Ponte di Costantino (Danubio)
Ponte di Costantino (Danubio) | |
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Localizzazione | |
Stato | Romania Bulgaria |
Città | tra Sucidava (odierna Corabia, Romania) e Oescus (odierna Gigen, Bulgaria) |
Attraversa | Danubio |
Coordinate | 43°26′45.01″N 24°16′31.48″E / 43.445835°N 24.27541°E |
Dati tecnici | |
Tipo | ponte ad arco |
Materiale | legno |
Lunghezza | 2 437 m |
Larghezza | 5,7 m |
Altezza | 10 m |
Realizzazione | |
Costruzione | ...-328 d.C. |
Chiusura | 5 Luglio 328 d.C. |
Intitolato a | Costantino I |
Mappa di localizzazione | |
Il ponte di Costantino (in bulgaro Константинов мост?, Konstantinov più; Romanian) era un ponte romano che attraversava il fiume Danubio. Fu completato nel 328 d.C., inaugurato il 5 luglio di quell'anno, e rimasto in uso per quattro decenni[1][2] dal dominio dell'imperatore Costantino il Grande[3] fino alla dinastia valentiniana.
Con una lunghezza di 2334 m di cui 1137 m attraversavano l'alveo del Danubio[4], è considerato uno dei ponti fluviali più lunghi dell'antichità[5].
Costruzione[modifica | modifica wikitesto]
Consisteva in una costruzione di pilastri in muratura, arcate e una sovrastruttura in legno. Il ponte fu costruito fra Sucidava (l'odierna Corabia, contea di Olt, Romania) e Oescus (l'odierna Gigen, provincia di Pleven, Bulgaria)[6][7] dall'architetto Theophilus Patricius per ordine di Costantino il Grande[8].
Il primo a tentare di localizzare il ponte fu Luigi Ferdinando Marsigli nel XVII secolo, poi Alexandru Popovici e Cezar Bolliac ripresero questa ricerca nel XIX secolo e le prime vere scoperte scientifiche furono compiute da Grigore Tocilescu e Pampil polonic nel 1902. Nel 1934 Dumitru Tudor pubblicò la prima opera completa riguardante il ponte e l'ultimo approccio sistematico sulla riva nord del Danubio fu eseguito nel 1968 da Octavian Toropu.
Dati tecnici[modifica | modifica wikitesto]
La lunghezza del ponte era di 2434 m con un ponte di legno largo 5,7 m a 10 m sopra l'acqua. Il ponte aveva inoltre un piedritto per ciascuna estremità, che fungevano da porta.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ bvau.ro, http://www.bvau.ro/docs/doc_eng.htm . URL consultato il 19 novembre 2016.
- ^ vol. 40, 2007, pp. 359–369, https://revistapontica.wordpress.com/revista/nr-40.
- ^ Madgearu 2013, p. 311.
- ^ Tudor 1974, p. 139, Galliazzo 1994, p. 319.
- ^ Galliazzo 1994, p. 319.
- ^ cimec.ro, http://www.cimec.ro/Arheologie/cronicaCA2009/rapoarte/021.html .
- ^ (RO) Cimec.ro, http://www.cimec.ro/Arheologie/Digitalarchives/4Pamfil%20Polonic/Polonic.htm . URL consultato il 19 novembre 2016.
- ^ Constantine's Bridge at Celei (Celei/Ghigi, 328), su Structurae, Janberg, Nicolas (ed.). URL consultato il 19 novembre 2016.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (RO) Alexandru Madgearu, Operaţiuni militare la nord de Dunăre comandate de Constantin cel Mare, în Cruce şi misiune, Bucharest, Romania, 2013.
- Vittorio Galliazzo, I ponti romani, vol. 2, Treviso, 1994, ISBN 88-85066-66-6.
- (RO) Bibliotheca Historica Romaniae Études, vol. 51, 1974.
- (RO) D. Tudor, Le pont de Constantin le Grand à Celei, in Les ponts romains du Bas-Danube, Bibliotheca Historica Romaniae Études, vol. 51, Bucharest, Editura Academiei Republicii Socialiste România, 1974, pp. 135–166.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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