Popina

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Rovine di una popina a Pompei

La popina (plur. popinae) era l'osteria dell'antica Roma.

Origine del termine[modifica | modifica wikitesto]

La parola latina popina deriva dall'osco e ne sarebbe un calco linguistico nella sua forma coquina, parola che in latino significa « cucina »[1]. Il termine acquisì in seguito tre diverse accezioni. Nella prima designava una « struttura per la cottura degli alimenti, all'occorrenza trasportabile »; passò poi a significare « festino immorale », e infine anche « locale di ristorazione di pessima fama[2] ».

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Nelle popine si potevano trovare, oltre a varie tipologie di vini, anche cibi semplici come olive, pane e stufati. Era un locale frequentato dai plebei di livello più basso (schiavi, liberti e stranieri) che si trovavano per socializzare. Nella letteratura romana questi frequentatori venivano spesso associati all'ubriachezza e a comportamenti illegali o immorali. Delle popine venivano inoltre descritti gli odori disgustosi provenienti dalla cucina.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Guy Achard, Pratique rhétorique et idéologie politique dans les discours « optimates » de Cicéron, Leida, E. J. Brill, 1981..
  2. ^ Nicolas Monteix, « Cauponae, popinae e « thermopolia », de la norme littéraire et historiographique à la réalité pompéienne » in Contributi di archeologia vesuviana, III, Rome, « L'Erma » di Bretschneider, 2007, p. 119.
  3. ^ (EN) Ray Laurence, Roman Pompeii - Space and Society, Taylor & Francis, 2006, p. 78, ISBN 9781134768981. URL consultato il 9 novembre 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]