Ponte di Naeke

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Il ponte di Naeke (o legge di Naeke o ponte bucolico) è un fenomeno prosodico che prende il nome dal filologo tedesco August Ferdinand Naeke (1788-1838), che lo enunciò in uno studio del 1835, e riguarda la metrica dell'esametro dattilico greco in età ellenistica.

In breve, il ponte di Naeke consiste nell'assenza di fine di parola dopo il quarto piede dattilico, se è realizzato da uno spondeo.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Naeke riguardo all’Ecale di Callimaco scrisse:

(LA)

«Deinde etsi nemo negaverit bene versatum in Challimaco fuisse Toupium, tamen metri peritiam Callimachei desidero in coniectura hac, qua ille ita legendum atque ampliandum videri locum scribit:

«                    Ἑκάλινναν· τοῦτο γὰρ αὐτὴν
κωμῆται κάλεον περιηγέες.[2]»

Spondei cum caesura in quarto pede tam rara apud Callimachum exempla sunt, ut piaculum sit, coniectando obtrudere poetae, quod ille data opera ac prudentissime defugerit. Huius spondei dico, et huius caesurae, quam sic positum Ἑκάλινναν faceret. [...]

«ἀλλὰ φίλη, δύνασαι γάρ, ἀμύνειν | πότνια δούλοις.
τᾶσδε τελεσφορίας· ποτὶ τὰν θεῦν | ἄχρις ὁμαρτεῖν.
ἄπνοα πάντ' ἐγένοντο παραχρῆμ'· | ὅσσα τ' ὀδόντων.
Ῥήγιον ἄστυ λιπὼν Ἰοκάστου | Αἰολίδαο.»

»
(IT)

«Quindi anche se nessuno potrebbe negare che Toupius conoscesse bene Callimaco, tuttavia sento la mancanza della perizia metrica di Callimaco in questa congettura, nel modo in cui lui scrive che il passo sembra doversi leggere e integrare:

«                    Ἑκάλινναν· τοῦτο γὰρ αὐτὴν
κωμῆται κάλεον περιηγέες.»

Gli spondei seguiti da una cesura nel quarto piede sono così rari in Callimaco che sarebbe indegno appioppare al poeta con una congettura ciò che lui avrebbe evitato con impegno e molta abilità. Parlo di quello spondeo e di quella cesura che sarebbero causati da Ἑκάλινναν posto in tale posizione. [...]

«ἀλλὰ φίλη, δύνασαι γάρ, ἀμύνειν | πότνια δούλοις.
τᾶσδε τελεσφορίας· ποτὶ τὰν θεῦν | ἄχρις ὁμαρτεῖν.
ἄπνοα πάντ' ἐγένοντο παραχρῆμ'· | ὅσσα τ' ὀδόντων.
Ῥήγιον ἄστυ λιπὼν Ἰοκάστου | Αἰολίδαο.»

»

Dunque, la struttura dell'esametro dei poeti ellenistici dovrà essere del tipo:

La definizione di "ponte bucolico" è dovuta al fatto che il divieto di fine parola dopo il quarto spondeo impedisce la presenza della cosiddetta dieresi bucolica, che ha sede appunto tra il quarto e il quinto piede dell'esametro dattilico.[1]

Applicazione[modifica | modifica wikitesto]

Questo ponte viene osservato, con rarissime eccezioni, solamente a partire da Callimaco;[1] in seguito viene rispettato rigorosamente anche da Nonno di Panopoli e dai suoi seguaci.[3]

Nella poesia arcaica, invece, questo ponte non viene sempre rispettato. Esempio di violazione:

οὐλομένην, ἣ μυρί' Ἀχαιοῖς ἄλγε' ἔθηκε (Iliade, I, 2).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Martinelli, p. 69.
  2. ^ Hecale fr. 462 Pfeiffer.
  3. ^ Martinelli, p. 73.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Chiara Martinelli, Gli strumenti del poeta. Elementi di Metrica greca, Bologna, Cappelli, 1997, ISBN 9788837907426.
  • August F. Naeke, Callimachi Hecale, in Rheinisches Museum für Philologie, vol. 3, n. 1835, pp. 509-68.
  • Callimachus, ed. R. Pfeiffer, Vol. 1: Fragmenta, Oxford, Clarendon Press, 1949.