Ponte di Costantino (Danubio)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Ponte di Costantino (Danubio)
Localizzazione
StatoBandiera della Romania Romania
Bandiera della Bulgaria Bulgaria
Cittàtra Sucidava (odierna Corabia, Romania) e Oescus (odierna Gigen, Bulgaria)
AttraversaDanubio
Coordinate43°26′45.01″N 24°16′31.48″E / 43.445835°N 24.27541°E43.445835; 24.27541
Dati tecnici
Tipoponte ad arco
Materialelegno
Lunghezza2 437 m
Larghezza5,7 m
Altezza10 m
Realizzazione
Costruzione...-328 d.C.
Chiusura5 Luglio 328 d.C.
Intitolato aCostantino I
Mappa di localizzazione
Map

Il ponte di Costantino (in bulgaro Константинов мост?, Konstantinov più; Romanian) era un ponte romano che attraversava il fiume Danubio. Fu completato nel 328 d.C., inaugurato il 5 luglio di quell'anno, e rimasto in uso per quattro decenni[1][2] dal dominio dell'imperatore Costantino il Grande[3] fino alla dinastia valentiniana.

Con una lunghezza di 2334 m di cui 1137 m attraversavano l'alveo del Danubio[4], è considerato uno dei ponti fluviali più lunghi dell'antichità[5].

Costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Consisteva in una costruzione di pilastri in muratura, arcate e una sovrastruttura in legno. Il ponte fu costruito fra Sucidava (l'odierna Corabia, contea di Olt, Romania) e Oescus (l'odierna Gigen, provincia di Pleven, Bulgaria)[6][7] dall'architetto Theophilus Patricius per ordine di Costantino il Grande[8].

Il primo a tentare di localizzare il ponte fu Luigi Ferdinando Marsigli nel XVII secolo, poi Alexandru Popovici e Cezar Bolliac ripresero questa ricerca nel XIX secolo e le prime vere scoperte scientifiche furono compiute da Grigore Tocilescu e Pampil polonic nel 1902. Nel 1934 Dumitru Tudor pubblicò la prima opera completa riguardante il ponte e l'ultimo approccio sistematico sulla riva nord del Danubio fu eseguito nel 1968 da Octavian Toropu.

Dati tecnici[modifica | modifica wikitesto]

La lunghezza del ponte era di 2434 m con un ponte di legno largo 5,7 m a 10 m sopra l'acqua. Il ponte aveva inoltre un piedritto per ciascuna estremità, che fungevano da porta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ bvau.ro, http://www.bvau.ro/docs/doc_eng.htm. URL consultato il 19 novembre 2016.
  2. ^ vol. 40, 2007, pp. 359–369, https://revistapontica.wordpress.com/revista/nr-40.
  3. ^ Madgearu 2013, p. 311.
  4. ^ Tudor 1974, p. 139, Galliazzo 1994, p. 319.
  5. ^ Galliazzo 1994, p. 319.
  6. ^ cimec.ro, http://www.cimec.ro/Arheologie/cronicaCA2009/rapoarte/021.html.
  7. ^ (RO) Cimec.ro, http://www.cimec.ro/Arheologie/Digitalarchives/4Pamfil%20Polonic/Polonic.htm. URL consultato il 19 novembre 2016.
  8. ^ Constantine's Bridge at Celei (Celei/Ghigi, 328), su Structurae, Janberg, Nicolas (ed.). URL consultato il 19 novembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]