Vai al contenuto

Ponziano Loverini

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Ponziano Loverini

Ponziano Loverini (Gandino, 6 luglio 1845Gandino, 21 agosto 1929) è stato un pittore italiano.

Nato a Gandino (Bergamo) nel 1845 in una famiglia di umili condizioni, terzogenito di Pietro Bernardo, di professione sarto, e di Florinda Mazzoleni, cominciò i propri studi presso le scuole del paese. Ben presto i maestri si resero conto delle abilità che il ragazzo possedeva nell'ambito del disegno, e spinsero affinché potesse studiare per affinare le sue innate doti artistiche. Si optò per l'Accademia Carrara, sita nella città di Bergamo, presso la quale era presente una scuola di pittura, diventando allievo di Enrico Scuri.[1]

Grazie all'aiuto dello zio, don Lorenzo Loverini, che perorò la causa del nipote presso la sede dell'istituto, e di sussidi economici da parte sia del comune di Gandino, che di un fondo messo a disposizione dalla locale famiglia Castelli, al fine di aiutare negli studi i ragazzi più meritevoli appartenenti ai ceti meno abbienti, poté iscriversi ai corsi dell'anno scolastico 1858-59 e trasferirsi nel capoluogo orobico.

Negli anni successivi cominciò a ricevere riconoscimenti in ambito scolastico, tanto che nel 1869 iniziò a esporre i suoi quadri all'esposizione didattica dell'Accademia, ricevendo ottimi giudizi.

Il suo primo dipinto, denominato il buon cuore, esposto all'Accademia ricevette però giudizi contrastanti dai critici d'arte del tempo.

Ben presto però il Loverini si segnalò nel panorama artistico, grazie a numerose opere a sfondo religioso, ma anche ai numerosi ritratti commissionatigli da esponenti di spicco della nobiltà lombarda, ma il suo primo successo avvenne all'Esposizione nazionale di Torino nel 1884 con l'opera Monacazione di Santa Giovanna di Chantal che gli porterà la commissione per il giubileo sacerdotale di Papa Leone XIII della pittura Santa Grata e Sant'Alessandro Martire opera del 1886[2]. Sempre nel 1884 partecitò al concorso in Accademia come successore al maestro Scuri, concorso a cui parteciparono i nomi più importanti degli artisti presenti sia in Bergamo che sul territorio, concorso che vide vincitore Cesare Tallone. Questo malgrado le sue capacità, non era ancora riuscito a portare la sua pittura al di fuori della città orobica.[1]

La sua fama gli portò una sempre crescente richiesta di affreschi e dipinti, sia in chiese ed edifici religiosi, che in palazzi privati. Partecipò anche a parecchie esposizioni, tra cui Anversa, Milano, Vienna e Londra, con ottimi giudizi da parte della critica e dei commissari della Accademia di cui faceva parte:

«Il Loverini si è acquistata una buona riputazione co’ suoi lavori, ed il suo amore all’arte, la sua attività, ed il talento di uniformarsi al gusto moderno senza trascurare gli antichi precetti, possono meritargli distinzioni ed onorevoli commissioni, anche da alcuni dei Benemeriti Commissarii della nostra stessa Accademia.»

Nel 1880 si sposò con Domenica Orsola Piccinelli, dalla quale ebbe quattro figli: Florinda, Candida, Lorenzo e Antonia. Ma ben presto la vita familiare cominciò a procurargli grandi drammi, dato che due dei quattro figli morirono in tenera età, provocando in lui una grande crisi interiore. Il tutto peggiorò quando, nel 1895, venne a mancare anche la moglie.

Ma il successo era inversamente proporzionale alle vicende familiari, tanto che il 6 novembre 1899 ricevette il prestigioso incarico di professore e direttore dell'Accademia Carrara[3]. Loverini propose nuovi corsi di pittura che insegnassero la storia dell'arte e la prospettiva, con corsi di formazioni che avrebbero permesso una preparazione idonea all'ammissione dei nuovi alunni.[1] Richiese anche esami finali per valutare il risultato ottenuto.

Molti furono i pittori suoi alunni, tra i quali si affermarono Giacomo Belotti, Luigi Cassani[4], Giovanni Battista Galizzi, Guglielmo Guglielmini[5], Giacomo Spini, Angiolo Alebardi, Giorgio Oprandi, Natale Morzenti, Giovanni Zappettini, Mauro Pellicioli, Emilio Rodegher, Giuseppe Facchinetti, Pasquale Arzuffi, Romualdo Locatelli ed Ernesto Quarti Marchiò, oltre agli scultori Nino Galizzi e Giuseppe Siccardi che divenne suo genero.

Ricoprì tale ruolo fino al 30 giugno 1926[6] quando, ormai ottantenne e con problemi di salute, rassegnò le proprie dimissioni. Non avendo una buona situazione economica alle spalle, gli fu tributato un vitalizio dalla Accademia stessa, che gli garantì di passare tranquillamente gli ultimi mesi della propria vita. Morì il 21 agosto 1929 a Gandino, suo paese natale, che gli tributò grandi onori.

Autoritratto di Ponziano Loverini
Ponziano Loverini, L'ultimo saluto del Colleoni alla figlia Medea, castello di Thiene, 1871.
Le ultime ore del musicista Donizetti
  1. ^ a b c Rossi, p. 11
  2. ^ Il massone e il santo patrono, su bergamo.corriere.it, Corriere della sera. URL consultato il 16 giugno 2016.
  3. ^ Ponziano Loverini, su valleseriana.bg.it, Progetto Serio. URL consultato il 16 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2012).
  4. ^ Enrico De Pascale, Mariolina Olivari e Vincenzo Donesana, Dizionario degli artisti di Caravaggio e Treviglio, Bolis, 1994, pp. 34-35-36-37, OCLC 32935929..
  5. ^ Angelo Pinetti, Ponziano Loverini, con 76 illustrazinoi e 4 tavole fuori testo, Istituto Italiano d'Arti Grafiche, Bergamo, 1930, p. 99.. Il Guglielmini fu uno degli affrescatori delle Terme di San Pellegrino nei primi anni del XX secolo.
  6. ^ Ponziano Loverini (pittore), su gandino.it. URL consultato il 16 giugno 2016.
  • Bergamo ed il suo territorio, Dizionario enciclopedico - Bergamo, Bolis, 2004. ISBN 88-7827-126-8
  • Omaggio a Ponziano Loverini, pittore (1845-1929). il forno, 1974
  • Omaggio a Ponziano Loverini nel 60º anniversario della morte. Circolo artistico bergamasco,1989
  • Bortolo Belotti, Storia di Bergamo e dei bergamaschi - Bergamo, Bolis, 1989.
  • Angelo Pinetti, Ponziano Loverini : con 76 illustrazioni e 4 tavole fuori testo, Bergamo, Istituto Italiano d'Arti Grafiche, 1930.
  • Antonia Abbattista Finocchiaro (a cura di).Ponziano Loverini, pittore universale. Ferrari edizioni, 2004.
  • Francesco Rossi, Ponziano Loverini e i suoi allievi in Accademia Carrara, Bolis Poligrafiche, 2002, SBN LO10624612.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN95763509 · ISNI (EN0000 0000 8195 7103 · SBN CFIV055614 · Europeana agent/base/140559 · ULAN (EN500013489 · LCCN (ENn84128453 · GND (DE124236006