Porfirio

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Porfirio

Porfirio (in greco antico: Πορφύριος?, Porphýrios; Tiro, 233-234Roma, 305 circa) è stato un filosofo, teologo e astrologo romano, di origine fenicia. Seguace della dottrina neoplatonica, Porfirio fu allievo di Plotino e maestro di Giamblico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Originario della provincia romana di Siria, il suo nome, Porphyrios (rivestito della porpora) è la traduzione in greco del suo nome semitico Malcho (Rex in latino).[1] Sappiamo poco della sua vita: forse nacque nel villaggio di Batanea a sud di Tiro. Si formò alla scuola ateniese di Cassio Longino, trasferendosi a trent'anni a Roma dove frequentò gli ambienti senatoriali e dove conobbe Plotino, il quale, apprezzatene le qualità, gli chiese di correggere e riordinare i suoi scritti[2]. A lui si deve dunque la sistematizzazione e la pubblicazione degli scritti di Plotino - le Enneadi - e una sua biografia: Vita di Plotino. Ammalatosi di depressione e con propositi suicidi[3] fu invitato dal maestro a recarsi in Sicilia per favorirne la guarigione. Lì, nel 270, venne a conoscenza della morte di Plotino.

Sposò Marcella, anziana vedova e madre di sette figli, di cui apprezzò intelligenza e cultura. Dovendo allontanarsi dall'Italia per un viaggio in Grecia, le scrisse una lettera (Pròs Markéllan) con cui delineava le sue opinioni teologiche e filosofiche, esortandola a cercarvi conforto:

«Quattro principi fondamentali devono soprattutto valere per quanto riguarda Dio: fede, verità, amore, speranza. Bisogna infatti credere, perché l'unica salvezza è la conversione verso Dio: chi ha creduto deve quanto più è possibile impegnarsi a conoscere la verità su di lui; chi l'ha conosciuto amare colui che è stato conosciuto; chi l'ha amato, nutrire di buone speranze l'anima tutta la vita.»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Porfirio introdusse nel neoplatonismo un più accentuato misticismo e le pratiche ascetiche, introducendo anche elementi esoterici orientali in un orizzonte spiccatamente greco e platonico. La sua impostazione presenta inoltre una maggiore influenza aristotelica rispetto alla dottrina plotiniana, con un interesse eclettico alla filosofia, retorica, analisi dei miti, religione, matematica, astrologia e musica.

Di Porfirio sono pervenute numerose opere: le opere più prettamente commentativo-speculative, sono la già citata Vita di Plotino, le Sentenze, la Isagoge e il Commento alle Categorie di Aristotele[4], il Commento al De Interpretatione[5] o ancora il Commento al Parmenide e il Commento al Timeo. Porfirio scrisse anche un il Commento agli Armonikà di Tolomeo e il Commento sulla Tetrabiblos di Claudio Tolomeo, introducendo un sistema di calcolo della domificazione dei temi natali. Alla sua attività esegetica, applicata alla filologia, appartenevano opere tramandate in estratti negli scolii, come Sull'utilità di Omero ai sovrani in 10 libri, Sulla filosofia di Omero, Sullo Stige[6] e il trattato pervenuto Sull'antro delle Ninfe.

Ancora, di peculiare interesse è un trattato in favore del vegetarianismo ("Sull'astinenza dalle carni degli animali"), in cui affermò che il consumo di carne ed il sacrificio di animali sono uno sviluppo del cannibalismo e del sacrificio umano. Secondo Porfirio, fra uomo ed animale c'è piena continuità (entrambi possiedono ragione e linguaggio) ed è falso che Dio abbia creato gli animali per l'uomo; perciò, se gli uomini negano che gli animali siano dotati di ragione, è solo per soddisfare la loro ghiottoneria di carne.[7] Egli prese a modello la condotta di Pitagora, il quale, secondo la porfiriana Vita pitagorica, «tanto aborriva da uccisioni e uccisori, che non solo si asteneva dal mangiare esseri viventi, ma neppure si accostava a macellai e cacciatori»[8].

Opere dottrinario-discorsive erano Lettera a Marcella, la Lettera ad Anebo, la Vita di Pitagora, il Sulle immagini e il Sul ritorno dell'anima[9].

Lo stesso argomento in dettaglio: Contro i cristiani.

