Ponzio II di Tolosa

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Ponzio II di Tolosa
Ponzio II di Tolosa in una litografia di Pierre Numa
Conte di Tolosa e d'Albi
In carica1037 –
1060
PredecessoreGuglielmo III
SuccessoreGuglielmo IV
Nascita997 circa
Morte1060
Luogo di sepolturaBasilica di Saint-Sernin, Tolosa
DinastiaRouergue
PadreGuglielmo III di Tolosa
MadreEmma di Provenza
ConiugiMayor Sánchez di Navarra
Almodis de La Marche
Sancha d'Aragona
FigliPonzio
Guglielmo
Raimondo
Ugo
Almodis
ReligioneCattolicesimo

Ponzio II di Tolosa (997 circa – 1060) è stato un sovrano franco, fu conte di Tolosa e conte di Nîmes e di Albi dal 1037 fino alla sua morte.

Cappella sepolcrale dei Conti di Tolosa oggi

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Figlio primogenito del conte di Tolosa, duca di Settimania, conte di Nîmes e conte d'Albi, Guglielmo III Tagliaferro e di Emma di Provenza (come risulta da una donazione, del 999, che si trova negli Archives du Gard in cui Emma è citata come moglie di Guglielmo III Tagliaferro e dove sono ricordati anche i figli, tra cui Ponzio[1]), figlia del marchese di Provenza, Rotboldo III e di Ermengarda (come viene ribadito nel documento nº 172 del volume V delle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc[2]), di cui non si conoscono gli ascendenti. Guglielmo III Tagliaferro era figlio del conte di Tolosa, duca di Settimania, conte di Nîmes e conte d'Albi, Raimondo IV e di Adelaide d'Angiò, come risulta dalla Bolla pontificia n° IX di papa Benedetto IX del Bullaire de l'Abbaye de Saint-Gilles[3], figlia del Conte d'Angiò e poi, conte di Nantes e duca di Bretagna, Folco II e di Gerberga (secondo lo storico Maurice Chaume era figlia del Visconte Goffredo d'Orleans), infatti secondo il Cartulaire de l'abbaye de Saint-Chaffre du Monastier et Chronique de Saint-Pierre du Puy', era la sorella del conte d'Angiò, Goffredo detto Grisegonelle[4].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1024, Ponzio, assieme alla madre, Emma, secondo il documento nº 181 del volume V delle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc fece una donazione all'abbazia di Sant'Andrea di Avignone[5].

Ponzio, assieme al fratello, Bertrando, compare come testimonio in una donazione di suo zio, il marchese di Provenza, Guglielmo III, come appare da un documento del Cartoulaire de l'abbaye de Saint Victor de Marseille del 1030[1].

Nel 1037, col documento nº 211 del volume V delle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc, in cui suo padre Guglielmo III, compare come sottoscrittore, Ponzio fece dono di una proprietà alla sua prima moglie, Mayor Sánchez di Navarra[6] (circa 1015- prima del 1044)[7], che i cronisti francesi chiamavano "Majorie"[8], che gli portò in dote terreni e castelli nella zona d'Albì e di Nîmes.
In quello stesso anno, alla morte del padre, gli subentrò nei titoli di conte di Tolosa, Nîmes ed Albì; mentre il fratello, Bertrando (998 circa-1062), affiancò la madre nel governo del marchesato di Provenza.

Ponzio, dopo aver ripudiato, nel 1040 circa, Mayor, verso il 1045, sposò, in seconde nozze, la figlia del conte Bernardo I de La Marche, Almodis de La Marche[9] (1020-1071, che aveva sposato in prime nozze, il signore di Lusignano, Ugo V[9] detto il Pio († 1060), poi, nel 1053 avrebbe sposato, in terze nozze, il conte Raimondo Berengario I di Barcellona[9]; fu assassinata dal figlio di primo letto del conte, Pietro Raimondo, che fu esiliato ed escluso dalla successione).

Nel 1040 fece un donazione all'abbazia di Cluny. E un'altra la fece nel 1047.

Verso il 1050, secondo il documento nº 230 del volume V delle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc, Ponzio fu tra i fondatori del priorato di Vigan[10].

