mura che inizia alla Porta di Giaffa.

Sicurezza[modifica | modifica wikitesto]
Nel corso degli anni numerosi incidenti e scontri sono avvenuti nei pressi della porta di Damasco tra israeliani e palestinesi[6]. Ciò è dovuto al fatto che la porta, oltre ad essere la più importante ed affollata della città, si trova in una posizione particolare. È l'entrata più vicina al mercato arabo ed un facile accesso per la Moschea al-Aqsa[6]. È inoltre utilizzata dagli ebrei ortodossi per raggiungere il Muro Occidentale. Per queste ragioni le forze dell'ordine sono spesso presenti nella zona, soprattutto durante le festività ebraiche.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Gerusalemme Est è amministrata de facto da Israele nonostante la maggioranza degli stati dell'ONU non la riconosca come appartenente a tale stato.
- ^ a b c d e f g h Berrett, pp. 61-62.
- ^ a b Margoliouth, p. 329.
- ^ (EN) Conservation of the Damascus Gate, su antiquities.org.il. URL consultato il 30 giugno 2017.
- ^ Bahat, pp. 223-235.
- ^ a b (EN) How Damascus Gate became the symbol of the intifada, in Al monitor. URL consultato il 30 giugno 2017.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Lamar C. Berrett, Discovering the World of the Bible, 3ª ed., Cedar Fort, 1996, ISBN 978-0-910523-52-3.
- (EN) David S. Margoliouth, Cairo, Jerusalem & Damascus: Three Chief Cities of the Egyptian Sultans, Cosimo, Inc., 2010, ISBN 978-1-61640-065-1.
- (EN) Dan Bahat, Architectural and Chronological Aspects of the Ancient Damascus Gate Area, in Israel Exploration Journal, vol. 48, n. 3/4, 1998. URL consultato il 30 giugno 2017.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Città Vecchia di Gerusalemme
- Gerusalemme
- Porta d'Oro
- Porta di Giaffa
- Porta dei Leoni
- Porta del Letame
- Porta di Sion
- Porta di Erode
- Porta Nuova
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Porta di Damasco
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) HD Virtual Tour of the Damascus Gate - December 2007 Archiviato il 27 novembre 2017 in Internet Archive.
- (EN) Holy Land Photos:"Damascus Gate"
- (EN) Israel Antiquities Authority
Controllo di autorità | GND (DE) 4727513-3 |
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