Nel tentativo di rivalutare il paganesimo contro l'espansione del Cristianesimo, compose un trattato Contro i cristiani, oltre a impostare una sorta di teologia pagana come nel perduto Sul "conosci te stesso" (in 4 libri)[10] e Sulla filosofia desunta dagli oracoli[11].

Infine, ugualmente in frammenti l'importante Historia Philosophica in 4 libri[12]ː dai frammenti si evidenzia una disposizione cronologica della filosofia greca, studiata fin dai primordi del pensiero, includendo, come le moderne storie, anche Omero ed Esiodo, e passando via via ai Sette Saggi, Talete, Anassagora, Ferecide di Siro, Pitagora (libro I), Empedocle e Gorgia, che con altri Presocratici trovavano posto probabilmente nel libro Il, Socrate (libro III), e infine Platone (libro IV). Interessante, per il successivo pensiero, è in particolare un passo [13] in cui Porfirio affermaː

«Le discipline encicliche sono propriamente le opere liriche che propriamente e da principio ebbero questo nome dal fatto che il coro lirico, il quale consta di cinquanta uomini stando in cerchio, recita i canti corali. Le discipline encicliche sono propriamente le opere liriche. Ma in un senso secondario e successivamente sono dette discipline encicliche il ciclo, il compimento di tutte le discipline, grammatica, retorica, la filosofia stessa, e inoltre delle quattro arti che sono poste sotto di essa: l'aritmetica, la musica e la geometria e quella che tende al cielo, la stessa astronomia.»

In tal modo, il filosofo consegnava alla cultura medievale la distinzione delle sette arti liberali tra Trivio e Quadrivio, oltre a tramandare in forma epitomata la logica aristotelica con la sua Isagoge.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Porfirio, Vita di Plotino, XVIIː "poiché io, Porfirio, avevo inoltre anche il nome Basilio, essendo chiamato, nell'idioma patrio [la lingua fenicia], Malco - tale era pure il nome di mio padre. Ora Malco significa 're': cioè Basileus (Basilio), se si vuol renderlo in lingua greca".
  2. ^ Porfirio Vita di Plotino e ordine dei suoi scritti VII, 42.
  3. ^ Porfirio, Vita di Plotino XI, 63.
  4. ^ Del Commento alle Categorie di Aristotele a Gedalio (in sette libri secondo Simplicio, in Cat., II 5-9) restano 30 frammenti citati da Simplicio.
  5. ^ Di cui restano 40 ampi frammenti, molti dei quali citati da Boezio nel suo De interpretatione.
  6. ^ Ne restano 9 ampi frammenti in Stobeo.
  7. ^ E. J. Mannucci, La cena di Pitagora, Roma, Carocci, 2008, pp. 27-29.
  8. ^ Pitagorici. Testimonianze e frammenti, a cura di M. Timpanaro Cardini, Firenze, La Nuova Italia, 1958, p. 47.
  9. ^ Delle opere perdute è stata pubblicata di recente un'edizione delle testimonianze in Andrew Smith (a cura di), Porphyrii Philosophi fragmenta. Fragmenta Arabica David Wasserstein interpretante, Berlino, Walter de Gruyter, 1993.
  10. ^ Ne restano tre lunghi frammenti in Stobeo.
  11. ^ Del I libro restano 21 ampi frammenti nella confutazione fattane da Eusebio di Cesarea nel IV libro della Preparazione evangelica, mentre 16 frammenti restano del II libro 10 del III (quest'ultimo citato sempre da Eusebio e da Agostino nel De civitate Dei).
  12. ^ Ricordata da Suda, IV 178,23 Adler, ne restano 31 frammenti. Si veda Porfirio, Storia della filosofia, Introduzione, traduzione, commento e note di Angelo Raffaele Sodano, Milano, Rusconi, 1997.
  13. ^ Fr. 23 Sodano, da Giovanni Tzetzes, Chiliadi, XI, 520-533 pp. 448-449 Leone.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Traduzioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • Vita di Plotino ed ordine dei suoi libri, Napoli, Macchiaroli, 1946.
  • Carmina, a cura di G. Polara, Torino, Paravia, 1974.
  • Discorsi contro i cristiani, a cura di C. Mutti, Collana Paganitas, Edizioni di AR, 1977
  • Lettera a Marcella, Genova, Il Basilisco, 1982.
  • Lettera ad Anebo, Genova, Il Basilisco, 1982.
  • L'antro delle ninfe, con testo greco a fronte. Introduzione, traduzione e commento di Laura Simonini, Milano, Adelphi, Milano 1986 ISBN 978-88-45-90654-1; Collana gli Adelphi, Adelphi, Milano, 2006 ISBN 978-88-45-92056-1
  • Commentario al "Parmenide" di Platone, Saggio introduttivo, testo con apparati critici e note di commento a cura di P. Hadot, trad. di G. Girgenti, Presentazione di G. Reale, Milano, Vita e Pensiero, 1993 ISBN 978-88-34-30545-4 (l'attribuzione a Porfirio è controversa [1])
  • Sentenze sugli intelligibili, Testo greco a fronte. Versione latina di Marsilio Ficino, a cura di Giuseppe Girgenti, Milano, Rusconi, 1997 ISBN 978-88-18-70133-3
  • Storia della filosofia, a cura di G. Girgenti, trad. di A. R. Sodano, Milano, Rusconi, 1997 ISBN 978-88-18-70190-6
  • Sentenze, a cura di S. Cuccia, Milano, CUECM, 1998.
  • Isagoge, Milano, Rusconi, Milano, 1995; ora in Isagoge. In appendice versione latina di Severino Boezio, a cura di Giuseppe Girgenti, Milano, Bompiani, 2004 ISBN 978-88-45-20337-4
  • Astinenza dagli animali, a cura di Giuseppe Girgenti e A. R. Sodano, Milano, Bompiani, 2005 ISBN 978-88-45-21107-2
  • Sullo Stige, a cura di C. Castelletti, Milano, Bompiani, 2006 ISBN 978-88-45-25711-7
  • Contro i cristiani, Nella raccolta di Adolf von Harnack con tutti i nuovi frammenti in appendice. A cura di Giuseppe Musolino. Presentazione di Giuseppe Girgenti. Testo latino, greco e tedesco a fronte (edizione integrale), Milano, Bompiani, 2009 ISBN 978-88-45-26227-2
  • Filosofia rivelata dagli oracoli, Con tutti i frammenti di magia, stregoneria, teosofia e teurgia. Testi greci e latini a fronte, Milano, Bompiani, 2011 ISBN 978-88-45-26924-0
  • Sui simulacri, a cura di M. Gabriele, Milano, Adelphi, 2012 ISBN 978-88-45-92654-9
  • Angelo Raffaele Sodano (a cura di), Vangelo di un Paganoː Lettera a Marcella. Contro Boeto sull'anima. Sul conosci te stesso. Vita di Porfirio di Eunapio. Testo greco a fronte, Bompiani, novembre 2006, XIV, 302, ISBN 9788845257810, OCLC 635635984.
  • Mathematikós. Introduzione al Trattato sugli effetti prodotti dalle stelle di Tolemeo e le testimonianze e i frammenti relativi alle opere di matematica e di geometria, a cura di Giuseppe Muscolino, ISBN 978-88-45-28380-2