Nel giugno del 1053, secondo il documento nº 235 del volume V delle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc, Ponzio, su suggerimento della moglie, Almodis, fu tra coloro che registrarono l'unione delle abbazie di Cluny, che avrebbe avuto la preminenza, e di Moissac[11]. Tale avvenimento viene ricordato anche dal documento nº 3344 delle Chartes de l'abbaye de Cluny del 29 giugno 1053[12].

Sempre nel 1053, Almodis era stata fatta rapire da Raimondo Berengario I di Barcellona e quindi era stata ripudiata da Ponzio, che prima del 1060, si sposò per la terza volta con Sancha d'Aragona, la figlia del re d'Aragona, Ramiro I di Aragona, come conferma la Historia de la Corona de Aragón: Crónica de San Juan de la Peña[13].

Calotipia del 1855 del portale della basilica di Saint-Sernin di Tolosa, dove è sepolto Ponzio II

Nel documento nº 252 par. I del volume V delle Preuves de l'Histoire Générale de Languedoc, Ponzio viene definito conte palatino (Tolosanorum Pontio palatino comite)[14]. Ponzio morì a Tolosa nell'autunno del 1060 lasciando al figlio secondogenito, Guglielmo, le contee di Tolosa e d'Albì; e al terzogenito, Raimondo di Saint Gilles, la contea di Nîmes.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Ponzio ebbe un figlio da Maggiore (Mayor):

  • Ponzio il Giovane (confermato dalle Europäische Stammtafeln[15], libro III, non consultate[1]) (?-1063), che non ereditò alcun titolo, per cui alcuni storici ne mettono in dubbio l'esistenza[1].

e quattro figli da Almodis:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Raimondo III di Tolosa Raimondo Ponzio I di Tolosa  
 
Garsenda di Guascogna  
Raimondo IV, conte di Tolosa  
Gundinilde  
 
 
Guglielmo III di Tolosa  
Folco II d'Angiò Folco I d'Angiò  
 
Rosalia di Loches  
Adelaide d'Angiò  
Gerberga  
 
 
Ponzio II di Tolosa  
Rotboldo II di Provenza Bosone II di Provenza  
 
Costanza di Provenza  
Rotboldo III di Provenza  
Emilde di Gévaudan Stefano di Gévaudan  
 
 
Emma di Provenza  
 
 
 
Ermengarda di Moriana  
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e (EN) #ES Foundation for Medieval Genealogy : Conti di Tolosa - PONS GUILLAUME
  2. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 172 colonne 361 e 362
  3. ^ (LA) Bullaire de l'Abbaye de Saint-Gilles, Documento IX, pag 21
  4. ^ (LA) Cartulaire de l'abbaye de Saint-Chaffre du Monastier et Chronique de Saint-Pierre du Puy, Chronicon Sancti Petri Aniciensis, paragrafo CCCCXII pagine 151 e 152
  5. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 181 colonne 376 e 377
  6. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 211 colonne 428 e 429
  7. ^ Non confermata da tutte le genealogie
  8. ^ (EN) Dinastie reali di Navarra
  9. ^ a b c d e (LA) Chronicon sancti Maxentii Pictavensis, Chroniques des Eglises d'Anjou pag 401
  10. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 230 colonne 460 e 461
  11. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 235 colonne 470 e 471
  12. ^ (LA) Chartes de l'abbaye de Cluny, Tome IV, documento n° 3344, pagg. 825 - 827
  13. ^ (ES) Historia de la Corona de Aragón: Crónica de San Juan de la Peña, CAPITULO 16, Del rey Remiro et de sus fechos, pag. 449
  14. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 252 par. I colonna 502
  15. ^ Le Europäische Stammtafeln sono una raccolta di tavole genealogiche delle (più influenti) famiglie europee.
  16. ^ a b (LA) Documenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus XXIII, Chronica Albrici Monachi Trium Fontium 1100, pag. 813 Archiviato il 2 dicembre 2013 in Internet Archive.
  17. ^ Tripoli si arrese solo il 12 luglio 1109.
  18. ^ (LA) Chartes de l'abbaye de Cluny, Tome IV, documento n° 3392, pagg. 495 e 496
  19. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 334 colonne 644 - 646
  20. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 353 I colonne 677 e 678
  21. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 353 II colonne 678 e 679
  22. ^ (LA) Histoire générale de Languedoc, Preuves, tomus V, Documento 365 colonne 695 e 696

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Conte di Tolosa Successore
Guglielmo Tagliaferro 1037–1060 Guglielmo IV