Traduzioni inglesi[modifica | modifica wikitesto]

  • Porphyry's Introduction, traduzione e commento di Jonathan Barnes, Oxford, Oxford University Press, 2003.
  • Porphyry. On Aristotle's Categories, traduzione di Steven K. Strange, Ithaca, N.Y., Cornell University Press, 1992.
  • (EN) Kenneth Sylvan, List of works, su tertullian.org.
  • (EN) Traduzioni di alcune opere di Porfirio, su tertullian.org.

Studi recenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Girgenti, Porfirio negli ultimi cinquant'anni: bibliografia sistematica e ragionata della letteratura primaria e secondaria riguardante il pensiero porfiriano e i suoi influssi storici Milano, Vita e Pensiero, 1987.
  • Giuseppe Girgenti, Il Pensiero forte di Porfirio, introduzione di G. Reale, Milano, Vita e Pensiero, 1996 ISBN 88-343-0844-1.
  • Pierre Hadot, Porphyre et Victorinus, Parigi, Études augustiniennes 1968 (due volumi).
  • (EN) Aaron Johnson, Religion and Identity in Porphyry of Tyre, Cambridge, Cambridge University Press 2013.
  • Chiara Militello, I Commentari all'Isagoge di Porfirio tra V e VI secolo, Acireale, Bonanno Editore, 2010.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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  1. ^ Gerald Bechtle, The Anonymous Commentary on Plato's 'Parmenides', Bern, Paul Haupt, 1999.